Roma, 17 febbraio 2000
"Gianfranco Fini mi sembra accenni ad iniziare "alla distanza" il dialogo che riteniamo urgente avere in sede propria, responsabile quanto ufficiale. Gliene diamo volentieri atto, e attendiamo il seguito della risposta al nostro auspicio di ieri. C'è però subito da notare che l'insistenza su "principi e valori" contrapposti fra An e radicali vanno bene individuati. I radicali, come è noto, rappresentano una tradizione laica di affermazione dei diritti umani civili e politici che furono sicuramente contrapposti (e alla fine, vincenti) ai "valori e principi" fascisti, clericali, clericofascisti. La premessa degli eventi politici del 1994-95 fu nel fatto che i postfascisti, i postclericofascisti, come d'altra parte i postcomunisti, si riconoscevano non più nelle loro rispettive tradizioni ma in quella liberale. Nel 1994-95 la differenza di impostazione con i radicali veniva circoscritta alla posizione sul tema della lotta alla droga; adesso, c'è un revival delle posizioni che videro contrapposti i laici, i libe
rali, i democratici, per merito soprattutto delle iniziative radicali, ai comitati clericofascisti sul divorzio e sull'aborto. E' evidentissimo che se si elevano a valori e principi prioritari e prevalenti su ogni altro esattamente quelli che hanno rappresentato le massime conquiste civili italiane della seconda metà del secolo si compie una operazione del tutto legittima, ma anche del tutto escludente la possibilità di alleanze di un qualche significato e di una qualche portata civile. Comunque ribadiamo l'auspicio di un proseguimento di questo dialogo, rapido e serio fra noi e An. Queste osservazioni sono ancor più pertinenti, e riguardano ancor più direttamente Silvio Berlusconi piuttosto che noi, quando ci si trova dinanzi alla reiterazione ufficiale del "con i radicali nulla, nulla" di Rocco Buttiglione e del CDU e - non equivochi ancora il buon Pier Ferdinando Casini (non si tratta di insulti ma di fedele citazione delle dichiarazioni del CCD) - di quasi tutta l'area cattolico-leghista.
Lo ripetiamo: "casa della libertà" va benissimo se non altro perché è la nostra da sempre, senza parentesi e senza pentimenti. Ma una galera nella quale remino per un momento "insieme", insultandosi, marinai usi a passare da una galera all'altra non certo perché in cerca della libertà, è altra cosa".