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Subject: Referendum elettorale: analisi probabilistica
Date: Sat, 18 Mar 2000 20:46:22 +0100
Ecco perché la legge di risulta del referendum è anche migliore del
maggioritario anglosassone puro.
Legge di risulta del referendum: un'analisi probabilistica
"Si è sviluppato in questi giorni un intenso dibattito, acceso dalle
dichiarazioni di alcuni uomini politici di primo piano, sulle caratteristiche
della legge elettorale che scaturirebbe da un'eventuale vittoria del sì nel
referendum antiproporzionale; in particolare, si è sostenuto da più parti che
la legge elettorale risultante potrebbe produrre effetti aberranti, come
l'assegnazione della maggioranza dei seggi alla coalizione sconfitta.
Mi sento in dovere, come ricercatore universitario di statistica, di scrivere
per mostrare che queste preoccupazioni appaiono ad una più attenta analisi
probabilistica largamente immotivate.
1) Qual è la probabilità che si verifichi un risultato paradossale come quello
sopra descritto?
2) La legge risultante dal referendum renderebbe più o meno difficile il
verificarsi di simili paradossi?
Per rispondere a queste domande, sì è messo in atto un programma informatico
che simula il comportamento dei due sistemi elettorali: l'uninominale
all'inglese e quello che uscirebbe dal referendum.
Abbiamo quindi simulato il risultato di 10.000 elezioni, ottenendo i seguenti
risultati:
1) La percentuale di casi »anomali (cioè i casi in cui la coalizione con
minori voti viene ad ottenere la maggioranza dei seggi) con il sistema
uninominale all'inglese è inferiore all'1,5% del totale.
2) La percentuale di casi »anomali con il sistema referendario è
ulteriormente più bassa, risultando inferiore all'1% delle simulazioni.
3) (Più importante) Da una analisi più approfondita dei risultati emerge con
chiarezza che i casi »anomali si riferiscono unicamente alle realizzazioni in
cui la coalizione perdente ha ottenuto tra il 49,5% ed il 50% dei suffragi e
quella vincente tra il 50% ed il 50,5%; in altre parole, l'anomalia ha una
(piccolissima) possibilità di realizzarsi solo se l'elettorato è più o meno
esattamente spaccato a metà (il che in pratica non si verifica mai).
evidente che in una situazione in cui la coalizione vincente ottiene meno
dell'1% dei voti in più dell'altra coalizione qualsiasi sistema elettorale non
garantisce un esito certo in termini di seggi (persino un sistema
proporzionale, se si considera il gioco dei resti).
4) Sul totale delle 10.000 simulazioni, la coalizione vincente ha ottenuto in
media il 52,7% dei suffragi, corrispondenti in media al 60% dei seggi con il
sistema »all'inglese , al 56,5% dei seggi con il sistema referendario; il
recupero del 25% dunque non avviene affatto »a casaccio , ma tende al
contrario a riequilibrare gli effetti parzialmente distorsivi dell'uninominale
secco. Altri indicatori statistici (come »l'errore quadratico medio )
confermano queste conclusioni.
La legge elettorale risultante dal referendum, con il conseguente recupero dei
migliori non eletti, corrisponderebbe in larga parte al sistema in vigore al
Senato, nonché in un certo senso a quello che succede nella Coppa del Mondo di
Calcio e nella Champions League. In sintesi, da questo piccolo studio emerge
che tale sistema di attribuzione dei seggi non sarebbe affatto arbitrario e
casuale, ma potrebbe essere visto come un temperamento dell'uninominale
stesso, tale da diminuirne ulteriormente i rischi (peraltro bassissimi) di
risultati paradossali."
Domenico Marinucci
Ricercatore in Statistica
Facoltà di Economia
Univ. La Sapienza, Roma
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--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem