Cari amici,
dopo giorni di riflessione e di discussione, con qualche comprensibile asperità, alla luce dell'imperativo categorico, derivante dalla legge vigente, di sommare tutti i voti di tutte le forze politiche che non si riconoscono nella coalizione della sinistra, è venuto il momento di stabilire in via definitiva con quali alleanze affrontare le battaglie elettorali di qui alle elezioni politiche della primavera del prossimo anno.
La politica generale e il quadro di valori che fanno da riferimento impegnativo alle nostre liste non sono e non sono mai state in discussione. C'è alle nostre spalle un'esperienza trainante, che è quella dell'opposizione realizzata dal Polo per le libertà, nella dialettica tra soggetti diversi e liberi alla quale non ci siamo mai sottratti.
Ma ci sono anche le esperienze delle altre opposizioni, da quelle federaliste a quelle di democrazia laica e liberale. L'importante, per costruire una più ampia casa delle libertà, è afferrare bene il bandolo della matassa: noi non vogliamo limitarci a una testimonianza, lasciando la nostra libertà nelle mani di forze tendenzialmente illiberali, e consideriamo invece nostro compito governare le regioni e il paese, assicurare un grande cambiamento, garantire un ammodernamento dello Stato attraverso una profonda riorganizzazione di tutti i suoi apparati, offrire un'alternativa vincente di libertà al conformismo deteriore e alla deriva autoritaria della sinistra.
Per far questo, occorre vincere le elezioni regionali e quelle successive in nome delle ragioni della democrazia e della libertà. E occorre farlo senza pretendere di imporre un punto di vista esclusivo e senza rinunciare al diritto ch'è nostro, di ciascuno di noi, di batterci per i valori in cui crediamo. Su questo ultimo punto, come ho già avuto modo di dire con parole per me vincolanti, considero impegnata la mia leadership in una funzione di garanzia valida per tutti. E in primo luogo per il nucleo costitutivo e fondante, direi il focolare originario della nostra coalizione, del Polo delle libertà.
A questo fine ritengo che i partiti del Polo, il CDU e la Lega, debbano continuare ad impegnarsi, come sin qui hanno fatto, nelle iniziative legislative che promuovano la cultura della vita e della maternità, che tutelino economicamente e valorizzino anche giuridicamente la famiglia, che contrastino ogni forma di legalizzazione o liberalizzazione delle droghe pesanti o leggere, che realizzino la parità scolastica e la modernizzazione del sistema dell'istruzione.
Ma dobbiamo soprattutto dar voce a quella parte del Paese, largamente maggioritaria, che chiede di arrestare la corsa al regime e l'occupazione dello Stato da parte delle truppe scelte della sinistra. Dobbiamo saper rappresentare chi chiede uno Stato più efficiente, più libero e meno invadente, nel contesto di una grande apertura alla società civile, al mondo dell'impresa, delle professioni, del commercio, della scuola pubblica e privata e del volontariato. Per portare a termine una vera rivoluzione liberale e federale non serve una falange ovvero un'organizzazione chiusa a riccio nella propria identità, governata dalla disciplina d'apparato. Lasciamo volentieri queste pratiche agli eredi del totalitarismo illiberale e a coloro che hanno deciso di vendergli l'anima, alleandosi con loro senza condizioni.
Abbiamo bisogno, invece, di una convergenza più larga e più ambiziosa di quella già felicemente realizzata e che sappia andare oltre il Polo delle libertà, una convergenza fondata sull'autodisciplina e su una coesione volontaria, in cui ciascuno possa trovare riflessa insieme l'immagine delle proprie scelte e l'itinerario di un concreto cammino per renderle possibili. Sulle cose che distinguono, come credo di avere capito dalle più recenti dichiarazioni vostre, ci deve essere sempre lo spazio per la discussione, la riflessione comune, una eventuale sintesi o una separazione di responsabilità nella dialettica tra gli eletti; e ci deve essere, per quel che riguarda le politiche specifiche già collaudate nel Polo per le libertà, una chiara assunzione di responsabilità di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, del Ccd e del Cdu. Tanto della riflessione comune, e dell'apertura di uno spazio per intese parziali o per distinzioni di principio, quanto della garanzia di un'identità bene definita del Polo delle libertà,
mi faccio garante personalmente, e credo che in questo risieda alla fine il dovere preminente e la vera funzione di una leadership.
Esistono dunque tutte le condizioni per mettere la parola fine a un periodo in cui, comprensibilmente, ogni soggetto dell'alleanza ha fissato le proprie condizioni e i propri obiettivi; e per dare inizio a una fase in cui il patrimonio ideale di ciascuno diventa il fondamento di un'impresa comune. Sono certo che non è minimamente nelle vostre intenzioni favorire l'instabilità politica e la confusione nelle file dell'opposizione che si propone come alternativa di governo; sono altresì convinto che sia stato inevitabile affermare, in una discussione aperta e vivace, le identità politiche dei diversi gruppi e movimenti dell'alleanza. Ma il tempo stringe. Siamo di fronte alla pretesa del governo di occupare lo spazio intero dell'informazione, fino alla strumentalizzazione di ogni occasione televisiva e spettacolare, fino alla speculazione elettorale sulla povertà dei paesi in via di sviluppo.
Di fronte a una campagna faziosa, dispiegata con tutti i mezzi della propaganda di regime e agevolata dalla limitazione del diritto di informare imposta per legge all'opposizione, occorre chiudere la discussione interna al più presto e metterci in sintonia con un paese che pretende da noi il pieno assolvimento del nostro ruolo di forza di governo alternativa.
Forza Italia intende mettersi al servizio di un'alleanza aperta, quale deve essere quella che ho chiamato "la casa delle libertà", in cui ci sia posto per le opposizioni federaliste e liberali che hanno svolto in questi anni la loro funzione fuori del Polo delle libertà. E sono convinto del fatto che, assicurata e garantita nella forma di un patto di governo del nucleo originario del Polo, è anche vostra questa volontà di batterci per i valori comuni, per affermarli e portarli a guidare il paese, come vuole la maggioranza degli italiani.
Con i più cordiali saluti
Silvio Berlusconi
24 febbraio 2000