Roma, 16 gennaio 2000
"Non appena il Congresso dei DS ha rilanciato una posizione laica e seria a favore della libertà terapeutica dei medici e dei tossicodipendenti e quella della decriminalizzazione delle non-droghe, i soliti difensori clerico-fascisti, intolleranti e dagli interessi torbidi e inconfessabili, si scatenano con i toni e nella tradizione che hanno sempre avuto dai tempi del divorzio e dell'aborto, del finanziamento pubblico dei partiti e della giustizia giusta. Tanto chiasso, finora, dinanzi a tradizionali posizioni di sapore vagamente antiproibizionista che per trent'anni anni PCI PDS e ora DS hanno avuto senza nessun seguito pratico. Auguriamoci che, questa volta, la scelta del Congresso sia onorata".