Roma, 15 gennaio 2000
"L'intervento del Presidente del Consiglio al Congresso del Lingotto è certo profondamente diverso e di levatura sicuramente almeno equivalente a quella dell'intervento di Sergio Cofferati.
Va subito sottolineato che opporsi ai referendum radicali con la motivazione che costituiscano o possano costituire un "intralcio" alla politica ed ai progetti di un Governo o anche semplicemente di una forza politica è motivazione assolutamente legittima, indiscutibilmente di stampo e di qualità democratica. Si passa dal teppismo fascista, dagli anatemi controriformistici e fondamentalisti, dalla violenza di regime che ha bisogno di rovesciare sul popolo e contro il popolo una sola verità e ridurre l'opposizione a "dissidenza", come accade in questo momento nel paese che D'Alema governa, si passa, dunque, o meglio si è passati per un istante, ad una polemica laica e civile.
In tal modo, tutte le armi a disposizione si sono raccolte e vengono convergentemente sparate contro i referendum radicali, contro i radicali, cui si negano anche in linea di fatto quelle petizioni di principio che vengono evocate, più o meno sinceramente, nei confronti di Berlusconi e dell'"opposizione" di regime e non, come noi radicali siamo, opposizione al regime.
Dunque, complimenti laici e democratici al testo di D'Alema, e un no etico, morale, civile, politico, democratico al suo contesto di violenza contro i diritti fondamentali e contro il rispetto di una sia pur minima democrazia".