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Poretti Donatella - 1 marzo 2000
BOSSI: "PERICOLO DITTATURA"
Il segretario federale della Lega Nord mette in guardia sui nuovi modelli di regime antidemocratico

"Dobbiamo vincere, non solo in Piemonte, ma anche in Liguria e in Emilia"

da La Padania, martedi' 29 febbraio 2000

Il negoziato tra Berlusconi e i radicali Pannella-Bonino sembra ormai affondato. Che cosa ne pensa, onorevole Umberto Bossi?

"Ho assistito dall'esterno alla trattativa. Sulla quale non ero e non sono stato pregiudizialmente contrario. Per la ragione evidente che conosco gli obblighi del maggioritario che porta per sua natura ad accozzaglie paurose"

...Ma questa e' anche l'accusa che viene proprio dalla stampa di sinistra...

"Ma guardi, il nostro "fronte per la liberta'" anche con i radicali all'interno, sarebbe stato un'accozzaglia di gran lunga inferiore a quell'ammasso variopinto e litigioso che e' l'Ulivo. Il groviglio del compromesso storico che e' lo strumento politico dei grandi interessi".

Ma lei era convinto che l'accordo con i radicali potesse andare in porto?

"Conoscendo, e bene, i radicali qualche dubbio sulla possibilita' che arrivasse a buon fine l'ho sempre conservato. E non mi ero schierato pregiudizialmente contro questa prospettiva, pur sapendo che avevano chiesto a Berlusconi di rompere l'accordo con la Lega e pur essendo in completa opposizione alla loro "cultura di morte", quella che ha svuotato le culle e che vuol arrivare alla droga di Stato".

E adesso che bilancio si puo' ricavare dalla vicenda di questa trattativa?

"A dire la verita' sin dall'inizio ho avuto un dubbio piu' che fondato. E cioe' che questa faccenda dell'accordo si'-accordo no fosse un comodo strumento per Pannella e la Bonino per farsi una grande pubblicita' gratuita. E questa sensazione si e' ulteriormente avvalorata quando si e' visto l'oggetto del contendere. E cioe' la pretesa dei radicali di imporre il sistema maggioritario per l'elezione dei consiglieri regionali nel futuro sistema elettorale che le Regioni dovranno darsi. Altro che federalismo! Non c'era imposizione piu' centralista di questa, ovvero calare dall'alto un sistema obbligatorio per tutti, mentre invece un minimo di cultura autonomista e federalista dovrebbe naturalmente riconoscere che ogni realta' regionale avra' il sacrosanto diritto di scegliersi il sistema elettorale che giudichera' piu' consono alle sue esigenze e al suo territorio".

Ma il dissenso non era solo sul falso federalismo. O no?

"Infatti nel sistema immaginato (o meglio preteso) dai radicali si sarebbe arrivati al "partito unico regionale". Ad esempio se quella logica fosse applicata ai partiti si avrebbero in Lombardia e nel Veneto solo consiglieri di Lega e Forza Italia. Se invece quella stessa logica fosse applicata ai Poli, alle coalizioni, si arriverebbe alla pratica cancellazione di chi non fa parte dei Poli. A cominciare proprio dalla Lega. Ed e' allora evidente che il progetto aveva un bersaglio ben definito, e cioe' la Lega".

Ma allora il ruolo dei radicali e' funzionale a un sistema di potere?

"Non c'e' il minimo dubbio. Pannella e la Bonino sono sempre al servizio dei "poteri forti", gli stessi poteri intenzionati a controllare sempre di piu' quella che si definisce come la "Nazionalita' artificiale" dello Stato".

E che cosa significa in relazione alla politica del nostro tempo?

"Siamo davanti al pericolo di una vera e propria dittatura. Una dittatura in una forma diversa da quelle che abbiamo conosciuto. E cioe' con caratteristiche piu' soffici, piu' morbide, senza bisogno di carri armati, ma pur sempre una dittatura".

Ci puo' spiegare meglio, visto che il pericolo di una dittatura in arrivo non e' certo una denuncia di poco conto...

"Chiunque mastichi un po' di cultura politica sa che esiste una doppia nazionalita'. E cioe' la "nazionalita' naturale" e la "nazionalita' artificiale". La prima e' quella che fa riferimento al luogo, alla cultura, alla tradizione, alla residenza, in una parola al popolo; mentre la seconda, quella "artificiale", e' la nazionalita' che si esprime nelle istituzioni. Affinche' ci sia la democrazia occorre che la "nazionalita' naturale" controlli sempre la "nazionalita' artificiale" dello Stato al quale il popolo ha delegato una serie di poteri".

E allora la questione della dittatura che potrebbe essere in arrivo?

"Vede, nella prima meta' del Novecento i poteri forti crearono il fascismo e il nazismo che aumentavano in positivo la forza dello Stato a danno di quella dei popoli. Oggi, anche se con evidenti mezzi diversi, il fine dei poteri forti e' comunque lo stesso. Tuttavia, oggi, aumentano il potere della "nazionalita' artificiale" in maniera indiretta, ovvero riducendo quella naturale con la distruzione dei popoli attraverso l'immigrazione".

E di conseguenza?

"E di conseguenza il risultato e' identico ad allora e cioe' quello di aumentare il potere delle istituzioni rispetto a quello dei cittadini. In altre parole si arriva a una crisi della democrazia per sottrazione di potere del controllore anziche' per aumento del potere del controllato. Il risultato finale e' il medesimo, e cioe' l'instaurarsi di una dittatura. In questo momento storico i poteri forti possono servirsi nel loro fine dei Pannella e delle Bonino che sono funzionali in una societa' pervasa dalla cultura della morte".

Torniamo ai temi della politica quotidiana. Ieri hanno suscitato grande rumore le presunte rivelazioni di un giornale, secondo il quale esisterebbero documenti e protocolli segreti che pianificherebbero l'accordo tra Lega e Berlusconi addirittura fino al 2004, con una articolata serie di scadenze e di passi politici relativi. Che ne dice?

"Macche' documenti segreti... La Lega fa tutto a cielo aperto, non ha niente da nascondere. Facciamo sempre tutto in totale trasparenza. Qui si inventano chissa' quali segreti che non esistono. Ci sara' pure una bozza di lavoro. Ma qui siamo a un tentativo ben diverso...".

E cioe'?

"E cioe' il Corriere della Sera ha messo in atto il tentativo di danneggiare il rapporto tra Lega e Berlusconi. E questa uscita del giornale e' stranamente tempestiva. Guarda caso e' coincidente con il Pannella che impone quel sistema maggioritario inaccettabile e antidemocratico per rompere apposta la trattativa con Berlusconi. Altroche' se queste vicende sono collegate...".

Dunque i movimenti dei radicali non sono avvenuti a caso?

"Ma non si e' ancora capito che Pannella e la Bonino sono i biechi strumenti della cultura della morte?".

Ma se si tratta di un'operazione dei poteri forti, allora vuol dire che c'e' anche D'Alema?

"Non c'e' il minimo dubbio che sia cosi'. Il progetto in atto e' quello di far vincere i poteri forti in Piemonte, che guarda caso e' la casa del Re. Non sorprende il fatto che qualcuno della sinistra si stia gia' offrendo di sostenere la Bonino in Piemonte, come candidata anche dell'Ulivo. Se il Piemonte va ai poteri forti sarebbe una sconfitta per noi. Invece dobbiamo vincere non solo in Lombardia e nel Veneto (dove siamo oltre il cinquanta per cento) ma anche in Piemonte, in Liguria, in Emilia...".

E allora che cosa succederebbe?

"Allora, e solo allora gli sporcaccioni che lavorano per i poteri forti andrebbero finalmente a casa. Allora, e solo allora, la nazionalita' popolare si riprendera' il controllo delle istituzioni che i poteri forti vogliono sottrarre al popolo".

Ma e' davvero cosi' determinato e convinto del successo?

"Io penso che nella societa' del Nord i poteri forti non devono mai piu' vincere. Nella nostra terra c'e' un blocco sociale diverso da ogni altro Paese europeo. Qui il Terzo Stato e' forte, forte abbastanza per battere il Primo Stato, quello dei nobili, che va avanti a rottamazioni di automobili".

In conclusione, onorevole Bossi, che cosa la rende cosi' fiducioso nella prossima competizione elettorale?

"Vede, la storia della Padania ne fa una terra dove ci sono tante partite Iva quante ce ne sono in Francia, Germania, Inghilterra e Spagna messe insieme. Il motivo di questa fortunata anomali'a sta nel passato. Nel Nord c'era la conduzione diretta del fondo agrario. Per cui il contadino era allenato a minime conoscenze del mercato, vendeva i suoi prodotti, era gia' un "homo oeconomicus". Quindi, una volta entrato in fabbrica, ha imparato il mestiere e si e' messo in proprio. Per questo qui c'e' la matrice di una nuova struttura sociale. E non e' possibile che qui possano prevalere i lacche' dei poteri forti, i Pannella, le Bonino e tutti i dalemisti...".

 
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