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Conferenza Rivoluzione liberale
Fischetti John - 20 marzo 2000
angius radicale

tratto dal Corriere della Sera del 20 marzo 2000

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IL RETROSCENA / Il ministro Zecchino svela: nella Quercia la sofferenza è

grande e la fronda è più ampia di quanto appaia

»Referendum elettorale inutile , Salvi guida i pentiti dei Ds

ROMA - »Il referendum elettorale è un referendum inutile . E poco importa se

D'Alema e Veltroni giudichino l'appuntamento del 21 maggio importante quanto

le Regionali di aprile, poco importa se considerino quella rotta una sorta di

capo Horn della politica, poco importa se il premier abbia completamente

mutato opinione su ciò che considerava »un pericoloso grimaldello per

instaurare in Italia »la democrazia del notabilato , poco importa se il leader

della Quercia stia spendendo energie e riunioni per evitare gli scogli del

quorum che comprometterebbero la sua navigazione. Per Salvi »il referendum

elettorale è inutile e non modificherebbe nulla . Se è vero che in privato il

ministro del Lavoro si è persino schierato con il fronte proporzionalista -

»non fossi al governo firmerei il disegno di legge per il cancellierato - in

pubblico non ha esitato a bocciare il quesito elettorale »che di fatto non

risolve il problema dell'instabilità del sistema .

Il ragionamento di Salvi è precedente allo scontro che nelle ultime due

settimane ha causato fratture tra e dentro gli opposti schieramenti sul

modello di voto. Conversando a Montecitorio nei giorni incandescenti del »caso

Bassolino , il dirigente ds smantellò la tesi »di chi sostiene che la vittoria

del referendum eviterebbe l'ingresso in Parlamento dei partitini. Intanto va

ricordato che alla quota proporzionale oggi possono accedere solo le forze che

superano il 4%, parlo cioè di forze territorialmente strutturate sul

territorio come il Ppi. Non è da quei partiti che prendono corpo le operazioni

trasformistiche... Comunque, poniamo che passi il referendum: per stabilizzare

il sistema bisognerebbe approvare il doppio turno di collegio. Ma tutti sanno

che in Parlamento non ci sono i numeri e dunque il Paese avrebbe come nuova

legge elettorale il modello referendario. E nei collegi maggioritari quel

modello permetterebbe ai partitini di mantenere inalterato il loro potere di

ricatto: "

Io lì ho l'uno per cento. E se non mi dai là un seggio ti faccio perdere"...

Insomma, non cambia nulla. Con il referendum tutto resta come prima .

Le parole di Salvi aprono uno squarcio nell'imbarcazione di D'Alema e

Veltroni, danno ragione a chi - come il ministro ppi Zecchino, artefice della

battaglia proporzionalista - avvisa che sotto i rami della Quercia »c'è grande

sofferenza e che »la fronda è più vistosa di quanto non appaia . Perché è

vero che la sinistra ds è apertamente schierata contro il referendum, ma è

altrettanto vero che - secondo un autorevole dirigente di Botteghe Oscure -

»sottovoce ormai molti deputati diessini si dichiarano maggioritari pentiti e

auspicano un ritorno alla proporzionale . In fondo non fanno altro che

amplificare un sentimento diffuso nella base del partito, al punto che durante

l'ultima direzione a Botteghe Oscure il veltroniano Rognoni, vice presidente

del Senato e segretario ligure, ha detto che »visti i risultati, nell'opinione

pubblica monta la critica al maggioritario e cresce la domanda di

proporzionale .

Insomma, il rischio è venire sconfessati dalla base, perché molti ds - al pari

del ministro ppi Mattarella - prevedono che »il 21 maggio mancherà il quorum .

Ma c'è di più: l'offensiva referendaria ha lacerato i rapporti con i popolari,

che sulla legge elettorale rischiano un'altra scissione, »una definitiva

cesura - come dice Zecchino - tra il gruppo dirigente e la base del partito .

In Calabria, per esempio, il congresso regionale del Ppi ha approvato un

documento per il ritorno alla proporzionale. S'intuisce perché la mediazione

avanzata da Veltroni, il maggioritario a turno unico, non basta. E in aggiunta

crea malumori anche in casa ds: »Evitiamo - ha avvertito la sinistra interna

in direzione - di ripetere gli errori della Bicamerale. Allora non facemmo

distinzioni tra premierato e presidenzialismo pur di arrivare a un'intesa,

oggi non possiamo dirci a favore del doppio turno ma anche del turno unico .

Certo, il successo del referendum consentirebbe a Veltroni di puntare dritto

verso il progetto del partito unico. E però Angius avverte i rischi del

passaggio. Il presidente dei senatori ds si considera »un vecchio

proporzionalista che di fronte ai danni dell'attuale sistema diventa »un

radicale : »E a me non preoccupa l'obiettivo politico dei proporzionalisti,

non mi preoccupa un'operazione centrista, perché potrebbe anche starmi bene un

bipolarismo tra centro e sinistra. Io temo che se saltasse il referendum

rimarrebbe l'attuale legge elettorale. A questo puntano i proporzionalisti, e

questo va combattuto . Tuttavia anche se il quorum non fosse raggiunto, »ci

sarebbe un modo per cambiare sistema elettorale senza cambiare la legge

elettorale : »Basterebbe - sostiene Angius - modificare i regolamenti

parlamentari, legando la formazione dei gruppi di Camera e Senato al risultato

delle urne. E qualora ci fosse un cambio di gruppo, si perderebbe la quota di

finanziamento pubblico: senza soldi, voglio vedere quanti avrebbero ancora la

voglia di continuare con le trasmigrazioni. Sì, sarebbe bello poter modificare

così i regolamenti. Peccato, però, ci sia... qualche difficoltà .

Francesco Verderami

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--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem

 
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