Martedì 15 febbraio 2000 pag.7Pannella: "Ora porteremo la corte al giudizio dell'Onu"
Il leader radicale contrattacca sull'annullamento del quesito sui patronati. "Violata la carta"
Roma - La Corte Costituzionale ha ribaltato il parere del relatore sul referendum contro i patronati? Marco Pannella non si stupisce. "Di episodi così - dice il leader radicale - è strutturata la vita della Corte da ben oltre un decennio. La Corte funziona, per me, nell'ambito di un unico disegno atto a violare la Costituzione e togliere i diritti umani e politici fondamentali del popolo italiano. Cosa che ho tradotto come suprema cupola della mafiosità partitocratica".
Mai avute denunce per vilipendio?
"che mi risulti, mai. Anche presidenti emeriti della Corte hanno riconosciuto, dimostrando in questo grande civiltà, che sono stati oggetto non di insulti, ma di accuse. Io difendo la letteralità della mia accusa, non del mio insulto".
Iniziative concrete?
"Coinvolgere i giuristi e la giurisdizione internazionale, ci riusciremo credo in 2 - 3 anni, nello studiare e giudicare la politica della Corte che s'è rivelata determinante per impedire la vita legittima e legale della politica, così come la vita democratico-costituzionale. Questo è un fatto che è inutile solo denunciare con clamore: ci sono una decina di organismi internazionali che vigilano sull'attuazione delle varie carte dei diritti dell'uomo, quella dell'Onu, quella europea, e le relative convenzioni ratificate anche da noi. L'Italia viola i diritti umani, politici e civili in modo più sofisticato, continuativo e sistemico di Stati come la Turchia, dove c'è una difficoltà storica a conquistare lo Stato di diritto della cultura europea".
I referendum sociali sono stati falcidiati...
"Il problema era uno solo: impedire che restassero in piedi dei referendum che secondo loro avrebbero potuto liberare lo scontro sociale in Italia: il blocco sociale conservatore che domina l'Italia da ottant'anni e di cui costoro sono i tutori, oggi è minoritario e poteva essere travolto. Così hanno mantenuto solo i referendum sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e sulle trattenute sindacali: i sondaggi dicevano che era passata nel Paese la menzogna per cui il referendum avrebbe dato totale libertà di licenziamento e poteva quindi ritenersi che non passasse, come vogliono i sindacati. A mio avviso, però, hanno commesso un grave errore".
E' stato un bene o un male presentare tanti referendum?
"Su 21, per farne fuori 14 hanno dovuto in extremis fare degli "imbrogli". Se ne avessimo presentati 10, il combinato disposto della Consulta, del Parlamento delle banane e delle opposizioni e governi non liberali li avrebbe ridotti a 2 , 1 , forse zero".
Condivide l'ipotesi di votare insieme il 16 aprile, referendum e presidenti delle Regioni?
" Noi avremmo da guadagnarci, otterremmo qualche punto percentuale in più sulle nostre liste. Ma sarebbe un calcolo di parte. In passati ci siamo espressi contro l'accorpamento delle elezioni europee e di quelle nazionali. Perciò siamo anche contro quest'accorpamento del 16 aprile: c'è bisogno di 30 giorni campagna interamente dedicati ai referendum. Tanto più col sistema dell'informazione che ci ritroviamo: Mediaset si comporta dell'ignobile Rai".
Adesso nella Consulta entra Giovanni Maria Flick...
"Che giudicherà molto se stesso, come ex ministro di Grazia e giustizia, anche se meno di Vassalli finalmente scomparso dalla Corte. Ma il vero ideologo, adesso al massimo del suo potere pratico, è Gustavo Zagrebelsky, con la sua teoria dello Stato, oltre che del diritto, omogenea a quella della monarchia assoluta e non di quella costituzionale: il sovrano come soggetto attivo di diritto. Zagrebelsky ha i suoi quarti di nobiltà, nel suo Dna, che lo rendono atto a questo altissimo lavoro anche di "cortigiano e ispiratore".
Marco Ventura