Portando nelle strade l'ennesimo pacchetto referendario, si sapeva benissimo a cosa si andava incontro; si sapeva che paese e' questo; si sapeva cos'e' il sistema di potere che sostituisce la democrazia; si sapeva cos'e' la nostra Corte Costituzionale; si sapeva chi comanda.
Nessuna persona ragionevole avrebbe potuto pensare che sarebbe stata, questa volta, una passeggiata, che il "clima" fosse drasticamente cambiato.
Il sistema ha falciato 13(+1) referendum, le proposte radicali sono state presentate come massacro dei diritti, la menzogna e' stato il pane quotidiano: ci si poteva aspettare qualcosa di diverso?
Sette referendum importanti su cui gli italiani potranno decidere a breve sono un risultato assolutamente straordinario, una possibilita' di rivoluzione, pur con tutte le considerazioni che si possono fare sul massacro studiato a tavolino, contro la Costituzione.
Quello sulla quota proporzionale; quello sul finanziamento pubblico; quello sulle trattenute sindacali; quello (difficilissimo) sul reintegro; il pacchetto giustizia, pur mutilato, su cui finalmente si dovranno degnare di intervenire.
Scherziamo? Se l'analisi di Pannella sulla totale illegalita' delle istituzioni e' corretta (e lo e'), poter votare sette volte significa aver gia' vinto una battaglia difficilissima in condizioni disperate.
La prossima battaglia, arrivare al voto con uno straccio di dibattito decente, sara' ancora piu' dura. Ne varra' comunque la pena.