Gianni Baget Bozzo uno: "Io sono un boniniano convinto: credo che Emma starebbe benissimo nel Polo. Ovviamente senza l'appendice di Pannella Subito dopo le regionali la Bonino capirà che è una vittima sacrificale, che lei ha un futuro mentre Pannella no. Lei deve pagare un prezzo di fedeltà, quando penserà di averlo pagato, se ne andrà. Perché lui è un corpo morto, mentre lei è una sorgente viva di valori" (13 febbraio, intervista a "Il Giorno").
Gianni Baget Bozzo due: "Ben venga l'alleanza tra Polo e radicali. Questa volta i referendum radicali hanno messo in luce la contrapposizione tra società liberale e società socialista. In questo senso hanno offerto una sponda a una posizione del centrodestra favorevole al liberalismo, e dato un'immagine dei radicali diversa da quella legata alle prostitute, ai terroristi, all'aborto. Quindi è chiaro che i radicali del 2000 pongono i problemi strettamente sociali" (14 febbraio, dichiarazione all'agenzia "ANSA").
Gianni Baget Bozzo tre: "Il modo in cui la Bonino ha governato l'Europa è quello in cui Forza Italia vuole governare il nostro Paese. Parlo della Bonino commissaria, non della militante radicale: di avere lei tutto il Polo sarebbe molto felice. Ma non possiamo accettare i ricatti pannelliani. Marco Pannella è solo capace di dire: o mangiate la mia minestra, o saltate dalla finestra" (18 febbraio, "Il Foglio").
Gianni Baget Bozzo quattro: "Questa volta i radicali si presentano in una veste e con un programma liberali e basta Il Polo ci guadagna, perché non passano le tematiche radicali, e poi, con questo accordo otterremo anche posizioni presidenziali alle elezioni" (21 febbraio, "Il Mattino".)
Che dire? Se così ondivaghi e fluttuanti sono i "consiglieri", figuriamoci in che stato devono trovarsi i "consigliati".
Si potrebbe appena osservare che la tanto apprezzata (e giustamente!) Bonino commissaria europea, null'altro era se non la Bonino militante radicale, che ha trasferito quella sua militanza nell'incarico faticosamente conquistato dal "corpo morto" Marco Pannella, contro le tentazioni e le indicazioni a designare, piuttosto, Giorgio Napolitano. Echi di questa vicenda saranno pur giunti anche a Genova Baget Bozzo queste cose le sa bene, non gli si deve fare il torto di credere che le ignori.
Quanto al "corpo morto" : "Marco Pannella ha introdotto in Italia i metodi della lotta nonviolenta. Ma non ha fatto soltanto questo: è riuscito a renderli comprensibili e popolari. In questo ha usufruito di più fattori: la crisi delle ideologie, il deperimento spirituale delle istituzioni religiose, il bisogno del singolo di esprimersi sui grandi avvenimenti e avere a un tempo, un senso reale ed un messaggio. I gesti di Pannella sono i pochi atti di pace esistenti oggi in Italia. La violenza, prima che una tragedia fisica è un dramma umano e spirituale che si esprime in atti di morte come mezzi per rivelare la realtà della condizione umana di oggi. Anche nella violenza c'è un drammatico messaggio. Pannella ha l'intuizione, il dono di inserirsi nella medesima meccanica da cui nasce il gesto violento e di rovesciarla. Per questo, i suoi gesti sono obiettivamente gesti obiettivamente gesti pace". Ci crederete? E' una dichiarazione di don Gianni, dell'aprile 1979. Vale a dire: quando l'immagine di Pannella
e dei radicali maggiormente veniva assimilata a quella "delle prostitute, dei terroristi, all'aborto"
Ad ogni modo, "consiglieri", "consigliati", e tutti noi, abbiamo potuto leggere in queste ore le "note per Silvio Berlusconi e Forza Italia per giungere al progetto comune che le includa e le dissolva" ("Il Foglio", 19 febbraio); e la "lettera" con la proposta al "Partito cattolico" guidato da Forza Italia e AN ("Il Corriere della Sera" 20 febbraio).
Due documenti importanti: sia per le prospettive politiche indicate; sia per il robusto respiro culturale che li ispira e sostiene. Si può dissentire o convenire, è evidente; una cosa non è possibile però fare: banalizzare il dibattito e la proposta, facendo ricorso a battutine e slogan.
Pannella offre un grande e progetto politico per il 16 aprile e il 21 maggio, con il quale si chiede confronto e dialogo che devono essere impegnati e di alto profilo. Una richiesta che non si può liquidare con le obiezioni correnti di queste ore, rivelatrici solo della miseria intellettuale di chi le fa: evidentemente poco interessato a un grande progetto di liberazione, ma sensibilissimo a calcoli di bassa bottega.
"Qui c'è Rodi, e qui fà il salto", si può ben dire. Sui leader del Polo grava una grande e grave responsabilità. Si sta loro indicando la luna con il dito. Devono trovare la forza di non credere di vedere solo l'unghia del dito orlata di sporco. Troppe volte ci viene mostrato, come nel "Piccolo principe" di Antoine De Saint-Exupery, un disegno; e vi vediamo solo e semplicemente un cappello; auguriamoci per una volta che a chi viene mostrato il disegno, venga l'intuizione, e vi scorga quello che effettivamente il "bambino" vuol rappresentare: il boa che ha ingoiato l'elefante.
E' giusto braccarli fino all'ultimo secondo utile.Non è facile, non è impossibile.