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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Antonio - 28 febbraio 2000
CONFERENZA STAMPA
di Marco Cappato, Emma Bonino e Marco Pannella

trascritta integralmente da Giorgio Cusino

Roma - 27 febbraio 2000

MARCO CAPPATO. Grazie, buongiorno a tutti, grazie per essere venuti.

Conferenza stampa con Emma Bonino, Marco Pannella e alcuni dei candidati della Lista Emma Bonino per le elezioni regionali.

Come sapete abbiamo ricevuto, nella mattinata di ieri, il nuovo testo proposta per l'accordo con Silvio Berlusconi e Forza Italia.

Questa conferenza stampa indetta, innanzitutto in risposta a questo testo; come sapete gi prima avevamo indetto, per il prossimo fine settimana, da venerd 3 marzio, con inizio alle ore 14, con prosecuzione per tutto il fine settimana, con possibile continuazione a luned 6 marzo, la Convention nazionale dei Radicali, delle Liste Emma Bonino e dei Comitati promotori dei Referendum, convocazione che confermiamo oggi, in quanto le decisioni che andiamo ad assumere, quali che esse siano, necessiteranno ovviamente del-lo sforzo anche organizzativo, di realizzazione concreta degli obiettivi che ci proponiamo, non soltanto sulla questione dell'accordo elettorale, ma anche per dare agli obiettivi della Rivoluzione liberale, liberista e federalista che portiamo avanti, la forza di un confronto e di un dialogo aperto.

Su questo abbiamo convocato la Convention nazionale da venerd 3, alle ore 14 per tutto il week end.

Cominciamo questa conferenza stampa dando la parola a Emma Bonino.

EMMA BONINO. Grazie Marco, grazie a voi tutti.

Come sapete abbiamo seriamente lavorato in queste settimane per capire se tra Forza Italia, il Polo e i Radicali fosse possibile arrivare ad un accordo politico e programmatico su pochi punti ma essenziali, con impegni precisi, concreti, tempificati e determinati, nella prospettiva non di un accordo elettorale o di potere, ma un accordo che avesse i connotati della speranza e della prospettiva di una grande riforma liberale per l'Italia, convinti come siamo, che l'accordo non pu nascere sulla volont di sommare gli elettorati, che sarebbe comunque un errore di valutazione, ma quella di avere proposte forti, in grado di conquistare il consenso e l'entusiasmo di chi oggi, ancora, non vota per noi o non vota affatto.

Abbiamo anche lasciato cadere tutte le polemiche di questi giorni, le pi· sgangherate degli alleati di Berlusconi e i loro tentativi di portare il confronto su questioni che non c'entrano assolutamente nulla con le ipotesi di accordo sul tappeto; questioni sulle quali, tra l'altro, gli italiani si sono gi espressi tanti anni fa, ci pare dando pi· ragione a noi pi· che a loro.

Sicch riteniamo che non pi· possibile rinviare a dopo decisioni importanti e proposte concrete di riforme; siamo convinti che tempo di scelte nette e coraggiose e non il tempo questo, quello di prendere tempo.

Allora cominciamo: a partire dalle regionali abbiamo proposto che il 16 aprile si sottoponesse agli elettori un progetto di regioni-stato americane, con un Presidente Governatore eletto direttamente e consiglieri eletti con il sistema uninominale, maggioritario, con una forte componente di democrazia diretta e referendaria sul modello svizzero.

Il Polo ci risponde: lo decideranno le singole Regioni, cio i partiti. Non gli elettori dunque ma i partiti.

In buona sostanza ci hanno detto di no, non vogliono cio sottoporre questo progetto agli elettori, non vogliono, in buona sostanza, sottoporre nessun progetto, non dire chiaramente agli elettori in quali regioni e con quale assetto istituzionale sono chiamati ad esprimersi.

Insomma, in buona sostanza si otterr cos solo una cosa, cio la moltiplicazione per 15 del bailamme romano.

La risposta su questo punto che cos importante, anche per quella che viene chiamata la riforma federalista, su cui torner , stato nettamente un no, perch lasciare ai partiti - 35 - dopo le elezioni del 16 a farsi ognuno il sistema elettorale regionale pi· convincente, vuol dire semplicemente lasciare un progetto proporzionalista, in buona sostanza la moltiplicazione o la duplicazione per fotocopie del bailamme romano.

Lo stesso dicasi sui nuovi referendum che le regioni potrebbero proporre; anche qui quali referendum devono essere proposti o riproposti ovviamente, modificati in base alle motivazioni della Corte, dalle Assemblee regionali, quelli sul lavoro, sul part time, sul tempo determinato, sulla Sanit , sulla Previdenza, quindi sottoporre anche questi contenuti agli elettori, come parte fondamentale dell'attivit dei prossimi Consigli regionali. Anche su questo ci sono indicazioni vaghe e anche su questo un rinvio a dopo le elezioni. Tra l'altro appunto, queste proposte o questi cosiddetti impegni sono solo di Forza Italia e non del Polo.

A nostro avviso, come abbiamo proposto questi nuovi referendum o vecchi, perch sono in gran parte quelli bocciati dalla Corte costituzionale, devono essere centrali e non accessori nella campagna elettorale per le regionali, proprio per portare avanti immediatamente, con grande determinazione, l'altra parte della riforma liberista che stata bloccata dalle motivazioni della Corte e non come pegno da pagare ai Radicali ma come progetto concreto di continuazione e incardinamento ulteriore di quella rivoluzione liberale su cui poter conquistare il consenso di milioni di elettori, di piccoli imprenditori, dei disoccupati, dei giovani e dei non garantiti.

Quindi ci sembra che su queste due parti fondamentali della campagna per le regionali sia sul modello istituzionale sui contenuti e le prime iniziative da prendersi da parte dei consiglieri regionali, mi pare che sulla prima parte uno un no secco, sulla seconda ci sono vaghe prese di posizione da discutersi dopo, il testo dice che si promuoveranno in 5 Consigli regionali i referendum che saranno sottoposti dai Radicali e saranno, di comune accordo, considerati fondamentali, dopo, tra Forza Italia - neanche dal Polo - e dai Radicali.

Sicch non un caso - e voglio tornare su questo - che il primo punto di dissenso netto, quello che riguarda il sistema elettorale da adottare nelle nuove regioni che appunto, secondo Forza Italia, verr deciso in un secondo tempo dalle regioni stesse, perch il maggioritario non una nostra fissazione, come temo qualcuno pensi, ma una profonda e ben radicata convinzione non da oggi, perch siamo convinti che pensare alla rivoluzione liberale federalista oggi in Italia, senza contemporaneamente attuare una scelta maggioritaria, sia una pia illusione.

Come si pu infatti pensare che sistemi politici istituzionali, di tipo proporzionalista, quindi necessariamente consociativi o partitocratici, possano accompagnare quella che necessaria e drastica svolta liberale e liberista da attuarsi.

Insomma, senza un passaggio ad una democrazia bi o tripartitica, ad una democrazia competitiva di tipo anglosassone, le riforme, quelle vere, resteranno obiettivamente al palo.

D'altra parte continuiamo a ripetere, ma tutti ormai lo dicono nei convegni, che anche la nuova economia, anche quella basata su Internet, richiede istituzioni e governi leggeri, rapidi nelle decisioni, maggioranze parlamentari in grado di favorire lo sviluppo di interessi nuovi anzich impegnate a tutelare interessi o microinteressi gi costituiti, sindacali o confindustriali. E quindi pensare che basti una maggioranza parlamentare schiacciante, comunque composita a supplire alla debolezza di un'azione legislativa di governo un errore.

In effetti, la presenza nelle coalizioni di forze diverse fra di loro e in competizione per lo stesso elettorato pu solo produrre lentezze, contraddizioni nella migliore delle ipotesi, paralisi certa nella peggiore.

Per queste ragioni quindi, per noi la scelta del maggioritario a Roma come nelle regioni, irrinunciabile, non come fissazione ideologica ma come impegno deciso e immediato per potere, su questa base, camminare con la rivoluzione liberale e federalista.

Questo punto diventa tanto pi· cruciale quanto pi· si intenda procedere alla riforma federalista, perch di quali nuove competenze stiamo parlando per regioni rette da 30 o 35 partiti e partitini, anche loro, in realt significa credo, moltiplicare per 15 la situazione di paralisi che gi conosciamo a livello centrale; a parte il fatto che tutte le devolution di cui si parla delle nuove competenze alle regioni passano attraverso una riforma costituzionale e quindi con i tempi che sono obiettivamente storici o comunque di l da venire.

Questa mi pare, ad oggi, la situazione e cio al di l della costruzione pi· o meno articolata sui punti essenziali e sugli impegni puntuali e specifici delle prossime settimane, delle regionali, dei referendum del 21 maggio e degli altri da proporre, ci pare che la risposta sia stata, nel concreto, un no ed un rinvio ad ipotesi o a tempi altri.

Insomma, un preannuncio, in buona sostanza ci sembra, un preannuncio di un protocollo di impegni da realizzarsi se le condizioni politiche lo permetteranno.

Ci sembra per questo che, allo stato attuale, quello che noi dobbiamo assolutamente fare, innanzitutto continuare in questa iniziativa difficilissima di raccolta delle firme per la presentazione delle Liste Bonino, siamo a circa un terzo in una situazione in cui neanche i Comuni rispettano la legge, per cui come avete visto, come al solito la stragrande maggioranza dei Comuni chiusa, perch ci sembra questo l'unico strumento perch ai cittadini vengano sottoposti, o qualcuno - in questo caso la Lista Bonino - sottoponga dei progetti chiari, determinati, tempificati nella loro attuazione. Grazie

MARCO CAPPATO. Grazie Emma.

E' stato distribuito o sar distribuito del materiale, sia la proposta di accordo che avevamo gi reso pubblica nella giornata di ieri, sia le prese di posizione e le dichiarazioni di queste ultime ore, compreso un comunicato stampa di rendicontazione di un sondaggio sulla disponibilit , sull'apertura delle Segreterie comunali per la sottoscrizione delle firme per la presentazione delle liste regionali e poi, anche un curioso sondaggio tratto dal sito Internet dei Cristiano Democratici, del CCD. E' una curiosit ovviamente, secondo questo sondaggio tutti i referendum ammessi al voto superano il 50% dei consensi, legge elettorale e licenziamenti inclusi.

La parola a Marco Pannella.

MARCO PANNELLA. Siamo dunque arrivati al momento delle assunzioni di responsabilit , assunzioni di responsabilit ben precise da parte nostra e da parte di qualcuno che non vorremmo fosse, ma sembra essere, anche se forse non se ne rende conto, di gi un cavaliere dimezzato.

Era a colloquio con Emma Bonino, con noi, in dialogo da questa estate, in quanto Presidente del Polo; adesso, come vedete, propone accordi a nome di Forza Italia.

Noi temiamo fortemente che Silvio Berlusconi stia compiendo la parte finale di un percorso profondamente sbagliato, anche a partire dagli interessi politici, ideali, che sono i suoi. Lo mettemmo gi in guardia nel 96, nel 96 in tre giorni fu tradito un impegno sottoscritto da Berlusconi, Fini e Buttiglione secondo il quale i candidati e gli eletti addirittura, nel nuovo Parlamento avrebbero dovuto essere in numero assolutamente uguale fra candidati laici o radicali e candidati cattolici o di area cattolica.

Dopo tre giorni di questo accordo, ci riunimmo nel suk di via dell'Ani-ma e constatammo che vi erano gi 130 candidati di area pi· o meno democristiana, cattolica e ci si offrivano 30,35 o 40 o 27 candidati o eligendi.

Avvertimmo Berlusconi che quello significava perdere gi le elezioni del 1996, tanto pi· che contemporaneamente era in corso il dialogo per la Bicamerale con D'Alema.

Quando i sondaggi gli resero ben chiaro che le alleanze elettorali che aveva scelto e la strategia post elettorale che annunciava gli stavano facendo perdere le elezioni, in un momento nel quale appunto, noi non avevamo candidati, stilammo un accordo, l'accordo al primo punto diceva che il primo atto nel Parlamento neo eletto di Forza Italia, del Polo e dei Radicali sarebbe stato quello di chiedere la procedura d'urgenza; badate, le nostre cose sono puntuali, non di chiedere la presentazione di un progetto di riforma elettorale americano, per intenderci, ma la richiesta della procedura d'urgenza perch il primo dibattito, la prima legge che fosse stata votata dal Parlamento, fosse quella della riforma elettorale americana come pre condizione necessaria della situazione costituzionale italiana, per far scattare la rivoluzione liberale nel suo trittico allora individuato nel Presidenzialismo, nel Federalismo, nel sistema elettorale americano, anglosassone e americano.

Il primo passo doveva essere questo.

12 ore dopo avere sottoscritto, in una cerimonia nella quale ci siamo quasi scambiati le penne pasci eccetera, per firmare come si doveva, a Porta a Porta, che l'altro luogo dei riti di regime, Berlusconi a D'Alema che gli diceva un po' sorridente, un po' preoccupato: dunque non ci vedremo pi· adesso, dopo le elezioni, ti sei messo d'accordo con Pannella, Berlusconi rispose testualmente: Tu hai Bertinotti, io ho Pannella, che vuoi farci?

Da quel momento cominci la frana dei voti a favore dell'unico oppositore apparente contro il centro sinistra e il centro destra, che era Bossi, che guadagn , nei sondaggi, il 4,9% dei voti in pi· in 7 giorni.

Fu il crollo della posizione.

Scusate se ho voluto ricordare che la nostra puntualit nel proporre accordi puntuali che vadano e arrivino agli elettori e diano agli elettori la possibilit di scelta, quella volta tradita ha significato un suicidio che l'Italia ha pagato caro.

Questa volta si ripercorre in condizioni ancora peggiori. Noi, come Emma ha ricordato, abbiamo proposto che il 16 aprile gli elettori delle 15 regioni italiane si pronuncino dinanzi alle forme di stato-regione, le cui Assemblee costituenti dovranno essere elette.

Quindi significava assumersi la responsabilit di fornire, agli elettori di ogni regione, un criterio per votare o una conferma sostanziale del canaio regionale che c' da sempre, della paralisi campana, della paralisi veneta, della paralisi calabrese, pugliese, delle paralisi in corso, di avanzata putrefazione anche, o altrimenti quella di fare delle regioni delle realt istituzionali nelle quali la rivoluzione liberale prende corpo e diventano le postazioni per sparare contro la oligarchia fuorilegge romana, romana della Corte Costituzionale, dei fuorilegge conservatori dell'attuale repubblica all'interno della quale, sta oggi proponendosi uno schieramento transpolare, transpartitico, neocentrista e di epigoni della grande Democrazia Cristiana, questo nostro grande avversario storico, che era grande.

Oggi sono gli epigoni transpartito, transpolare, transnazionale, PPE e via dicendo, tutti i cuginetti, i quali di gi adesso, grazie agli errori di un Polo che tutto stato tranne guida e sollecitatore di rivoluzione liberale, di rivoluzione liberista, di battaglie affidate al voto dei cittadini, adesso si presenta invece, in una situazione nella quale il povero Silvio Berlusconi e lo dico con vero rammarico, ha dovuto accettare il diktat di Casini e Buttiglione: o noi o loro.

Ha risposto come tutti vediamo.

Costoro sono per il proporzionale, per la restaurazione partitica della prima fase della prima repubblica, sono dei restauratori o di coloro che cercano di restaurare, in totale sintonia con la Lega bossiana che rappresenta la rivolta della Vandea peggiore in Italia.

Non era questo certo qualche anno fa, non erano certo questi gli elettori di massa della Lega, ma oggi sono ridotti appunto, ad essere la componente di Vandea plebea, assolutamente con uno stile e con una storia che tutti possono giudicare quanto sia omogenea per presentare l'alternativa nei volti, come nelle democrazie anglosassoni, l'alternativa nei volti, nelle storie personali di coloro che devono costituire l' quipe che devono abbattere quel potere per sostituirsi ad esso.

Che galleria, che museo delle cere, noi non potevamo accettare e non lo abbiamo fatto, questo precipitare ormai del Polo, di Forza Italia, di Berlusconi, in un situazione reazionaria, in una situazione populista sgangherata.

Noi, tuttora ci rifiutiamo di accettare questo.

Prendiamo atto, per , che persino negli accenni di accettazione confusa e assolutamente inaffidabile di alcune nostre richieste, queste vengono fatte a nome di Forza Italia.

Cosa vuol dire? Dicono dei 7 referendum, uno quello proporzionale no, lasceremo libert di coscienza. Voglio pure vedere, ancora mi pare il Polo non pu rimobilitare il cardinale Bellarmino ed altre usanze, se qualcuno non d'accordo.

Poi, sull'articolo 18 dice: caveat, state attenti perch si, forse noi appoggeremmo Forza Italia, ma noi per dovremmo chiarire che non siamo per la libert di licenziamento ma per la libert di assunzione.

Siccome sono amici un po' distratti in questo momento, non si beccano la querela, perch la libert di licenziamento una fandonia che ormai hanno cura di non evocare pi· n D'Antoni, n Cofferati, n gli altri.

EMMA BONINO. Per Giovanardi si.

MARCO PANNELLA. Be' va bene, non puoi pretendere che Giovanardi segua un poco le novit o i cambiamenti, i contrordine compagni che gli arrivano.

Quindi, in questa situazione noi ci troviamo a constatare che, in realt il Polo, tutt'al pi· finirebbe per dire si - un modo di dire a Roma: grazie al... cavolo - ai referendum sulla Giustizia, tutt'al pi· il senatore Pera e qualche altro che hanno qualche riserva, chieder anche lui la libert di coscienza. Perch , sul finanziamento pubblico il Polo, come dice Buttiglione, come dice Casini, non esiste pi·, perch AN, anche se non ne parla molto, datemene atto, proponente come noi di un referendum sul finanziamento pubblico.

Ma Forza Italia a favore del finanziamento pubblico, CCD a favore del finanziamento pubblico, il CDU a favore del finanziamento pubblico, la Lega a favore di finanziamento pubblico.

Be' scusatemi un momento serio, non possiamo tollerare queste piccole squallide furbizie per prendere in giro chi? Noi? No, gli elettori.

Ecco quindi che arriviamo al dunque; noi, ancora una volta come durante le campagne referendarie che il Polo ci ha fatto fare assolutamente soli, fidando spesso sull'azione fuorilegge della Corte Costituzionale, sui sabotaggi della Rai Tv, che Mediaset realizzava in modo perfetto, nella Rai TV qualche contraddizione ogni tanto era rilevabile, quindi nel momento in cui noi abbiamo, per anni lottato per deferire ad un popolo che mostra di volere la rivoluzione liberale, di volere le nostre soluzioni, noi abbiamo sempre constatato che il Polo e Berlusconi erano sostanzialmente contro.

Adesso chiediamo che il 16 aprile gli elettori diventino consapevoli che devono scegliere per 15 grandi regioni nelle quali non si ripropongono subito dopo l'elezione, quello che adesso sta accadendo per le sole candidature. Pensate alla Campania, pensate a Napoli, pensate al fatto che ancora non sono riusciti a trovare i candidati in moltissimi posti, pensate alle liti che ci sono state, senza un'oncia di dichiarazione programmatica n del centrosinistra n del centrodestra in nessuna delle regioni.

Senza l'aiuto di programmi sottoposti agli elettori in modo evidente e chiaro, il dopo elezioni del 16 aprile sar ancora pi· desolante, pericoloso, di questo clima nel quale stiamo vivendo.

Quindi, a questo punto la sintesi questa: Silvio Berlusconi dimezzato nella sua presidenza del Polo o secondo Casini, Buttiglione e altri del Polo stesso; noi vorremmo se fosse possibile, che da cavaliere dimezzato non divenisse ben presto cavaliere o mezzo cavaliere disarcionato, che mi pare quello che concretamente rischia e rischiamo.

In una situazione nella quale - l'ho gi detto - sono pronti per D'Alema e per Berlusconi, ormai in un modo chiarissimo, il transpartito, transpolare, neocentrista, tardo democratico cristiano, che vede i cuginetti del PPI, ma sempre del PPE, in dislocazione ma in funzione uguale, diversa dei cuginetti del CCD, del CDU. Tutti e due stanno facendo il tiro al piccione contro D'Alema e contro Berlusconi.

Ma perch ? Perch sia a destra come a sinistra, sono pronti in coda i candidati di stampo ciampiano. Attenzione qui non c'entra nulla il Presidente Ciampi, di caratterizzazione ciampiana, non politici, al di sopra delle parti, pu essere il Governatore della Banca d'Italia, pu essere il ministro europeo Monti, pu essere Casavola, pu essere il ritorno di Prodi.

Ma voglio dire, da una parte e dall'altra ormai, devo dire, l'unica nota di ottimismo dinanzi a questo museo degli orrori, potrebbe venir fuori il fatto che pare che una persona seria come Giulio Andreotti pare che un tantino cerchi di guardare con ragionevolezza di ispirare e di controllare, perch certo, da questo punto di vista, Andreotti da delle garanzie che il povero Silvio da questo punto di vista sicuramente non pu nemmeno sperare di tentare di dare.

Bene, queste sono le cose per le quali noi diciamo che i due Poli, il centrosinistra e il centrodestra, sono oggi, per tutti i loro elettori, sicuramente un problema.

La lista Emma Bonino la soluzione del problema, con la chiarezza programmatica, con la chiarezza e la responsabilit delle proposte che sono le nostre, sapendo che il rischio di Berlusconi quello, a questo punto, scatenare il terrore dell'apocalisse, mettendo in piedi anche lui, con qualche anno di ritardo, una sfortunata, come destino, gioiosa macchina da guerra.

Nel 94 era il buon Achille Occhetto, adesso lui. Al , tutti quanti uniti per combattere il Komunismo e tutto questo sperando che l'Italia cada nel tranello che per un paio di presidenti di regione di quelle regioni, in pi· o in meno, si dicano di qua o di l , come o di qua PCI e DC dell'unione nazionale, mentre noi diciamo: o di qua o di l , ma di qua la rivoluzione liberale, il nostro progetto.

Ma come possibile che da 30 anni nessuno abbia capito che le regioni potevano proporre referendum per contrapporre al declino e alla corruzione romana, semmai una alternativa federale e federalista dalla base, a partire dalle esigenze socio economiche, delle varie diverse realt regionali ed altro.

Ebbene, noi chiediamo tuttora agli elettori, ma continuiamo a chiederlo a Silvio Berlusconi, finch avr tempo o voglia e che oltre a quello Statuto-Costituzione di regioni-stato che abbiamo indicato, semplicissimo, chiarissimo, comprensibilissimo da tutti, siano stilati in un modo preciso, i referendum che le regioni eventualmente conquistate, promuoveranno per il 2001. Se le elezioni sono al 2001 si possono fare nell'autunno del 2001, se invece saranno anticipate, si potranno fare anche nella primavera del 2001, per riproporre appunto, in un modo pi· organico, tenendo presenti gli alibi e i pretesti anticostituzionali della Corte, un grande schieramento, una grande battaglia alternativa, federalista, presidenzialista, liberista, di liberazione del lavoro e dell'impresa. Questo in fondo quello che chiediamo.

In Italia si persa la certezza del diritto e tutti lo sanno ed il disastro sul piano della Giustizia; ma si persa, ancora di pi·, la certezza della politica e noi siamo qui a dire no all'ennesima negativa risposta che ci stata data a qualcosa che affida il proprio successo demagogico ed elettorale, unicamente elettorale, lo affida alla assoluta incertezza della politica e dei disegni politici.

Questo quanto, sapendo bene, credo tutti voi, Emma lo ha gi detto, che se poi su questa storia dei valori ancora continuano a romperci l'anima, be', con un po' di fierezza dell'essere italiani non che capiti spesso, oltre che dell'essere Radicali, noi diciamo che l'Italia, l'Europa, il mondo hanno di gi unanimemente risposto e continuano a rispondere, per salvaguardare quei valori sono necessarie le risposte radicali del Partito Radicale, rappresentate in Italia dal Partito Radicale e dal Movimento dei Diritti Civili e non le risposte degli eredi di Fanfani ed Almirante, una Italia ultraminoritaria nella quale io non comprendo quale impazzimento abbia determinato Silvio Berlusconi a scegliere come situazione, come obbligazione.

Quei valori noi li abbiamo difesi, il mondo civile li difende come noi diciamo, come vogliono invece difenderli i Bossi, i Buttiglione, i Casini e anche Forza Italia, scusatemi, questo appartiene ai detriti della storia e sono gi nelle discariche.

Se vogliono si rifacciano avanti, come dire, li aspettiamo a pi fermo, in fondo anzi, con qualche puntina di divertimento e di serenit .

MARCO CAPPATO. Grazie. Ci sono delle domande?

STANGANELLI - MESSAGGERO. Pannella poco fa diceva delle garanzie che fornirebbe di fronte a questo nuovo ceto politico una persona seria come Giulio Andreotti.

Ora, vero che Andreotti raccomandava in una intervista ieri, a Casini e Buttiglione di fare l'accordo, di non trincerarsi dietro i cosiddetti valori, ma Andreotti sappiamo benissimo che nella stessa intervista si pronunciava per la proporzionale, diceva che una follia questo maggioritario.

In che senso da delle garanzie? In quanto da una certezza di essere una persona seria?

MARCO PANNELLA. E' una persona seria, lo sempre stato, ho ricordato che quella DC che era il nostro avversario storico, con il quale abbiamo incrociato i ferri forse non del tutto perdenti, anzi. Era una grande DC con dei grandi democristiani.

Quindi ritengo, siccome siamo tutti interessati alla decenza dello scontro politico, facevo quella battuta: magari ci fossero non gli epigoni ma ci fossero i nonni, i padri a combatterla, perch ne guadagnerebbe il decoro dello scontro politico in Italia.

ANDREA CANGINI - IL RESTO DEL CARLINO. E' stato osservato che questa bozza di accordo ancorch vaga, possa rappresentare per voi l'ultima chance per strappare Berlusconi alla deriva neocentrista che criticate.

Dite no all'accordo e con quali forze pensate di realizzare la vostra rivoluzione?

EMMA BONINO. Esiste una forza fondamentale nel Paese, intanto a partire dal 30-40% della gente che non va pi· a votare, non esattamente perch ha altro da fare ma forse per un dato di disgusto e che molto probabilmente si dimostra che questa rivoluzione liberista e federalista la possiamo fare, come le altre fondamentali riforme strappate in questo Paese, con la gente, con i nuovi interessi, con quello che abbiamo definito il Terzo Stato, con i piccoli e medi imprenditori, con i disoccupati. Insomma con la gente perch ci pare che l'oligarchia dei partiti poi sceglie puntualmente altro.

Questo dicevo in chiusura del mio intervento che oggi lo sforzo straordinario, in particolare a partire certamente quello di raccogliere le firme perch queste proposte chiare, ci sembra, non rinviate a tempi storici, siano sottoposte agli elettori.

Credo che possano avere una forza di entusiasmo, di mobilitazione, magari non delle cordate di potere ma credo dei cittadini italiani.

UGO MAGRI - LA STAMPA. A costo di insistere su un concetto, per voglio essere sicuro di aver capito bene, cio con questa conferenza stampa la risposta no totale, definitiva o ci sono ancora supplementi, ipotesi di negoziato nei prossimi giorni, nelle prossime ore?

EMMA BONINO. No, quello che voglio dire che nel merito e nella lettera puntuale della bozza che ci stata fatta pervenire e che noi abbiamo esaminato con molta cura, abbiamo preso atto di un no loro.

Dopo di che chiaro che le firme si depositano il 16 marzo, che siamo sempre molto attenti quando ci vengono fatte - se ci saranno - ulteriori proposte, ma noi dovevamo esprimerci sulla bozza che ci stata inviata.

Su quella mi pare che almeno sui tre punti fondamentali, oggi allo stato attuale, dovendo esprimere dei si e dei no, smettendola evidentemente con dei ni, i forse, i ma e nel 2026, questo abbiamo ritenuto oggi di dovere chiaramente dire.

MARCO PANNELLA. Siamo nel dolce paese dove il no suona.

DOMANDA. Quindi la risposta a Berlusconi definitivamente no?

EMMA BONINO. La verit che Berlusconi, cio Forza Italia, ha detto lei stessa no alle proposte di regioni-stato all'americana, con due partiti, quindi in sostanza sia la moltiplicazione del bailamme romano, ha detto no a una proposta di nuovi referendum di liberazione, proposti dai Consigli regionali, rinviando tutto questo ad ulteriori calende greche, quindi rispetto agli impegni puntuali, precisi, da sottoporre agli elettori, non c' nessuno di questi programma cos vincolanti.

DOMANDA. Ma qualche spiraglio c' ancora?

EMMA BONINO. Le liste si depositano il 16 marzo, noi dovevamo reagire alla proposta scritta che ci pervenuta e su quella ci esprimiamo.

MARCO PANNELLA. Chiediamo anche a chi ha detto no a noi e si a Bossi, c' il ticket Berlusconi Bossi per il momento; ha detto si a Buttiglione e a Casini, ha detto si a uno schieramento restauratore agli epigoni democristiani, sicuramente niente affatto liberali e liberisti e quanto a federalismo, Bossi una nazionalista e quindi non un federalista.

Giornalista di Repubblica. Per entrare nel merito, oggi pomeriggio Frattini a Radio Radicale ha spiegato che il punto sul sistema elettorale regionale e la vostra posizione irricevibile perch - lui faceva gli esempi - si corre il rischio di avere nel Veneto o nella Lombardia, soltanto dei consiglieri di centrodestra cos come in Toscana o in Emilia soltanto dei consiglieri di centrosinistra, per cui, siccome c' un problema di tutela della democrazia allora loro sono contrari per questo.

EMMA BONINO. Infatti il sistema di chiarezza vuol dire che per un periodo c' una maggioranza di un partito in un sistema bipartitico, tripartitico e un altro si presenta e si prepara per la volta dopo. Il sistema maggioritario secco, uninominale quello, non una tragedia anzi credo che sarebbe un grado di estrema chiarezza rispetto a coalizioni e coacervi in cui tutti hanno un posticino, tutti hanno un sediolino ma la capacit decisionale poi completamente paralizzata e quasi uguale a zero.

DOMANDA. Vorrei sapere se in caso di naufragio definitivo dell'intesa, dell'accordo sul quale state trattando, non pensate che questo possa essere magari una conseguente sconfitta del Polo per mancato apporto del voto dei radicali? Non pensate che potrebbe essere una carta per poter premere con pi· forza e con maggiore successo in vista delle politiche su Berlusconi?

EMMA BONINO. Intanto voglio dire che stiamo parlando dell'oggi, poi vediamo.

Intanto a noi, quello che interessa incardinare queste riforme liberali, liberiste e federaliste e che ci sembrano l'urgenza del Paese.

Capisco che gli scenari dei pi· sono altri, ma per il momento questo.

Dopo di che vediamo anche quale il responso dei cittadini rispetto a queste proposte e magari il loro stesso responso far cambiare qualche idea.

ALDO CAZZULLO - LA STAMPA. Voi siete stati molto cortesi a farci conoscere la vostra risposta, cosa che apprezziamo sinceramente, per ci chiediamo anche se, visto che la risposta la date indirettamente a noi ma direttamente a Berlusconi, se in queste ore ci sono stati o ci saranno dei contatti diretti con Berlusconi o con i suoi pi· diretti collaboratori?

EMMA BONINO. Contatti diretti con Berlusconi non mi risultano.

C' stato un contatto quasi permanente, ripeto, tra Tremonti e Benedetto della Vedova, nello scambio delle lettere, un contatto oggi anche con Tremonti e Pannella, ma eravamo tutti in riunione quindi quasi di tipo assembleare. Qui, mi pare, non emerso niente di nuovo rispetto alla proposta scritta che c' stata data.

MARCO PANNELLA. Insomma, loro stessi dicevano che bisognava concludere, noi anche lo stavamo dicendo da molto tempo.

Mi pare che nel loro documento dicano entro la fine del mese.

Emma Bonino ha ricordato che le liste si presentano entro il 16 marzo e soprattutto Marco Cappato, ha ricordato che noi abbiamo una grande Convention, da venerd a domenica, nella quale immagino che tutte le nostre bandiere saranno innalzate, elevate e che sar il luogo nel quale chi vorr , potr fare in modo che il dibattito superi eventuali incomprensioni o eventuali resistenze.

 
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