ROMA, 3-5 MARZO 2000 / HOTEL ERGIFEL'accordo
Care amiche e amici,
non e' passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo riuniti qui all'Ergife.
Ma possiamo dire che nel frattempo sia successo realmente DI TUTTO.
Per alcune settimane siamo stati catapultati in un ping-pong di trattative con
Silvio Berlusconi e con il Polo.
Accordo si o no?
La Bonino sposera' Berlusconi?
Berlusconi sposera' la Bonino? E Pannella?
Fino a parlare tutti quanti di nuovo di divorzio, aborto, famiglia, buoni e cattivi,
chi e' per il bene e chi per il male?
Le unioni realizzate o no, in senso familiare o politico, sono state comunque
l'argomento preferito di stampa, giornalisti e opinionisti ma anche di Casini e
Buttiglione, per citarne solo alcuni, in un ritorno al futuro che avrebbe voluto
cambiare il corso della storia di questo paese cancellando le vittorie laiche e
democratiche della maggioranza degli italiani.
Vittorie acquisite, che rivendichiamo. Vittorie che fanno parte della vita di tutti
noi.
Il rischio costante, comunque, lo abbiamo percepito chiaramente, era quello di
TORNARE INDIETRO, in un passato che proprio come nel »Ritorno al Futuro di
Steven Spielberg fosse ambientato negli anni '50 e modificasse attraverso la
macchina del tempo la STORIA e il FUTURO.
E tutti di nuovo a parlare con i preti e le gerarchie clericali se la coscienza
individuale è un bene indisponibile allo Stato o se - come dice Emma Bonino -
ci sono dei proprietari delle nostre coscienze, della vita di ciascuno di noi. Fino a
ipotizzare che la famiglia e' ancora quella di Mussoliniana memoria, se si pensa
anche alla gara sul numero dei figli di ciascun leader politico. Berlusconi ne ha
quattro, Bossi cinque, e cosi via
E intanto il patto delle due »B , Berlusconi/Bossi veniva siglato. Un patto di serie
»B da molti punti di vista. Il Cavaliere, sceso in campo nel '94 con l'ambizione di
creare una squadra vincente, con un nuovo modulo di gioco, liberale e liberista,
che cambiasse le regole della politica della prima repubblica retrocede nel
campionato cadetto. E di questo mi dolgo personalmente anche perche' tifo per
il Milan oltre che naturalmente per il Bari. Ma speriamo che il Berlusconi
presidente di calcio resti in serie »A .
Non staro' qui a soffermarmi sulle ragioni per cui l'ammucchiata frontista
berlusconiana sia da retrocessione, ma una cosa vorrei sottoporla alla vostra
attenzione.
Vi immaginate quando sotto la porta avversaria dovranno passarsi la
palla e consentire a qualcuno di fare goal? La corsa al centro del campo
lascerà libere le fasce e l'area di centro sarà intasata, fino a che il presidente di
una squadra non si metterà d'accordo con quello della squadra avversaria e
allora decideranno la partita a tavolino. E a questo proposito, guardate cosa sta
succedendo nel Lazio. Storace non lo sostiene più nessuno fuori da Alleanza
Nazionale. Ha una storia poco democristiana. Fino ad ora, almeno.
A noi radicali questo modulo di gioco NON PIACE. In campo ci siamo sempre
stati e in queste regionali siamo ancora una volta una squadra che vuole
vincere con coloro che sono scesi in campo con noi mentre Berlusconi e i suoi
erano sulle tribune. TUTTI QUEI CITTADINI CHE SONO SCESI IN CAMPO
FIRMANDO I REFERENDUM E SPERANDO IN UNA NUOVA STAGIONE DI
LIBERTA' E DI LIBERAZIONE.
I 100 miliardi
Certo, stare in tribuna costa meno fatica e ci si puo' incontrare piu' facilmente
con D'Antoni, e perchè no, con Cofferati anche per tifare per la stessa squadra.
E costa meno anche in termini economici. L'Espresso ha titolato che la Bonino
chiede a Silvio 100 miliardi. Se il giornalismo italiano - non tutto ovviamente, ma
la tendenza è quella - fosse meno propenso allo scandalismo e un pò di più
all'inchiesta, eviterebbe di commettere certe »gaffe . A cui seguono puntuali
querele.
Dai nostri bilanci è documentato che finora siamo stati più noi a finanziare il
Berlusconi imprenditore, con gli spazi acquistati per comunicare sui suoi
giornali e sulle sue televisioni, che non il contrario. Nell'ultimo anno quasi 15
miliardi.
NON UNA LIRA è stata investita dal Berlusconi politico nelle campagne
referendarie, NON UNA LIRA nella battaglia per modernizzare questo paese.
NON UNA LIRA certo e' stata investita da Berlusconi per dare maggiore libertà
di impresa e di lavoro al nostro paese. NON UNA LIRA è stata investita da
Berlusconi nella costruzione degli interni di quella che lui si ostina a chiamare la
casa delle libertà e che, lasciatemelo dire, se guardiamo dentro a chi la abita
ASSOMIGLIA SEMPRE PIU' A UNA CASA OCCUPATA ABUSIVAMENTE IN
NOME DI QUELLE LIBERTA'.
Certo investimenti ne avrà fatti anche Berlusconi, ma su altro.
Solo nell'ultimo anno, per raggiungere l'obiettivo dei 16 milioni e mezzo di firme
sui 20 referendum - dopo aver comprato comunicazione per far conoscere la
candidatura popolare di Emma Bonino a Presidente della Repubblica e il
simbolo di Emma alle elezioni europee - solo nell'ultimo anno, dicevo, abbiamo
investito 50 miliardi (per spot televisivi, pagine sui giornali, mailing postali,
campagne attraverso internet, l'informazione data ai nostri iscritti e ai nostri
sostenitori attraverso il call center, i congressi, le assemblee, per citare solo
alcune delle voci del nostro bilancio).
Un investimento trasparente, realizzato attraverso la vendita di parti importanti e
significative del nostro patrimonio (Agorà Telematica, la seconda frequenza di
Radio Radicale).
Radio Radicale
Nel novembre scorso con due pagine acquistate sul Corriere della Sera
abbiamo presentato un CASO ITALIANO, quello di Radio Radicale.
Abbiamo scritto che Radio Radicale è sinonimo vivente di tolleranza, di cultura
del dialogo, di conoscenza, di civile rispetto laico e democratico di ogni
diversità, di ogni opinione. Dopo 25 anni di esistenza, Radio Radicale si
presenta all'appuntamento del 2000 capace di essere raggiunta in ogni luogo
del mondo, trasmettendo in diretta audio e video, contemporaneamente su più
canali via Internet, sia gli eventi istituzionali, politici, giudiziari che accadono, sia,
con il suo archivio, quelli che sono già accaduti. Opera quindi nel cuore stesso
della rivoluzione digitale, con i suoi contenuti unici, in un settore in travolgente
sviluppo, passando così da quest'anno dal suo tradizionale ascolto di oltre
600.000 persone ad un bacino di utenza di più di 900.000 persone. Con meno
di cinquanta dipendenti, dei quali 18 giornalisti, e' un esempio di quello che una
piccola-media impresa italiana può creare e sviluppare nel settore dei servizi,
della tecnologia democratica e liberale, di capitalismo e di lavoro liberi e
civilmente responsabili .
Con quel messaggio sul Corriere della Sera cercavamo l'AUTORE DI UN
GRANDE AFFARE: cercavamo imprenditori, imprese, fondazioni, editori,
disposti a sponsorizzare la vita e lo sviluppo di Radio Radicale, di questa
azienda e di questa funzione, e di divenirne co-editori.
Non so se qui ci sono giornalisti in sala in questo momento, perchè vorrei dare
a voi e a loro una notizia, una BUONA NOTIZIA.
QUEL CO-EDITORE CHE CERCAVAMO L'ABBIAMO TROVATO.
State tranquilli, non abita nei palazzi della politica. Le caratteristiche di Radio
Radicale che ho ricordato prima non sono compatibili con coloro che abitano il
Palazzo.
Il nostro nuovo co-editore ha acquistato - la trattativa è praticamente conclusa -
il 25% delle azioni del Centro di Produzione, pari a un valore di 25 miliardi.
In Italia, care amiche e amici, cari compagni, ci sono ancora IMPRENDITORI
LIBERI. A QUESTA PERSONA, CHE HA CREDUTO NELL'IMPRESA RADIO
RADICALE, VA IL MIO E IL VOSTRO SOSTEGNO. PERCHE' RADIO
RADICALE VIVA. PERCHE' LE NOSTRE BATTAGLIE VIVANO.
Il finanziamento pubblico dei partiti
Certo la trasparenza del finanziamento della politica radicale ha sempre fatto
storcere il naso a molti. Da quando sono tesoriere del Partito Radicale ho potuto
constatare piu' da vicino cosa vuol dire amministrare un partito politico.
Quando alcuni giorni fa un giornalista di un settimanale economico mi chiedeva
informazioni sul nostro sistema di finanziamento, mi sono reso conto di quanta
strada ancora c'è da fare nel sistema italiano per abbattere vecchi schemi e
vecchi sistemi. Il 16 aprile prima e il 21 maggio poi con il referendum potremo
votare di nuovo per abrogare il finanziamento pubblico dei partiti. Una legge
quella sui rimborsi elettorali che tra elezioni europee del 1999, elezioni regionali
prossime e le successive elezioni politiche consegnerà ai partiti 770 miliardi di
lire. Una legge che ha trasformato i rimborsi elettorali in una nuova e più
consistente forma di finanziamento pubblico. Grava ancora sui bilanci dello
Stato la voce soldi pubblici ai partiti. Se il 21 maggio vinceremo quel referendum
e lo vinceremo - i partiti dovranno rassegnarsi a raccogliere finanziamenti
privati, e soprattutto volontari, e solo quelli.
E voglio vederli i sostenitori del finanziamento pubblico difendere le loro tesi.
Altro che new economy. Come si puo' conciliare la nuova economia con il
sistema di finanziamento che usavano i partiti negli anni 60, 70, 80, 90?
Decenni di finanziamenti che hanno prodotto e che sono stati a loro volta il
risultato di forme di clientelismo, di corruzione, di parassitismo burocratico e
statalizzazione della politica.
Il mercato e le sue regole, dure ma trasparenti, ci hanno premiato, ancora una
volta. E i cittadini, ancora, investono il loro danaro nella politica radicale in
misura straordinaria: quasi tre miliardi negli ultimi tre mesi, con oltre 7.300
versamenti, tra iscrizioni al Partito radicale e sottoscrizioni a favore dei
referendum e della presentazione della Lista Bonino alle elezioni regionali.
Ma ora occorre un grande salto di qualità nell'autofinanziamento di questa
campagna politica di primavera. Gli ordini di grandezza dei nostri investimenti -
alcuni dei quali dobbiamo deciderli subito - non potranno essere inferiori alle
decine di miliardi, per acquistare ancora una volta comunicazione politica.
Siamo nell'era del commercio elettronico. E se uno dei candidati repubblicani
alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Mc Cain, realizza attraverso Internet
due milioni e mezzo di dollari per finanziare la sua campagna elettorale, qui in
Italia dopo un mese di trattative ancora non siamo arrivati, non certo per nostra
responsabilità, a rendere operativo il contratto che consentirebbe ai cittadini di
finanziarci attraverso Internet e il commercio elettronico. Così come 7 anni fa
quando, per primi, abbiamo utilizzato il finanziamento diretto con carta di credito
abbiamo dovuto penare non poco per renderlo operativo. Ma sono gli ostacoli a
cui chiunque voglia fare impresa si trova di fronte.
Queste elezioni regionali, dunque, sono un'occasione per modernizzare il
paese. Per metterlo al passo con i tempi. E lo si può fare anche in termini di
efficienza e di servizi.
Internet è uno strumento da potenziare, da diffondere, è
lo strumento della nuova economia, deve essere anche lo STRUMENTO
DELLA NUOVA POLITICA.
Gli eletti della Lista Bonino alle prossime elezioni regionali presenteranno
Iniziative legislative per assicurare:
la trasmissione audiovisiva attraverso Internet dei consigli regionali,
provinciali e comunali e per la pubblicità in rete degli atti amministrativi;
l'introduzione del voto elettronico;
la sottoscrizione per via telematica delle liste elettorali, delle candidature e
dei referendum popolari;
l'istituzione in ogni Comune dell'Albo pretorio telematico, dove si possano
ottenere tutte le iniziative riguardanti, fra l'altro, bandi di concorso e bandi di
gara per la realizzazione di beni e servizi.
La libertà economica
Modernizzare l'Italia significa anche creare le condizioni per una maggiore
libertà economica, oggi ridotta realmente ad un livello che secondo le
classifiche elaborate dai principali istituti di ricerca indipendenti vedono il nostro
paese in ambito di Unione Europea al penultimo posto per protezione della
libera iniziativa, quanto a limite dell'invadenza dei pubblici poteri nella sfera
economica, quanto a efficacia del sistema giudiziario, tutela dei diritti di
proprietà, efficienza della burocrazia, mitezza del prelievo fiscale. NON SIAMO
UN PAESE LIBERO o almeno non lo siamo quanto quelli con cui ci
confrontiamo nella competizione internazionale.
E' per questo che la nostra capacità di attirare investimenti diretti esteri è
estremamente limitata.
E' per questo che il tasso di disoccupazione del nostro
paese è più elevato di quello medio dei paesi industrializzati.
E' per questo che quasi un'intera generazione di giovani (e una di ex-giovani)
rischia di restare per sempre emarginata dal mercato del lavoro, passando
direttamente dall'età della formazione a quella della pensione.
Il rischio di far retrocedere l'Italia in una posizione di retroguardia in quanto a
competitività sta soprattutto nella limitata libertà economica, nell'incapacità dei
governi che si sono succeduti di rimuovere i vincoli che pesano sull'esercizio
della libertà economica. Per rimuovere questa sclerosi dobbiamo mettere in
campo tutte le energie vitali, di impresa, di innovazione.
LE ELEZIONI REGIONALI SONO UN PASSAGGIO IMPORTANTE, DECISIVO
PER TUTTO QUESTO.
E ancora una volta l'impresa radicale sta mettendosi alla prova.
Nei giorni scorsi durante una delle presentazioni della Lista Bonino alle
Regionali, abbiamo avuto modo di ricordare che la Regione Puglia, ed è solo un
esempio, nel periodo 1994-99 ha avuto a disposizione circa 6200 miliardi da
fondi comunitari e privati (sto parlando dei cosiddetti fondi strutturali). Le
percentuali di utilizzo al 30 settembre 1999 erano globalmente inferiori al 70%.
E la situazione non è differente nelle altre Regioni.
C'è bisogno di una iniezione di efficienza, c'è bisogno di accelerare tempi che
altrimenti paralizzeranno l'amministrazione dello Stato come quella delle
istituzioni locali. C'è bisogno di una ventata di libertà, e anche di serietà, di
passione politica che incidano realmente e che si occupino della VITA -
letteralmente - delle donne e degli uomini di questo paese.
Conclusioni
Il simbolo e la Lista Bonino saranno presenti alle elezioni regionali SOLO se
riusciremo ad affrontare e a superare un altro accanimento burocratico - come
bene lo definisce Emma - quello
della raccolta delle firme. I tavoli radicali sono di nuovo per strada, nelle piazze.
Ancora una volta ci rivolgiamo alla gente, alle donne e agli
uomini di questo paese.
A coloro che nella scorsa primavera hanno fatto fiducia
a Emma e a tutti noi e che volevano all'80% Emma Presidente della Repubblica,
a quei due milioni e mezzo di persone che ha votato radicale alle elezioni
europee, agli 850.000 cittadini firmatari dei referendum di luglio e agosto,
perché con la loro firma per la presentazione delle Liste Bonino (da apporre
subito nei Comuni e ai tavoli radicali) e con il loro voto, consentano a questo
paese di vivere una reale stagione di cambiamento. E' possibile. Dovremo fare
un grande sforzo, tutti noi insieme, nelle prossime ore e nei prossimi giorni,
quanti siamo qui e quanti sono rimasti nelle loro città a raccogliere le firme.
Dobbiamo realizzare un grande salto di qualità nella raccolta delle firme,
dobbiamo lottare duramente per raggiungere in tutte e 15 le regioni
quest'obiettivo, mettendoci in quest'impresa tutta la forza di cui siamo capaci.
Ce la faremo.
Durante la trasmissione Porta a Porta l'altra sera, con ospiti Marco ed
Emma, riguardando le immagini di repertorio RAI sulle battaglie radicali ho,
abbiamo rivisto facce conosciute, alcuni di noi si sono rivisti più giovani di
parecchi anni, altri hanno riconosciuto una storia, un percorso, pur non avendolo
vissuto direttamente.
Guardando quelle immagini, l'altra sera, più che in altre circostanze,
ho ri-conosciuto un volto, un atteggiamento, una determinazione tenace,
caparbia e visionaria, cosi bene rappresentata da Marco Pannella. Ed e' con
quella stessa volontà e con quella stessa forza che ancora una volta siamo in
campo. Ora, è il momento di firmare, ai tavoli per strada, negli uffici comunali per rendere possibile la partita delle regionali. Se vogliamo che il 16 aprile la macchina del tempo sia alimentata da nuove energie e ci porti nel futuro senza ritorni al passato, allora da subito dobbiamo organizzarci per raggiungere le 140.000 firme autenticate distribuite in 83 province che ci occorrono e rendere possibile la presentazione delle nostre liste, della Lista Bonino in tutte le regioni. Possiamo farcela. Dobbiamo farcela.
Grazie e buon lavoro a tutti.
GRAZIE E BUON LAVORO A TUTTI