Roma, 18 marzo 2000
"Quando un Governo in quanto tale esprime il suo appoggio a candidature elettorali contrapposte legittimamente e democraticamente ad altre, il minimo che si posssa dire è che quelle candidature sono "di Governo", cioè di regime. Quando poi è uno di quei candidati - nella fattispecie Paolo Costa - a comunicarlo nel quadro della sua propria campagna elettorale, egli proclama al colto ed all'inclita che, se eletto, egli sarà un rappresentante del regime; non del popolo, non della democrazia.
Il candidato di regime Paolo Costa, oltre tutto, si rivela imprudente e privo di un minimo di stile istituzionale. Noi non abbiamo nostri candidati a Sindaco di Venezia; ma certamente i nostri elettori avranno da oggi qualche elemento in più per sapere quale candidato non vada votato".