Nel mondo radicale il discorso leadership parrebbe ormai acqua passata.
Il nuovo leader c'e' ed e' efficace, ci sono giovani in gamba che infiammano le assemblee con i loro interventi; e c'e' nonno Pannella, che fa i discorsi colti, che vola alto. Che dovrebbe, secondo molti radicali come secondo molti non radicali (che sanno pero' qual e' il bene dei radicali),limitarsi rigidamente a quello, perche' ormai le cose serie da radicali le fanno altri.
Se Pannella si rimette in mezzo rovina tutto, e' una preoccupazione diffusa: il nuovo meccanismo si direbbe funzioni bene, no?, e va semmai consolidato.
Se poi Pannella riflette sul rischiare (ancora una volta) la vita, "non lo capiscono", e' un'esagerazione, non vale la pena, si fa in un altro modo, le cose non stanno andando cosi' male. Vecchio nonno, resta con noi, che ti vogliamo troppo bene per perderti.
Avranno tutti ragione. Io so solo che senza Pannella rimangono, certo, cose notevoli: buone capacita' di analisi politica, di individuazione dei mali del paese e dei rimedi, di lotta elettorale, referendaria. Rimangono anche i toni duri, durissimi.
Ma, fra tante altre cose, viene a mancare - per come "sento" io - l'amore, il cuore. Che non e' il Cuore di De Amicis. E' la comprensione delle persone ed il rispetto per loro, che Pannella mette anche in quelli che ad un'osservazione superficiale possono sembrare attacchi violenti e senza appello, anche nelle accuse piu' accanite e puntuali dei piu' vili misfatti.
Pannella capisce le persone e le rispetta, tutte, quelle che gli sono vicine come quelle che gli sono lontanissime, perche' le ama.
Posso non aver capito nulla, pero' mi domando se quello che resterebbe, relegato Pannella nella stanza del nonno saggio, potrebbe mai bastare.