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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 6 marzo 2000
RELAZIONE DEL TESORIERE DEL PARTITO RADICALE, DANILO QUINTO, ALLA CONVENTION DEI RADICALI.
ROMA, 3-5 MARZO 2000 / HOTEL ERGIFE

L'accordo

Care amiche e amici,

non e' passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo riuniti qui all'Ergife.

Ma possiamo dire che nel frattempo sia successo realmente DI TUTTO.

Per alcune settimane siamo stati catapultati in un ping-pong di trattative con

Silvio Berlusconi e con il Polo.

Accordo si o no?

La Bonino sposera' Berlusconi?

Berlusconi sposera' la Bonino? E Pannella?

Fino a parlare tutti quanti di nuovo di divorzio, aborto, famiglia, buoni e cattivi,

chi e' per il bene e chi per il male?

Le unioni realizzate o no, in senso familiare o politico, sono state comunque

l'argomento preferito di stampa, giornalisti e opinionisti ma anche di Casini e

Buttiglione, per citarne solo alcuni, in un ritorno al futuro che avrebbe voluto

cambiare il corso della storia di questo paese cancellando le vittorie laiche e

democratiche della maggioranza degli italiani.

Vittorie acquisite, che rivendichiamo. Vittorie che fanno parte della vita di tutti

noi.

Il rischio costante, comunque, lo abbiamo percepito chiaramente, era quello di

TORNARE INDIETRO, in un passato che proprio come nel »Ritorno al Futuro di

Steven Spielberg fosse ambientato negli anni '50 e modificasse attraverso la

macchina del tempo la STORIA e il FUTURO.

E tutti di nuovo a parlare con i preti e le gerarchie clericali se la coscienza

individuale è un bene indisponibile allo Stato o se - come dice Emma Bonino -

ci sono dei proprietari delle nostre coscienze, della vita di ciascuno di noi. Fino a

ipotizzare che la famiglia e' ancora quella di Mussoliniana memoria, se si pensa

anche alla gara sul numero dei figli di ciascun leader politico. Berlusconi ne ha

quattro, Bossi cinque, e cosi via

E intanto il patto delle due »B , Berlusconi/Bossi veniva siglato. Un patto di serie

»B da molti punti di vista. Il Cavaliere, sceso in campo nel '94 con l'ambizione di

creare una squadra vincente, con un nuovo modulo di gioco, liberale e liberista,

che cambiasse le regole della politica della prima repubblica retrocede nel

campionato cadetto. E di questo mi dolgo personalmente anche perche' tifo per

il Milan oltre che naturalmente per il Bari. Ma speriamo che il Berlusconi

presidente di calcio resti in serie »A .

Non staro' qui a soffermarmi sulle ragioni per cui l'ammucchiata frontista

berlusconiana sia da retrocessione, ma una cosa vorrei sottoporla alla vostra

attenzione.

Vi immaginate quando sotto la porta avversaria dovranno passarsi la

palla e consentire a qualcuno di fare goal? La corsa al centro del campo

lascerà libere le fasce e l'area di centro sarà intasata, fino a che il presidente di

una squadra non si metterà d'accordo con quello della squadra avversaria e

allora decideranno la partita a tavolino. E a questo proposito, guardate cosa sta

succedendo nel Lazio. Storace non lo sostiene più nessuno fuori da Alleanza

Nazionale. Ha una storia poco democristiana. Fino ad ora, almeno.

A noi radicali questo modulo di gioco NON PIACE. In campo ci siamo sempre

stati e in queste regionali siamo ancora una volta una squadra che vuole

vincere con coloro che sono scesi in campo con noi mentre Berlusconi e i suoi

erano sulle tribune. TUTTI QUEI CITTADINI CHE SONO SCESI IN CAMPO

FIRMANDO I REFERENDUM E SPERANDO IN UNA NUOVA STAGIONE DI

LIBERTA' E DI LIBERAZIONE.

I 100 miliardi

Certo, stare in tribuna costa meno fatica e ci si puo' incontrare piu' facilmente

con D'Antoni, e perchè no, con Cofferati anche per tifare per la stessa squadra.

E costa meno anche in termini economici. L'Espresso ha titolato che la Bonino

chiede a Silvio 100 miliardi. Se il giornalismo italiano - non tutto ovviamente, ma

la tendenza è quella - fosse meno propenso allo scandalismo e un pò di più

all'inchiesta, eviterebbe di commettere certe »gaffe . A cui seguono puntuali

querele.

Dai nostri bilanci è documentato che finora siamo stati più noi a finanziare il

Berlusconi imprenditore, con gli spazi acquistati per comunicare sui suoi

giornali e sulle sue televisioni, che non il contrario. Nell'ultimo anno quasi 15

miliardi.

NON UNA LIRA è stata investita dal Berlusconi politico nelle campagne

referendarie, NON UNA LIRA nella battaglia per modernizzare questo paese.

NON UNA LIRA certo e' stata investita da Berlusconi per dare maggiore libertà

di impresa e di lavoro al nostro paese. NON UNA LIRA è stata investita da

Berlusconi nella costruzione degli interni di quella che lui si ostina a chiamare la

casa delle libertà e che, lasciatemelo dire, se guardiamo dentro a chi la abita

ASSOMIGLIA SEMPRE PIU' A UNA CASA OCCUPATA ABUSIVAMENTE IN

NOME DI QUELLE LIBERTA'.

Certo investimenti ne avrà fatti anche Berlusconi, ma su altro.

Solo nell'ultimo anno, per raggiungere l'obiettivo dei 16 milioni e mezzo di firme

sui 20 referendum - dopo aver comprato comunicazione per far conoscere la

candidatura popolare di Emma Bonino a Presidente della Repubblica e il

simbolo di Emma alle elezioni europee - solo nell'ultimo anno, dicevo, abbiamo

investito 50 miliardi (per spot televisivi, pagine sui giornali, mailing postali,

campagne attraverso internet, l'informazione data ai nostri iscritti e ai nostri

sostenitori attraverso il call center, i congressi, le assemblee, per citare solo

alcune delle voci del nostro bilancio).

Un investimento trasparente, realizzato attraverso la vendita di parti importanti e

significative del nostro patrimonio (Agorà Telematica, la seconda frequenza di

Radio Radicale).

Radio Radicale

Nel novembre scorso con due pagine acquistate sul Corriere della Sera

abbiamo presentato un CASO ITALIANO, quello di Radio Radicale.

Abbiamo scritto che Radio Radicale è sinonimo vivente di tolleranza, di cultura

del dialogo, di conoscenza, di civile rispetto laico e democratico di ogni

diversità, di ogni opinione. Dopo 25 anni di esistenza, Radio Radicale si

presenta all'appuntamento del 2000 capace di essere raggiunta in ogni luogo

del mondo, trasmettendo in diretta audio e video, contemporaneamente su più

canali via Internet, sia gli eventi istituzionali, politici, giudiziari che accadono, sia,

con il suo archivio, quelli che sono già accaduti. Opera quindi nel cuore stesso

della rivoluzione digitale, con i suoi contenuti unici, in un settore in travolgente

sviluppo, passando così da quest'anno dal suo tradizionale ascolto di oltre

600.000 persone ad un bacino di utenza di più di 900.000 persone. Con meno

di cinquanta dipendenti, dei quali 18 giornalisti, e' un esempio di quello che una

piccola-media impresa italiana può creare e sviluppare nel settore dei servizi,

della tecnologia democratica e liberale, di capitalismo e di lavoro liberi e

civilmente responsabili .

Con quel messaggio sul Corriere della Sera cercavamo l'AUTORE DI UN

GRANDE AFFARE: cercavamo imprenditori, imprese, fondazioni, editori,

disposti a sponsorizzare la vita e lo sviluppo di Radio Radicale, di questa

azienda e di questa funzione, e di divenirne co-editori.

Non so se qui ci sono giornalisti in sala in questo momento, perchè vorrei dare

a voi e a loro una notizia, una BUONA NOTIZIA.

QUEL CO-EDITORE CHE CERCAVAMO L'ABBIAMO TROVATO.

State tranquilli, non abita nei palazzi della politica. Le caratteristiche di Radio

Radicale che ho ricordato prima non sono compatibili con coloro che abitano il

Palazzo.

Il nostro nuovo co-editore ha acquistato - la trattativa è praticamente conclusa -

il 25% delle azioni del Centro di Produzione, pari a un valore di 25 miliardi.

In Italia, care amiche e amici, cari compagni, ci sono ancora IMPRENDITORI

LIBERI. A QUESTA PERSONA, CHE HA CREDUTO NELL'IMPRESA RADIO

RADICALE, VA IL MIO E IL VOSTRO SOSTEGNO. PERCHE' RADIO

RADICALE VIVA. PERCHE' LE NOSTRE BATTAGLIE VIVANO.

Il finanziamento pubblico dei partiti

Certo la trasparenza del finanziamento della politica radicale ha sempre fatto

storcere il naso a molti. Da quando sono tesoriere del Partito Radicale ho potuto

constatare piu' da vicino cosa vuol dire amministrare un partito politico.

Quando alcuni giorni fa un giornalista di un settimanale economico mi chiedeva

informazioni sul nostro sistema di finanziamento, mi sono reso conto di quanta

strada ancora c'è da fare nel sistema italiano per abbattere vecchi schemi e

vecchi sistemi. Il 16 aprile prima e il 21 maggio poi con il referendum potremo

votare di nuovo per abrogare il finanziamento pubblico dei partiti. Una legge

quella sui rimborsi elettorali che tra elezioni europee del 1999, elezioni regionali

prossime e le successive elezioni politiche consegnerà ai partiti 770 miliardi di

lire. Una legge che ha trasformato i rimborsi elettorali in una nuova e più

consistente forma di finanziamento pubblico. Grava ancora sui bilanci dello

Stato la voce soldi pubblici ai partiti. Se il 21 maggio vinceremo quel referendum

e lo vinceremo - i partiti dovranno rassegnarsi a raccogliere finanziamenti

privati, e soprattutto volontari, e solo quelli.

E voglio vederli i sostenitori del finanziamento pubblico difendere le loro tesi.

Altro che new economy. Come si puo' conciliare la nuova economia con il

sistema di finanziamento che usavano i partiti negli anni 60, 70, 80, 90?

Decenni di finanziamenti che hanno prodotto e che sono stati a loro volta il

risultato di forme di clientelismo, di corruzione, di parassitismo burocratico e

statalizzazione della politica.

Il mercato e le sue regole, dure ma trasparenti, ci hanno premiato, ancora una

volta. E i cittadini, ancora, investono il loro danaro nella politica radicale in

misura straordinaria: quasi tre miliardi negli ultimi tre mesi, con oltre 7.300

versamenti, tra iscrizioni al Partito radicale e sottoscrizioni a favore dei

referendum e della presentazione della Lista Bonino alle elezioni regionali.

Ma ora occorre un grande salto di qualità nell'autofinanziamento di questa

campagna politica di primavera. Gli ordini di grandezza dei nostri investimenti -

alcuni dei quali dobbiamo deciderli subito - non potranno essere inferiori alle

decine di miliardi, per acquistare ancora una volta comunicazione politica.

Siamo nell'era del commercio elettronico. E se uno dei candidati repubblicani

alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Mc Cain, realizza attraverso Internet

due milioni e mezzo di dollari per finanziare la sua campagna elettorale, qui in

Italia dopo un mese di trattative ancora non siamo arrivati, non certo per nostra

responsabilità, a rendere operativo il contratto che consentirebbe ai cittadini di

finanziarci attraverso Internet e il commercio elettronico. Così come 7 anni fa

quando, per primi, abbiamo utilizzato il finanziamento diretto con carta di credito

abbiamo dovuto penare non poco per renderlo operativo. Ma sono gli ostacoli a

cui chiunque voglia fare impresa si trova di fronte.

Queste elezioni regionali, dunque, sono un'occasione per modernizzare il

paese. Per metterlo al passo con i tempi. E lo si può fare anche in termini di

efficienza e di servizi.

Internet è uno strumento da potenziare, da diffondere, è

lo strumento della nuova economia, deve essere anche lo STRUMENTO

DELLA NUOVA POLITICA.

Gli eletti della Lista Bonino alle prossime elezioni regionali presenteranno

Iniziative legislative per assicurare:

la trasmissione audiovisiva attraverso Internet dei consigli regionali,

provinciali e comunali e per la pubblicità in rete degli atti amministrativi;

l'introduzione del voto elettronico;

la sottoscrizione per via telematica delle liste elettorali, delle candidature e

dei referendum popolari;

l'istituzione in ogni Comune dell'Albo pretorio telematico, dove si possano

ottenere tutte le iniziative riguardanti, fra l'altro, bandi di concorso e bandi di

gara per la realizzazione di beni e servizi.

La libertà economica

Modernizzare l'Italia significa anche creare le condizioni per una maggiore

libertà economica, oggi ridotta realmente ad un livello che secondo le

classifiche elaborate dai principali istituti di ricerca indipendenti vedono il nostro

paese in ambito di Unione Europea al penultimo posto per protezione della

libera iniziativa, quanto a limite dell'invadenza dei pubblici poteri nella sfera

economica, quanto a efficacia del sistema giudiziario, tutela dei diritti di

proprietà, efficienza della burocrazia, mitezza del prelievo fiscale. NON SIAMO

UN PAESE LIBERO o almeno non lo siamo quanto quelli con cui ci

confrontiamo nella competizione internazionale.

E' per questo che la nostra capacità di attirare investimenti diretti esteri è

estremamente limitata.

E' per questo che il tasso di disoccupazione del nostro

paese è più elevato di quello medio dei paesi industrializzati.

E' per questo che quasi un'intera generazione di giovani (e una di ex-giovani)

rischia di restare per sempre emarginata dal mercato del lavoro, passando

direttamente dall'età della formazione a quella della pensione.

Il rischio di far retrocedere l'Italia in una posizione di retroguardia in quanto a

competitività sta soprattutto nella limitata libertà economica, nell'incapacità dei

governi che si sono succeduti di rimuovere i vincoli che pesano sull'esercizio

della libertà economica. Per rimuovere questa sclerosi dobbiamo mettere in

campo tutte le energie vitali, di impresa, di innovazione.

LE ELEZIONI REGIONALI SONO UN PASSAGGIO IMPORTANTE, DECISIVO

PER TUTTO QUESTO.

E ancora una volta l'impresa radicale sta mettendosi alla prova.

Nei giorni scorsi durante una delle presentazioni della Lista Bonino alle

Regionali, abbiamo avuto modo di ricordare che la Regione Puglia, ed è solo un

esempio, nel periodo 1994-99 ha avuto a disposizione circa 6200 miliardi da

fondi comunitari e privati (sto parlando dei cosiddetti fondi strutturali). Le

percentuali di utilizzo al 30 settembre 1999 erano globalmente inferiori al 70%.

E la situazione non è differente nelle altre Regioni.

C'è bisogno di una iniezione di efficienza, c'è bisogno di accelerare tempi che

altrimenti paralizzeranno l'amministrazione dello Stato come quella delle

istituzioni locali. C'è bisogno di una ventata di libertà, e anche di serietà, di

passione politica che incidano realmente e che si occupino della VITA -

letteralmente - delle donne e degli uomini di questo paese.

Conclusioni

Il simbolo e la Lista Bonino saranno presenti alle elezioni regionali SOLO se

riusciremo ad affrontare e a superare un altro accanimento burocratico - come

bene lo definisce Emma - quello

della raccolta delle firme. I tavoli radicali sono di nuovo per strada, nelle piazze.

Ancora una volta ci rivolgiamo alla gente, alle donne e agli

uomini di questo paese.

A coloro che nella scorsa primavera hanno fatto fiducia

a Emma e a tutti noi e che volevano all'80% Emma Presidente della Repubblica,

a quei due milioni e mezzo di persone che ha votato radicale alle elezioni

europee, agli 850.000 cittadini firmatari dei referendum di luglio e agosto,

perché con la loro firma per la presentazione delle Liste Bonino (da apporre

subito nei Comuni e ai tavoli radicali) e con il loro voto, consentano a questo

paese di vivere una reale stagione di cambiamento. E' possibile. Dovremo fare

un grande sforzo, tutti noi insieme, nelle prossime ore e nei prossimi giorni,

quanti siamo qui e quanti sono rimasti nelle loro città a raccogliere le firme.

Dobbiamo realizzare un grande salto di qualità nella raccolta delle firme,

dobbiamo lottare duramente per raggiungere in tutte e 15 le regioni

quest'obiettivo, mettendoci in quest'impresa tutta la forza di cui siamo capaci.

Ce la faremo.

Durante la trasmissione Porta a Porta l'altra sera, con ospiti Marco ed

Emma, riguardando le immagini di repertorio RAI sulle battaglie radicali ho,

abbiamo rivisto facce conosciute, alcuni di noi si sono rivisti più giovani di

parecchi anni, altri hanno riconosciuto una storia, un percorso, pur non avendolo

vissuto direttamente.

Guardando quelle immagini, l'altra sera, più che in altre circostanze,

ho ri-conosciuto un volto, un atteggiamento, una determinazione tenace,

caparbia e visionaria, cosi bene rappresentata da Marco Pannella. Ed e' con

quella stessa volontà e con quella stessa forza che ancora una volta siamo in

campo. Ora, è il momento di firmare, ai tavoli per strada, negli uffici comunali per rendere possibile la partita delle regionali. Se vogliamo che il 16 aprile la macchina del tempo sia alimentata da nuove energie e ci porti nel futuro senza ritorni al passato, allora da subito dobbiamo organizzarci per raggiungere le 140.000 firme autenticate distribuite in 83 province che ci occorrono e rendere possibile la presentazione delle nostre liste, della Lista Bonino in tutte le regioni. Possiamo farcela. Dobbiamo farcela.

Grazie e buon lavoro a tutti.

GRAZIE E BUON LAVORO A TUTTI

 
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