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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 21 febbraio 2000
DROGA: LISTA BONINO SU VICENDA INZANI "GROTTESCO".

Roma, 21 Febbraio 2000

Dichiarazione di Marco Cappato, coordinatore nazionale dei radicali, e di Benedetto Della Vedova, candidato alla presidenza della Regione Lombardia per la Lista Bonino, deputati europei:

"Domani martedì 22 febbraio si terrà a Milano l'udienza preliminare in cui verrà deciso se rinviare a giudizio il dott Giorgio Inzani per l'imputazione di "prescrizione non terapeutica e spaccio di metadone. Si tratta di una vicenda insieme grottesca e gravissima.

Il dott. Inzani, medico, radicale, già consigliere regionale antiproibizionista in Lombardia e segretario dell'Associazione radicale di Milano, è da sempre in prima fila nella cura delle tossicodipendenze e punto di riferimento in Italia del dibattito sulla libertà terapeutica. La "colpa" per la quale viene perseguito è quella di aver curato - a differenza della gran maggioranza dei medici italiani che non osano farlo - i pazienti "difficili" dipendenti da eroina prescrivendo il metadone come farmaco sostitutivo; e non solo con il trattamento scalare, a tempi brevi, ma anche con terapie "di mantenimento", ossia di più lunga durata, le sole che - come l'esperienza incontestabilmente dimostra - risultino davvero efficaci con determinati tipi di pazienti.

Si dà il caso, però, che nel 1993 il referendum proposto dai radicali, e di cui proprio Inzani fu tra i promotori, abbia appunto abrogato la precedente normativa che limitava la libertà terapeutica dei medici di usare, in scienza e coscienza, il metadone come farmaco sostitutivo nel modo più efficace per curare gli eroinomani, e consentiva solo il trattamento scalare. Inzani non ha fatto che esercitare il diritto - e dunque il dovere - che dal risultato del referendum discende. Oggi si persegue una personalità di così alto impegno professionale e civile come se il referendum non si fosse tenuto, come se ancora vigesse la legge che impediva ai medici di curare davvero; e grottescamente gli si contestano quale "spaccio" le prescrizioni regolarmente rilasciate .

Non cè che sperare che, con un'immediata archiviazione, il giudice restituisca un minimo di dignità alla giustizia."

 
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