Roma, 8 settembre 1997Dichiarazione di Benedetto Della Vedova della Lista Pannella:
"Che il Polo sia ridotto ad un ectoplasma, ad un morto che cammina, lo si sapeva da tempo. Non ci voleva la certificazione dell'ex braccio destro di Forlani che, forte del potere regalatogli da Silvio Berlusconi, tuona dalla festa della vela per un 'nuovo miracolo democristiano'. Come antipasto per la cena di domani con Prodi non è male. Nel '96 l'accordo elettorale tra Polo e Riformatori naufragò perché Berlusconi non ritenne di dover riservare ad essi lo spazio al ribaltonista Buttiglione e a tutte le vedove della Dc e delle poltrone. Alle politiche liberali, liberiste e alternative il Polo preferì l'immobilismo, l'inciucio, la tutela degli interessi di bottega ed ora paga tutto con gli interessi, compreso il 'cappotto' delle prossime amministrative.
Berlusconi ha poco da urlare al tradimento. Rifletta piuttosto sull'isolamento al quale ha condannato le proposte referendarie e liberali che abbiamo avanzato in questi anni e che avrebbero potuto, in condizioni diverse, consolidare nel Paese ben prima che nel palazzo una maggioranza alternativa al regime statalista dell'Ulivo e di buona parte del Polo stesso.
Della disintegrazione del Polo non saremo certo noi a rammaricarci: oggi più che mai milioni di italiani disoccupati, imprenditori e giovani attendono una proposta politica di radicale riforma liberista da contrapporre all'attuale Governo oligarchico, consociativo e antidemocratico dell'Ulivo, della trimurti sindacale e della Confindustria della Fiat. La fine del Polo toglie un facile alibi ai troppi liberali di maniera".