Roma, 20 febbraio 2000
"Pregherei caldamente l'amico Pier Ferdinando Casini di rinunciare - lui - per un paio di giorni almeno a parlare, per riflettere prima di farlo. E a fare - lui - come me: a non usare o abbandonare ad intermittenza i principi e le convinzioni che sono - sempre - il meglio di ciascuno.
Sulla tragedia della droga io sono convinto, avendo dedicato a questo problema tanta parte della mia vita (processi, galera, iniziali, assolute solitudini, scioperi della fame e della sete e - soprattutto - studio, dialogo, conoscenza, com-passione, e leggi e referendum approvati), sono convinto che il "proibizionismo" è causa unica di quel flagello, come quelli che concernono "divorzio" e "aborto".
Voi, invece, usato tutto, strumentalizzate tutto, vi servite di tutto, per la miseria di qualche congiuntura elettorale.
Credimi, caro te, questo i veri credenti, credenti in altro che il potere, il danaro, gli ori e gli stucchi, lo sanno bene, lo intuiscono, spesso con ri-conoscenza o con sdegno".