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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 26 febbraio 2000
DICHIARAZIONE DI EMMA BONINO:

Roma, 26 febbraio 2000 - Fedele a quanto di tradizione violenta, faziosa e falsificatrice connota il peggiore giornalismo italiano nei suoi luoghi e momenti peggiori (e sono momenti che, per quanto ci riguarda, durano da molti lustri), "L'Espresso" ha dunque deciso di trasformare l'intervista che ho accettato di concedere questa settimana nell'occasione per un vero e proprio agguato.

Titolo di copertina: "UNA BONINO DA 100 MILIARDI. Retroscena della trattativa Radicali-Berlusconi".

Sommario: "Radicali-Berlusconi. Parla Emma Bonino: UN AFFARE DA CENTO MILIARDI".

Titolo e sommario dell'intervista: "Esclusivo, Emma Bonino racconta la trattativa con Berlusconi. SILVIO, DAMMI 100 MILIARDI. Chiede una cifra da capogiro al Cavaliere per finanziare i referendum. ( ) Ma lascia a D'Alema uno spiraglio: appoggiarla nella corsa all'Alto commissariato ONU. In quel caso ".

Ogni commento mi sembra superfluo. Da mesi, e nelle ultime settimane in modo addirittura ossessivo, abbiamo ed ho spiegato che, nel dialogo tra Radicali e Polo, è assolutamente esclusa qualunque trattativa di carattere economico, meno che mai a proposito di Radio Radicale. Ancora: da mesi abbiamo ed ho spiegato che, per ciò che riguarda i referendum (un'impresa -voglio sottolinearlo- per la quale, negli ultimi sette anni, abbiamo investito 50 miliardi, raccolto 41 milioni di firme, coinvolto decine di migliaia di militanti, mentre quasi 15000 persone hanno scelto di digiunare perché fosse garantito il diritto di tutti i cittadini a conoscere questa iniziativa), chi volesse sostenerli davvero dovrebbe impegnarsi in modo altrettanto forte, altrettanto deciso, senza riserve, mettendo in campo adeguate risorse umane, politiche ed economiche. Questo ho ripetuto a "L'Espresso". Ma tanto è bastato a chi ha scritto titoli e sommari per fissare, per così dire, il "prezzo" delle mie, delle nostre "prestazioni" poliste

.

Complimenti a questo giornalismo democratico e progressista, agli editori che ne sono i mandanti, agli illustri -secondo altri- professori che ne sono fiancheggiatori, e a quanti (neo-comunisti, vetero-democristiani, asinelli scalcianti e raglianti), si vanno candidando in queste ore a piccole operazioni di parassitismo pre-elettorale.

Comunque, di tutto questo ci occuperemo nell'unico luogo che mi appaia davvero adeguato a discutere di comportamenti simili: in un'aula di giustizia. Ho infatti dato mandato ai miei legali di citare l'editore e il direttore de "L'Espresso" per ottenere il risarcimento dei danni arrecati alla mia reputazione dalla copertina, dal sommario e dai titoli che hanno stravolto il contenuto delle mie dichiarazioni. Appuntamento in Tribunale.

 
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