Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 19 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 29 gennaio 2000
Da "Il Corriere della Sera", sabato 29 gennaio 2000, pag. 2

PART-TIME: IL PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO NON SUPERA IL

REFERENDUM

Intervista a Benedetto Della Vedova

I RADICALI: E SOLO UNA LEGGE INUTILE E DIRIGISTA. SI DEVE VOTARE

ROMA - »Se questo decreto legislativo sul part time doveva essere una risposta al referendum, non lo è.

Noi vogliamo una piena e coraggiosa liberalizzazione del part time mentre il provvedimento del governo mantiene un regime vincolistico e quindi il referendum resta valido nello spirito e nei contenuti .

Benedetto Della Vedova, eurodeputato e responsabile economico della lista Bonino, respinge la riforma del part time varata ieri su proposta del ministro del Lavoro, Cesare Salvi, e annuncia che »il comitato promotore dei referendum presenterà una memoria alla Corte di Cassazione per sostenere le ragioni del trasferimento del referendum dalla vecchia legge, che viene abrogata dal decreto approvato ieri, alla

nuova.

Eppure nel governo, a giudicare dalle parole di Salvi, circola un certo ottimismo sulla possibilità che il vostro referendum sul part time venga dichiarato superato dalla riforma appena varata e che quindi su questo non si vada al voto.

»Salvi ha certamente più santi in paradiso di noi. Ma guardiamo come stanno le cose. Il referendum chiede l'abrogazione dell'intero articolo 5 della legge 863 del 1984, che contiene i vincoli all'utilizzo del part time. Il decreto Salvi mantiene, seppur rivisto, un impianto vincolistico. Quindi, il quesito referendario andrebbe semplicemente trasferito dalla precedente alla nuova legge .

Ma non ritiene che alcune regole di base servano comunque per disciplinare il part time?

»Le uniche dovrebbero essere quelle minime contenute nella direttiva in materia dell'Unione europea. Ad esempio, quella a garanzia della non discriminazione tra il lavoro part time e le altre forme di occupazione a tempo pieno, sia sotto il profilo contributivo sia sotto quello salariale. Altre regole non servono.

Sicuramente non c'è bisogno delle rigidità di tipo contrattuale confermate anche dal provvedimento del ministro Salvi .

Voi sostenete che liberalizzando il part time si diffonderebbe questo tipo di rapporto di lavoro e aumenterebbe l'occupazione. Ma anche Salvi dice che lo scopo della riforma è questo. E per rafforzarlo ha messo in campo 600 miliardi di lire di sgravi contributivi per le aziende che assumeranno lavoratori a tempo parziale.

»Quella di Salvi sugli incentivi assomiglia tanto a una excusatio non petita. E come se dicesse: incentivo il part time perché, altrimenti, in quanto gravato dai vincoli contrattuali, non decollerebbe. Invece il problema si risolve semplicemente liberalizzando l'utilizzo del part time, a beneficio dei disoccupati e di quanti

lavorano in nero. E alla fine si avrebbero nuove entrate e non un ammanco contributivo. Questa legge, invece, è fatta avendo ancora una volta in mente solo le imprese grandi, dove la contrattazione sindacale è una stanza di compensazione di interessi vari, e non il mondo delle piccole e piccolissime imprese che sono quelle che possono far esplodere l'occupazione part time .

Enrico Marro

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail