Roma, 12 gennaio 2000La dichiarazione solenne e angosciata del Procuratore generale sul fatto, ripeto il fatto, che l'amministrazione della giustizia italiana è letteralmente, reiteratamente ed in modo crescente "fuori-legge" costituisce la conferma ufficiale agli occhi del mondo e non solo d'Europa della più che trentennale lotta e denuncia da parte del movimento radicale dei diritti politici e umani. Per almeno cinque o sei legislature in Parlamento, sia quello italiano sia quello europeo, abbiamo denunciato e denunciamo che l'assoluta incertezza del diritto si traduce nell'eliminazione violenta dello Stato di diritto, che la giustizia europea esplicitamente anch'essa dichiara gravissimamente in causa.
Accentueremo in ogni sede internazionale e comunitaria le iniziative volte a denunciare la situazione italiana come quella in cui ai cittadini e al paese sono deliberatamente negati i diritti fondamentali e costituzionali dell'uomo.
Questo è il portato storico di un azione sovversiva costante esercitata, in sintonia con i poteri politici, dall'ordine giudiziario e dalla giurisdizione ad ogni suo livello, dalla Corte costituzionale e dal potere delle coorti di sostituti procuratori che sono divenuti titolari dell'esercizio della politica criminale, cui Parlamenti, Governi e partiti hanno progressivamente e colpevolmente rinunciato.