REFERENDUM: PANNELLA, NESSUNO SMANTELLA WELFARE
Da un lancio dell'agenzia ANSA delle ore 12.51
ROMA, 11 GEN - ''Smantellare il welfare? Ma chi lo fa?'': Marco Pannella replica cosi' a chi accusa i referendum sul lavoro di smantellare lo stato sociale. Intervenendo ad un convegno sui referendum sulla giustizia e sul giusto processo, promosso dai Comitati promotori del referendum e dall'Unione delle camere penali, Pannella ha detto che ''quello che stiamo tentando e' adeguarci alla legislazione britannica laburista, togliendo quell'imbecille norma che abbiamo, l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori'' (ndr, la norma sui licenziamenti).
Quindi il leader dei radicali ha attaccato la sinistra, ''che e' riunita su posizioni di destra, di classe burocratica dominante.
La nuova lotta di classe - ha aggiunto - e' contro lo schieramento che almeno idealmente riunisce Agnelli, Romiti, Cofferati, il Manifesto e il Corriere della Sera''; ''uno schieramento di classe, di potenti che usano la menzogna e la denigrazione per cercare di far sopravvivere i loro privilegi e il loro dominio di casta e questo riguarda sia i padroni industriali che i padroni sindacali''.
Sulla prospettiva che i referendum superino l'esame della Corte costituzionale Pannella ha timori: ''Sarei felicissimo che per una volta in Italia la politica indegna e pericolosa incontrasse il momento del diritto; con la Corte costituzionale sino ad ora non l'ha mai incontrato''.
REFERENDUM: PANNELLA, NESSUNO SMANTELLAMENTO WELFARE CON QUELLI SOCIALI
'I GIUDICI DELLA CONSULTA SIANO ILLUMINATI'
Da un lancio dell'agenzia Adnkronos delle ore 12.57
Roma, 11 gen. Nessuno smantellamento del Welfare, solo ''il tentativo di adeguarsi alla legislazione britannica laburista, togliendo l'imbecille norma che abbiamo,
l'articolo 18'' dello Statuto dei lavoratori. Marco Pannella replica cosi' a chi manifesta timori per la tenuta del sistema dello stato sociale in conseguenza dei referendum. ''La sinistra -ha detto il leader radicale a margine del convegno 'Giustizia giusta, giusto
processo, referendum' in corso a Roma- e' unita su posizioni di destra, di classe burocratica dominante. La nuova lotta di classe e' contro le burocrazie dominanti e contro lo schieramento che, almeno idealmente, riunisce Agnelli, Romiti, Cofferati, il Manifesto e il Corriere della sera''.
''Chiunque sia alleato con la burocrazia operaia -ha continuato- non puo' non volere una politica conservatrice e reazionaria. Smantellare il Welfare? Ma chi lo smantella, tentiamo di adeguarci alla legislazione britannica laburista, togliendo quell'imbecille norma che abbiamo, l'articolo 18. E' una truffa continua, e' uno schieramento di potenti che usa la menzogna e la denigrazione per cercare di far sopravvivere i loro privilegi, il loro dominio di casta, sia i padroni industriali che i padroni sindacali. Sarei personalmente felicissimo se per una volta in Italia la politica italiana, indegna e pericolosa, incontrasse il momento del diritto. Con la Corte Costituzionale non l'ha mai incontrato''.
''Abbiamo un insieme di referendum sulla giustizia, molti mattoni da togliere e da mettere. Spero -ha proseguito Pannella- che non sia tolto ancora una volta al popolo il diritto-dovere di decidere. La giustizia e' morta e sepolta: ci vogliono 15 anni per un processo, mentre le mafie riescono a garantire a loro modo che i processi vadano a termine in pochi anni''.
Pannella si augura che le sentenze della Corte Costituzionale ''onorino in maniera plateale la Costituzione. Ai giudici dico: attenti, potete essere onnipotenti nei confronti del confronto politico-sociale. Accendiamo un cero perche' i giudici
siano illuminati dalla sua luce''. Nel corso del proprio intervento al convegno, il leader radicale ha sollevato l'ipotesi di un possibile ''disagio'' da parte del presidente della Consulta, Giuliano Vassalli, per il fatto di dover decidere su un referendum,
quello sulla responsabilita' civile dei magistrati, gia' proposto nel 1987 e sul quale il Parlamento voto' la cosiddetta 'Legge Vassalli'.
A questo proposito, il presidente emerito della Corte Costituzionale Vincenzo Caianiello, presente ai lavori, ha pero' sottolineato che ''Vassalli e' stato estensore in passato di sentenze che in alcuni casi hanno dichiarato l'incostituzionalita' di
alcuni passi del codice di procedura penale, comunemente chiamato codice Vassalli''. Pannella ha poi espresso il proprio rammarico per il fatto che ''nessuno, nel Polo o nell'Ulivo, ha speso un soldo, un pensiero, un pezzo di carta per questi referendum. Sono stati sempre dall'altra parte, sperando che non ce la facessimo a raccogliere le
firme''.
REFERENDUM: FRIGO, ESSENZIALE SEPARAZIONE DELLE CARRIERE
Da un lancio dell'agenzia Adnkronos delle ore 13.16
Roma, 11 gen. - Tra tutti i referendum presentati in materia di giustizia ''il piu' importante e' quello che riguarda la separazione delle carriere tra i magistrati del pubblico ministero e i giudici''. E' l'opinione di Giuseppe Frigo, presidente
dell'Unione delle Camere Penali, intervenuto oggi a Roma ad un convegno sul giusto processo. ''Questo -ha detto a margine dei lavori- e' un tema sul quale le Camere Penali rivendicano la primogenitura perche' e' stato proposto dai penalisti oltre vent'anni orsono ed e' stato piu' volte strumentalizzato da questa o quella forza politica. Per noi il tema e' essenziale allo scopo di raggiungere davvero quella terzieta' e imparzialita' del giudice che e' ormai uno dei connotati indefettibili del giusto processo. Non potra' mai essere terzo e imparziale un giudice che condivide i ruoli e le carriere con il pm che e' titolare dell'azione penale. Siamo
profondamente convinti che su questi temi il Parlamento e' inerte e dovra' fare i conti con le risposte che saranno date ai quesiti referendari dagli elettori''.
Le Camere Penali sono ''fortissimamente impegnate perche' la riforma del giusto processo venga applicata. Ed e' per questo -ha proseguito Frigo- che ci opponiamo a tutti quegli interventi che tendono a vanificarla, a smontarla, a disapplicarla. Per questa ragione riteniamo che anche il decreto legge governativo nella sua
nuova versione sia incostituzionale per la parte in cui ritiene di dover disapplicare i principi del giusto processo''.
Quanto alla riforma del giudice unico, ''presenta dei vizi di costituzionalita', specialmente nella legislazione che doveva essere di supporto e di complemento, la cosidetta legge Carotti. E' di ieri -ha concluso Frigo- la notizia che sulla nuova disciplina e' stata presentata da un pretore questione di incostituzionalita'''.
REFERENDUM: FRIGO, ESSENZIALE SEPARAZIONE CARRIERE
Da un lancio dell'agenzia ANSA delle ore 13.29
ROMA, 11 GEN - Avvocati sul piede di guerra in tema di referendum sulla giustizia e sul giusto processo. Chiederanno al capo dello Stato che vigili perche' il Parlamento applichi ''presto e bene'' la riforma dell' art.111 della Costituzione e intanto confermano il loro impegno sui referendum sulla giustizia, primo fra tutti quello sulla separazione delle carriere, ''essenziale'' proprio per la riforma del giusto
processo. A sottolineare la connessione tra i referendum e la riforma dell' art.111 della Costituzione e' stato il presidente dell' Unione delle Camere penali nel corso di un convegno sulla giustizia giusta organizzato con i comitati promotori.
I referendum non sono ''contro i magistrati ma contro l' inerzia del potere politico legislativo che sinora non e' intervenuto - ha detto Frigo - la separazione delle carriere in particolare e' essenziale per raggiungere la terzieta' e l' imparzialita' del giudice che e' uno dei connotati indefettibili del giusto processo. Non potra' mai essere terzo e imparziale un giudice che condivide i ruoli e le carriere con il Pm che e' il titolare dell'azione penale''.
Frigo non ha nascosto le distanze che vi sono su questi temi e sulla riforma del giudice unico con il ministro della Giustizia: ''Il contrasto e' notevole, ma ora il nostro
interlocutore e' il Parlamento'', ha detto Frigo riferendosi in particolare all' attuazione del giusto processo.
REFERENDUM: PANNELLA, SPERIAMO CHE LA CORTE SIA ILLUMINATA
Da un lancio dell'agenzia ANSA delle ore 15.48
ROMA, 11 GEN - ''Accenderemo una candela e speriamo che la sua luce possa illuminare i giudici''. A 48 ore dall'inizio della camera di consiglio in cui la Corte
costituzionale dovra' decidere sull'ammmissibilita' dei referendum e' questo l'auspicio del leader radicale Marco Pannella, che si augura che i giudici siano diversi da come sono stati in questi anni e cioe' ''onnipotenti nei confronti dello scontro sociale e politico italiano''. Lo ha detto concludendo i lavori del convegno dedicato ai referendum sulla giustizia; una giustizia che Pannella giudica ''morta e sepolta''.
E sulla decisione che dovra' prendere la Corte Pannella e' tornato piu' volte, anche per sottolineare che il presidente della Consulta, Giuliano Vassalli, dovra' esprimersi sul quesito sulla legge sulla responsabilita' civile che porta il suo nome.
''Non so se Vassalli vivra' questa situazione con un po' di disagio, non come presidente, ma come persona'' ha detto, incassando la bacchettata di un ex presidente della Consulta, Vincenzo Caianiello, che gli ha ricordato che Vassalli '' e' stato estensore di numerose sentenze che hanno dichiarato incostituzionale il suo codice''.