RISPOSTA AD ALCUNE PANZANE:Roma, 16 Febbraio 2000
"Da parte di certuni, anche non di rado nominati "referendari", si va evocando una pretesa contraddizione fra l'avversità oggi confermata dei Comitati Promotori dei Referendum all'abbinamento con le elezioni regionali del 16 aprile, e le posizioni del movimento radicale e referendario nel 1997.
Allora, come ora, la posizione era ed è contro abbinamenti volti ad annullare nei cittadini la possibilità di conoscere prima di deliberare, prima di votare.
Nel 1997 il Governo, con l'istigazione diretta del Ministro degli Interni Napolitano e del suo staff politico, inventò anche una "campagna nazionale amministrativa", inesistente politicamente e giuridicamente, per trovare un pretesto per fissare al 15 giugno la prova referendaria.
Si trattava di una sporca invenzione: per delle elezioni amministrative (non "politiche" come quelle regionali) che interessavano solo 9 milioni di elettori il Governo inventò una "campagna elettorale nazionale", che non esisteva in alcun modo.
Quella sporca invenzione servì per fornire un penoso alibi al Governo Prodi-Napolitano per fissare al 15 giugno la tenuta dei referendum, quando, secondo dati ufficiali dell'ENIT, di già 18 milioni di italiani sarebbero stati in ferie "anticipate".
I Comitati referendari chiesero le date del 27 aprile (la migliore dal punto di vista dei cittadini, perché sufficientemente lontana dalla chiusura dell'anno scolastico e senza dovere rinunciare a week-end "al mare" o altrove, nel colmo della stagione a ciò più propizia), oppure del 4 o, al massimo, del 18 maggio.
I Comitati Promotori esigono - con riserva di sollevare conflitti di potere con il Governo - che la convocazione dei referendum includa con pienezza una campagna elettorale "effettiva" (regime, in genere, non permettendolo), condizione per la validità e la legalità della prova referendaria stessa.
La stessa esigenza di legalità e di validità potendo e dovendo essere rispettata per le "elezioni politiche regionali" del 16 Aprile, che concernono la massima parte degli elettori italiani, è evidente che la data opportuna per la tenuta dei referendum è quella dell'ultima o della penultima domenica di maggio".