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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Antonio - 27 febbraio 2000
E va be', vorrà dire che perderanno anche le politiche, mentre noi trasferiremmo in ambito trasnazionale le istanze di liberazione in senso liberale e federalista della realtà nazionale ed europea (semmai non fosse possibile raggiungere un certo livello di competitività già dalle ormai prossime elezioni politiche).
Che figura farà poi quel gentile signore, così inglese e a modo, nel trovarsi accanto al premier del governo padano Mario Borghezio e alla segretaria del sindacato padano Rosy Mauro, per tacer d'altri.

Balle, anche i sogni sono importanti in politica ed il muro, prima o poi, bisognerà pur saltarlo. Il pragmatismo e le semplificazioni contabili, lasceranno in un bel palmo di naso parecchia gente: Tremonti per primo.

E' l'evento in politica che smuove e determina i nuovi assetti di governo, ed è quello che dobbiamo tentare oggi: generare l'evento perché nulla possa mai essere come prima.

Pannella non vuole nemmeno sentire parlare di Terzo Polo, ma di bipartitismo e tripartitismo sì. E allora, c'è una strada, un'autostrada, tracciata e ben più breve di un'improbabile alleanza con un Polo agonizzante di cui Cossiga ed Andreotti sono pronti a farne un sol boccone per infine riproporre quel tragico deja vu dei tempi andati ma non ancora sopiti.

E Berlusconi ye ye, se ne può fregar di meno del liberalismo: accetterà il veto sul conflitto d'interessi, contratterà l'impunità per il pregresso e giocherà sui mercati internazionali forte dei suoi guadagni record (settemilacinquecentomiliardi con una giornata in Borsa), la domenica andrà a messa con Andreotti, il lunedì vestirà il grembiulino con Cossiga e qualche volta farà anche una briscola e tressette con Bossi per lanciare la catena di hostaria padana (contentino al popolo bossiano per la mancata secessione).

 
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