Roma, 12 marzo 2000
Caro Presidente,
malgrado una mobilitazione che, al solito, ci vede giorno e notte impegnati allo stremo, intendo noi fanatici e /o cretini radicali, è poco probabile che si riesca a presentare nelle varie province venete le candidature della "Lista Emma Bonino" corredate dalle firme richieste da una legge che altri si limitano a violare sistematicamente e impunemente.
Abbiamo province intere ancora con più firme da raccogliere (in tre giorni al massimo) di quanto non siamo riusciti a raccoglierne in settimane. La "società civile" veneta rischia di connotarsi, insomma, nelle sue espressioni più consistenti, tanto incivile quanto la siamese "società politica".
Noi abbiamo dovuto e voluto correre ancora una volta le nostre alee di impresa per non rinunciare, come veniva di fatto preteso a:
A) il sostegno del referendum antiproporzionale del 21 maggio;
B) la scelta del sistema maggioritario per la costruenda Regione-Stato, veneta o
altro che sia;
C) la (ri)presentazione immediata, valida per il 2001 (in autunno se le elezioni si tengono nella scadenza naturale) da parte di cinque Regioni di richieste di referendum per la liberalizzazione delle forme (nuove e meno nuove) di lavoro e di impresa, delle pensioni e della sanità, del finanziamento pubblico di sindacati patronati volontariati ammortizzatori sociali penalizzanti il mercato, i settori e le imprese sane.
Siamo stati intransigenti, dunque come dovemmo esserlo dinanzi al rifiuto della Confindustria in incontri ufficiali con noi dei suoi organi direttivi, nel 1995 e 96.
Non avremo, infatti, un tempo infinito perché la 'Rivoluzione liberale e federalista' del nuovo Terzo Stato si affermi e compia il suo cammino di libertà, di diritto e di benessere. Occorre non mollare la presa, qui ed oggi.
E per questo saremmo dunque "puniti"? Nelle varie provincie venete avremmo dovuto raccogliere tra le 1000 e le 1750 sottoscrizioni, ma siamo stati a lungo privati di autenticatori di qualsiasi tipo e uso. Per ragioni diverse né gli elettori-lavoratori, né quelli imprenditori, hanno fin qui potuto o voluto compiere in tempo un atto di semplice, elementare civiltà democratica, onde consentire a tutti gli elettori di scegliere, loro, se votare o rifiutare il 16 aprile, anche noi, fra gli altri. Ci viene forse fatto pagare di non "rappresentare" coloro che ci hanno fatto fiducia, nello stesso modo in cui lo fanno i Bossi o i Rauti, i Bertinotti o i Cossutta, o i neo-democristiani di Baget-Bozzo e del pur carissimo Giulio Tremonti?
Fra lunedì e mercoledì, al massimo nelle primissime ore di giovedì 16 marzo, saranno, o non saranno, depositate o apposte le firme per noi necessarie. Sarebbero bastate per ogni provincia, due chiacchiere fra alcuni giovani o meno giovani imprenditori per consentire di firmare a tanti lavoratori altrimenti disinformati o in balia di ricatti pseudo-sindacali, perché noi non dovessimo essere di nuovo costretti a sforzi ingiusti e sproporzionati, per poter esser presenti alle elezioni regionali nel Veneto, presenza che, con i soliti metodi fuori-legge gli altri agevolmente non hanno assicurata.
Sarà, più o meno, un semestre, caro Presidente, che l'ho inutilmente cercata. Tornerò a farlo dopo giovedì; sia che le Liste Bonino siano presenti ovunque, o assenti più o meno ovunque, mi sarà piacevole guardarla negli occhi e facile non distoglierne i miei. Buon lavoro, intanto!
Cordiali saluti,
Marco Pannella
P.S.
Quanto alla "svolta" ed alla "vittoria" in Confindustria, c'è un'impresa, non associata, non confederata, di stretta mia conoscenza, che le ha accolte come qualcosa che da tempo e con forza aveva sperato e contribuito a preparare. So abbastanza della vita per comprendere e attendermi che quella impresa pagherà caro, molto caro, anche questo.... demerito. Lei sa, penso, che mentre si bada molto alla buona salute dei debitori, a quella di chi può esser tenuto (magari arbitrariamente) per creditore si guarda con malcelato fastidio e .... impazienza.
Questo evento rappresenta certamente e finalmente un successo del Terzo Stato che si sta formando e avanza. Se riusciremo il 16 aprile a esser presenti e forti nel voto dei veneti, come il 13 giugno scorso, o come in agosto per le firme referendarie, contribuiremo certo a prepararne altri.