Posto qui una "LETTERA APERTA" di Gioele Magaldi, laureando in filosofia, esperto del pensiero di Giordano Bruno, che ho ospitato in una trasmissione a Radio Radicale.
"Onorevole Zanone, Bruno cittadino d'Europa e cittadino che si contrappone a queste culture un po' pervasive, ai regimi, direbbe Pannella. Esistono queste figure, oggi? Bruno è attuale anche in questo senso?"
Così, Cinzia Caporale, intervistando Valerio Zanone il 12 Febbraio scorso, entro lo spazio che l'Osservatorio Laico sul Giubileo (rubrica del Sabato di Radio Radicale) dedicava alla figura del grande filosofo bruciato vivo quattrocento anni orsono. Zanone eludeva la domanda, lanciandosi in sapienti "distinguo" fra la persecuzione di Galileo e quella di Bruno...
Tenace, poco oltre la Caporale insisteva: "Quindi, oggi non potremmo così, in qualche modo, identificare le figure di questo genere?". Interloquisce Zanone: "Cioè trovare dei 'Giordano Bruno' attuali? Eh, be', forse con un po' di buona volontà, nel mondo se ne possono trovare..."
Interloquisce, ma non risponde l'ex-ministro liberale, cimentandosi in un discorso sui mea culpa prossimi della Chiesa Cattolica, che poco aveva a che fare con la domanda della giornalista.
Naturale che la conduttrice, la quale aveva prima intervistato il prof. Luigi Lombardi Vallauri e il sottoscritto sul filosofo nolano, rivolgesse ad altri una domanda di attualità politica e civile: ad altri, cioè ad un autorevole esponente di quel Partito Liberale Italiano che, ormai defunto, ha pur giocato un ruolo importante -se non altro per la visibilità e l'assidua presenza ai governi del Paese- nell'Italia del dopoguerra. Altrettanto naturale che Valerio Zanone aggirasse la domanda.
Prima di spiegare il perché di questa plateale 'elusione', tenterò di immaginare cosa avrei risposto io se fosse stata rivolta a me quella domanda: " Pur avendo altrove stigmatizzato ogni operazione astorica e filologicamente scorretta sulla figura di Bruno, semmai un anacronismo è plausibile, probabile e persino auspicabile -visto che ne circolano altri capziosi e improponibili- direi che nella storia di questi ultimi 400 anni, in Italia, in Europa e nel mondo, le uniche figure (mettendo da parte per il momento la vexata quaestio del Bruno massone ante-litteram) che mostrino una qualche discendenza o affinità ideale e 'caratteriale' con quell'uomo scomodissimo e assolutamente anticonformista, che fu il Nolano, sono Marco Pannella e le donne e gli uomini del Partito Radicale, italiano e transnazionale. L'anacronismo è plausibile perché:
1) Bruno si cimentò, solitario, incompreso, respinto per 'prudenza' anche da chi lo ammirava, nel proporre una riforma della società a lui contemporanea. Una società dove ugonotti contro cattolici, ugonotti e cattolici contro i politiques, puritani contro anglicani, anglicani e puritani contro i papisti, luterani contro cattolici e i cattolici contro i 'protestanti' tutti (ma in segreto accordo, gli uni e gli altri, nel perseguire soltanto interessi settari, in dispregio della collettività, dilaniata e lacerata dai conflitti di religione) si combattevano disputando sulle 'parole', su dogmi vuoti e sterili, pretesti abilmente sfruttati dai principi di tutta Europa per contrapposizioni di potere.
2) In quella temperie, Bruno lottava, gridava che, oltre le parole, le vuote definizioni (allora si discuteva di Eucaristia e sacramenti, oggi si dice: "... io sono di centro, tu di destra, lui di sinistra; ma tu sei più di centro-destra, lui più di centro-sinistra, quello un 'tantino' più social-liberale, quell'altro un 'attimino' più liberal-democratico e così via..." ), occorresse andare alle 'cose', ai progetti, alle riforme utili a correggere una vita civile corrotta. E il Nolano alternava ironia, serietà, tolleranza, onesta intransigenza, sarcasmo, disponibilità a 'trattare' con tutti purché gli obiettivi fossero chiari, luminosi, utili al 'convitto umano'. Cattolico con i cattolici, calvinista coi calvinisti, anglicano con gli anglicani e luterano fra i luterani, l'ex-frate rimase sempre se stesso, tentando di dialogare ad ogni latitudine, fermo sui principi e il senso di quelle riforme di cui avvertiva la vocazione, il suo ruolo quasi missionario. Accusato di cambiare mille bandiere perché incapace
di pregiudizi verso qualsivoglia interlocutore con cui potesse 'fare' concretamente un proficuo 'tratto di strada', rimase coerente sul 'cuore' delle sue posizioni fino ad affrontare più volte enormi rischi e fino alla morte che i suoi intolleranti aguzzini vollero dargli.
Questo ritratto, ai nostri disattenti concittadini, all'onorevole Valerio Zanone, ricorda qualcuno?
A me fa venire in mente un signore un po' robusto, dai capelli candidi, con un surreale mantello verde e una perenne arguzia segnata sul volto che, insieme a Emma Bonino e a Francesco Rutelli, portava una corona di fiori al monumento di Giordano Bruno il 15 Febbraio scorso.
Un signore di una certa età che, con le sue compagne e i suoi compagni ha lottato e lotta strenuamente da più di trent'anni per riformare una 'corrotta' società italiana, una imperfetta e incompiuta società europea, una ecumene internazionale dove lo sterminio materiale e morale di donne ed uomini è stata e continua ad essere cosa troppo diffusa per popoli che vivano nella post-modernità. Così, vorrei dire, al liberale Zanone, che escluse Pannella dalla storia 'ortodossa' del liberalismo da lui pubblicata qualche anno fa, al 'liberale' Prodi che ha escluso dal suo 'governo' Emma Bonino (uno dei migliori commissari europei degli anni passati per unanime riconoscimento della stampa internazionale), al liberale cattolico Berlusconi e ai clerico-liberali Casini e Buttiglione che farebbero accordi anche con Satanasso pur di non farli con i Radicali; al 'liberale' Veltroni, riformatore progressista a chiacchiere, conservatore e mistificatore nei fatti (vedi il referendum cosiddetto 'sulla libertà di licenziare')e
ai 'neo-liberali' proibizionisti di Alleanza Nazionale; vorrei dire a tutti costoro che stiano attenti. Facciano attenzione, perché Giordano Bruno era provocatorio, teatrale, e amava definirsi 'eroe furioso', e per questo fu messo al rogo. Marco Pannella è altrettanto plateale e provocatore nonché un po' 'pazzo', come tutti i saggi. Solo, che quel rogo non ha bruciato la memoria di Bruno, celebrato e trionfante a distanza di secoli, no, a 'essere bruciati' sono stati i suoi assassini e i loro complici, quelli che potevano aiutarlo, lottare con lui, e non l'hanno fatto. Il tempo, ai nostri giorni, scorre più velocemente. Chissà se, fra pochi anni, quando di molti politici nostrani non resterà che cenere, potremo 'ricordare' e ringraziare un uomo originale, orgoglioso, tenace, coraggioso, solo, osteggiato ma mai domo; e magari senza attenderne la morte, quando tutti quei falsi liberali che glielo hanno negato da vivo, ipocritamente gli renderebbero un facile omaggio. Per concludere da dove eravamo partiti: il
liberale'ortodosso' Zanone (peraltro eccellente persona e con una dignitosissima storia politica personale) non poteva concedere al liberale 'eretico' Pannella, quella palma di difensore strenuo della 'civiltà' laica (intesa in senso largo e non settario) che la storia ha clamorosamente negato al vecchio P.L.I., da anni giustamente defunto.