Famiglia, battaglie pubbliche e "peccati" privati
[La Stampa. Martedì 22 Febbraio 2000]
Filippo Ceccarelli
LA famiglia, la famiglia, viva la famiglia... degli altri. Oltre che "valore", "tema forte", "battaglia prioritaria", specchio della "concezione cristiana della società", e come tale meritevole di tutela giuridica, questione di principio e punto di conflitto - infine - per tener fuori i radicali dall'alleanza di centrodestra, il Ccd ha posto questa benedettissima famiglia "nel cuore - come recita il titolo del convegno tenutosi ieri e oggi nella sala del Cenacolo della Camera - del Polo".
Sulla famiglia, dunque, la cui difesa è stata pure affidata a una raccolta di firme per una nuova legge d'iniziativa popolare, interverranno i vari Casini, Berlusconi e Fini. Che però - ecco il nodo - risultano avere tutti e tre, anzi tutti e quattro se si tiene conto anche di Bossi, una situazione coniugale irregolare, almeno rispetto all'invocatissima (da loro stessi) norma canonica.
A proposito delle condizioni familiari del Polo, sul Messaggero l'altro giorno Emma Bonino è stata risoluta: "Una coalizione che ha più divorziati che ammogliati". Riservandosi quindi una punta di comprensione: "Se sono riusciti a rimettere insieme nuove famiglie, devono ringraziare quella "sfascia-famiglie" della Bonino che si è battuta per il divorzio".
L'agrodolce recriminazione radicale non fa una piega. Com'è noto, Berlusconi ha avuto due mogli. Una volta glielo rinfacciò Rosy Bindi, nel quadro di una polemica sul voto dei cattolici e sull'opportunità di accostarsi ai sacramenti. Pure Bossi si è risposato; la prima moglie ha anche prodotto un memoriale di due puntate per un rotocalco. Gianfranco Fini ha in verità un'unica moglie, che tuttavia ha avuto due mariti. La circostanza appare al giorno d'oggi del tutto "normale", senonché proprio questo aggettivo ricorre con qualche sospettabile insistenza nel linguaggio del centrodestra a proposito di famiglie "normali" e coppie di fatto, implicitamente "anormali".
Casini, infine, no n è divorziato, ma separato. C'è da dire che tale separazione, due anni orsono, e gli eventi anche fotografici che l'hanno preceduta e forse anche assecondata, sono stati coperti dai media con un dispiego di spazio e di energia da fare invidia ai tormentoni sulle crisi coniugali dei personaggi del cinema e della tv. In modo non molto elegante, ma comunque tale da essere notato, l'ex sodale Mastella l'ha richiamata durante una campagna elettorale. Lo stesso Casini, con molta onestà, per ben due volte si è sentito in dovere di rendere conto di questa sua condizione.
Però, evidentemente, oggi deve averla superata e infatti eccotelo lì che insiste sulla famiglia, la difesa della famiglia, il convegno sulla famiglia. I Ccd, ha spiegato ieri Casini, "non intendono emettere sentenze, né giudizi morali". Troppo buono.
Ora, è pur vero che in Italia i controlli di coerenza non hanno mai funzionato troppo. Per quanto la Iotti, Longo, Terracini ebbero i loro guai politico-familiari; così come ne ebbe Giorgio Almirante ai tempi del referendum sul divorzio, vivendo una situazione coniugale irregolare e trovandosi contemporaneamente alla guida di un partito anti-divorzista. Il dramma è che oggi, in una politica sempre più vuota di contenuti ideologici e ormai basata sulle persone, il divario tra battaglie pubbliche e comportamenti privati rischia di farsi molto più evidente e sconveniente. Predicare bene e razzolare male, anzi addirittura peccare sta diventando pericoloso, specie per chi ha stabilito che si tratta di peccato. Quando non lo è; o, se anche lo fosse, comunque riguarda una sfera che con il Ccd, il Polo e in generale la politica c'entra nulla.
A meno che non sia puro autolesionismo. Se i leader del Polo sono quasi tutti divorziati o separati, le coppie del centrosinistra (basti pensare ai Prodi, i Veltroni, i Parisi, i Castagnetti, i Mastella, i Bertinotti e i Cossutta) costruiscono un grandioso monumento alla stabilità matrimoniale.
Per quanto costretti, non è mai simpatico fare questi paragoni. Anche per questo converrà spendere una buona parola su Pannella e Bonino, che non si sono mai sposati, in fondo dando prova di pregiudiziale e lungimirante ragionevolezza.