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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Centro Radicale - 8 febbraio 2000
3-078
PE/UE/Conferenza intergovernativa: intervento di Gianfranco dell'Alba

DIBATTITO SULLA PROSSIMA CONFERENZA INTERGOVERNATIVA - INTERVENTO DI GIANFRANCO DELL'ALBA

Bruxelles, 2 febbraio 2000.

Dell'Alba (TDI). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, parlo a nome dei radicali italiani e vorrei dire al Presidente del Consiglio che avrà constatato qual è l'opinione del Parlamento. Non a caso l'ultimo intervento è stato anche l'unico che ha condiviso caldamente - lo dico senza minimamente ironizzare sulla posizione, del tutto rispettabile, del collega Berthu e del suo gruppo - ma non è un caso che la decisione del Consiglio europeo sia sostenuta da coloro che sono in questo Parlamento, in fondo, perché si battono contro - cosa del tutto rispettabile - un'ulteriore integrazione europea. Questo è il messaggio che il Parlamento manda al Consiglio. Mi auguro che la Presidenza portoghese - ai complimenti sulla quale anch'io mi associo - possa essere portatrice del messaggio di questo Parlamento e portatrice del risultato dei nostri lavori compromissori sull'altare di San Valentino, ma comunque, domani, noi daremo un parere negativo sull'ordine del giorno della CIG. Deve essere molto chiaro questo messaggi

o; è questo il modo col quale noi interpretiamo il voto che daremo domani. Noi diamo un parere - tecnicamente, giuridicamente necessario - per convocare la CIG il 14 febbraio, ma diamo un parere negativo sul suo contenuto. Basta prendere in considerazione i fatti: abbiamo visto l'Austria poco fa, ma possiamo anche guardare le borse, signor Presidente: quando, in un anno, la grande impresa dell'euro è perdente del 16 per cento sul dollaro, probabilmente, non dico un governo ma un buon padre di famiglia dovrebbe interrogarsi se è pensabile dire ai cittadini che le sole materie sulle quali trattare sono il numero dei Commissari europei o altre cose di questo tipo. E' chiaro che l'obiettivo è più ambizioso. Noi radicali abbiamo presentato degli emendamenti, che sottoponiamo all'Assemblea, per rafforzare questo testo, per chiedere, ad esempio, sin da ora quello che - tanto per parlare degli articoli 6 e 7 - dovrebbe essere il minimo, cioè che la Costituzione europea sia anche fatto del Parlamento europeo, che ven

ga fatta la proposta che gli emendamenti al Trattato siano approvati dal Parlamento europeo. Sappiamo che ci sono altri temi: ad esempio, moltissimi colleghi hanno sottoscritto, assieme a noi, la questione della sede delle Istituzioni, questione che pensiamo debba entrare a far parte di una riflessione quanto meno a livello della CIG. In conclusione, mi auguro che il messaggio che domani daremo sarà un messaggio forte, per una volta ampio, affinché, grazie anche agli sforzi della Presidenza portoghese, si riveda quest'ordine del giorno perché altrimenti, davvero, la sfida sarebbe persa, non solo per l'immediato ma anche per molti anni in futuro.

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