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Conferenza Rivoluzione liberale
Bazzichi Marco - 15 febbraio 2000
(...) La colpa a questo punto e' degli stessi promotori del referendum.
Tutti i partiti sono strutturati sul modello del partito fascista: c'e' la disciplina di partito, il divieto di dissenso, la politica e' nazionalistica, esiste l'espulsione dal partito, i direttivi non sono revocabili democraticamente e soprattutto non sono gli elettori a scegliere i candidati.

L'area radicale e' l'unica senza struttura, ma la base, anziche' aggregarsi democraticamente, rimane inerte in attesa che tutte le decisioni, anche le piu' piccole, vengano prese dalla sede nazionale. Mancano, sia nei partiti tradizionali, sia nel seguito della Lista Bonino, la piu' elementari forme di dinamica democratica: non ci sono assemblee (tranne quelle volute dal loro leader, paradossalmente unica fonte di democrazia in quel ghetto) e, soprattutto, le decisioni vengono prese senza sondare la volonta' degli elettori.

Ad esempio, nel 1994 la Lista Pannella (oggi Lista Bonino) si aggrego' a Forza Italia senza perlomeno aver chiesto, ad esempio tramite sondaggio, se gli elettori (facilmente individuabili grazie agli indirizzari delle firme dei referendum) fossero d'accordo.

Stiamo assistendo all'ultimo rantolo della democrazia in Italia, Paese al quale la monarchia, il fascismo e due guerrre mondiali, oltre a 40 anni di Dc non sono serviti da monito e da lezione per il futuro, ma da crescente intorpidimento della societa' civile.

Si va quindi a chiudere, nei prossimi mesi l'unica speranza liberale e di rinnovamento per la Patria dell'antifascismo. E la colpa, ancora una volta, e' degli antifasciti.

 
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