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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 20 febbraio 2000
Da il "Corriere della sera" domenica 20 febbraio 2000 PAGINA 4

Una proposta al »Partito cattolico guidato da Forza Italia e da An

Caro Direttore,

Silvio Berlusconi ha rivendicato con forza a Forza Italia la natura di »più grande partito cattolico italiano. E la conferma di una mutazione genetica ormai compiuta rispetto al trionfo politico della primavera del 1994. Quel che è fatto è fatto. Mi spiace per amici come Antonio Martino e tanti altri liberali di FI e del Polo, ma Berlusconi enuncia, oggi, una verità.

Ciò detto, per quanto ci riguarda, troviamo un grande, forte motivo in più per insistere nel nostro tentativo in atto da più di 5 anni, per creare insieme una intesa politica, alta, nobile, feconda ma sempre limpida e certa.

Il capo della »più grande forza cattolica italiana del dopoguerra, Alcide De Gasperi, e la sinistra liberale, radicale furono intimamente legati, fino alla sua scomparsa politica. Il governo Parri (cui sentimentalmente eravamo in molti legati) fu fatto cadere da Leone Cattani per il Pli e la sinistra liberale, proprio nella prospettiva di giungere ad un governo De Gasperi, cui si giunse effettivamente. Con la sinistra liberale pagammo molto caro quell'atto di rigore, di responsabilità di scelta. Nel 1953 si giunse alla famosa »legge truffa , proposta corretta, riformista (con piccolo premio di maggioranza assegnato alla coalizione che raggiungesse il 51% dei voti), della quale fu estensore - in gran parte - il nostro Francesco Libonati, per meglio consentire a De Gasperi di resistere alle tendenze, forti in Vaticano, a favore di un'»alleanza cattolica con estrema destra e clericali, in luogo della compiuta alleanza con i laico-radicali di allora e con repubblicani, saragattiani, anticlericali, »massoni , m

a tutti certissimamente liberali. Furono d'accordo anche Gaetano Salvemini ed Ernesto Rossi, il nostro più caro »padre radicale (anticlericale, anticomunista, antifascista in carcere per 20 anni; padre liberista, einaudiano, socialista liberale, federalista europeo e italiano). Numericamente contavano poco e sempre meno, quei radicali di allora! Ma, la sconfitta di quella legge elettorale, di fatto, determinò la inarrestabile caduta di De Gasperi. Avanzò, prese corpo la Dc »di Fanfani , quella che, poi, avrebbe dovuto subire le crociate antidivorziste e antiabortiste con Giorgio Almirante, e le »unità nazionali di nefasta memoria, in parte attuali ancora oggi.

Silvio Berlusconi stia dunque attento, finalmente, alla difficile nostra scelta ed al nostro progetto di unità alternativa, di Rivoluzione Liberale e Federalista. Stia attento: il cattolicesimo liberale è stato rivoluzionario (con il Risorgimento, ad esempio), »moderato sì, ma per moderare, da liberali, le opposte avidità delle istituzioni confessionali e di quelle statuali, sia del Papa-Re sia di Cesare. La rivolta dei »cattolici , non certo liberali e degasperiani, vecchi e nuovi arrivati o tornati nel Polo, l'avvenuta aggregazione al potere di leadership di Berlusconi del leader della Vandea »padana , con gli insulti ad Emma Bonino che ha preso il posto lasciato libero da Berlusconi negli sfoghi del buon Umberto, tutto questo riguarda molto più pericolosamente »il maggiore partito cattolico e il suo capo, che noi, del maggiore partito laico-liberale, del Partito Radicale, di cui fu deputato don Romolo Murri, fondatore della prima Dc.»Rivoluzione liberale fu il sogno di Piero Gobetti che lo portò alla m

orte. Per Gobetti quella rivoluzione si sarebbe avverata quando avesse potuto camminare anche con le gambe dell'allora proletariato, del Terzo Stato degli esclusi. Il comunismo riuscì poi a tagliare quelle gambe, il fascismo molte delle teste intellettuali che la concepirono.

Ma oggi gli insulti, la rivolta più volgare, più irrazionale, più smodata contro noi radicali, contro il tentativo di allearci con Forza Italia, non vengono più da »sinistra (che anzi ci fissa »appuntamenti di dialogo per subito dopo le elezioni regionali; e di questo la ringraziamo), ma piuttosto da immoderati e arroganti fondamentalisti. Ma noi riproponiamo, al »Partito cattolico di Berlusconi e Fini, il nostro progetto, sia per il 16 aprile, sia per il 21 maggio, sia per le »politiche , sia per i referendum liberisti da ri-convocare per il 2002.

Nulla chiediamo per noi, come nel 1996, quando, malgrado patti subito traditi, stracciati, mantenemmo l'indicazione di voto al Polo nel maggioritario.

Spero che nessuno ci rimproveri se oggi lottiamo, ad esempio, anche perché Emma Bonino diventi la prima Presidente-Governatrice della Regione-Stato Piemonte in Italia e in Europa. Il Paese, certamente, comincia a davvero comprenderci; non più solamente il »popolo , »la gente già pur così numerosa alle elezioni europee. Facciamo - insomma - quel che dobbiamo, accada poi quello che può.

* leader radicale

 
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