Roma, 9 marzo 2000
"Tutta la vicenda della futura Regione-Stato della Campania, con l'immagine di Bassolino assolutamente preponderante e senza confronto possibile con quella dei suoi contendenti interni ed esterni (poiché la mia immagine è stata eliminata dai mass- media), sarebbe stata perfettamente sana, fisiologica, democraticissima, in un contesto istituzionale e politico "americano", bipartitico; nel contesto dell'attuale regime italiano, del proporzionalismo pluripartitico a finanziamento pubblico, è invece scoppiata come una espressione patologica, una sorta di eruzione pestifera di bubboni (e di buffoni) ...
Torno a reiterare ad Antonio Bassolino l'invito di un immediato confronto pubblico, programmatico, progettuale, per i primissimi giorni della prossima settimana, o - meglio ancora - per questo stesso week-end, domenica inclusa.
Oggi noi siamo i soli "candidati in proprio" non: al servizio dei nostri partiti quali mere emanazioni dei poteri che li connotano e a volte dominano, ma con le loro ragioni ed i loro ideali costitutivi.
Di grazia: per quali Stato-Regione della Campania i vari "candidati alla candidatura" (e in particolare Bassolino) si battono, si batteranno, opereranno?
Entro quanto tempo sei mesi, un anno, o con tempo indeterminato? Quali referendum popolari, quali nazionali, quali regionali, quali comunali, saranno previsti, convocati? Quali sono i "listini", cioè i capilista dei vari candidati, a cominciare da quello di Antonio Bassolino?
Dibattere urgentemente e pubblicamente di questi e di altri temi e interrogativi varrebbe sicuramente, non solamente in Campania e a Napoli ma per tutto il paese, una ventata di ossigeno che spazzerebbe via i miasmi della palude della politica ufficiale, quella dei due Poli, "contrapposti" ma quanto simili e convergenti!".