I cinque candidati alla Presidenza della Regione raccolgono la sfida della Confindustria e s'impegnano sullo sviluppo
Parola d'ordine: facciamo le Marche Buoncompagni, liste solo ad Ancona e a Macerata: »Boicottati da alcuni Comuni
Messaggero 19 marzo 2000
di DANIELE CAROTTI JESI - Viva Le Marche solo in due province. Il movimento di Enrico Buoncompagni, nel proporzionale, si presenterà solo ad Ancona e Macerata. »Abbiamo incontrato qualche difficoltà di natura organizzativa , ha ammesso Buoncompagni. »Non c'è stata collaborazione da parte dei Comuni , ha detto ancora, annunciando una conferenza stampa da tenere nei prossimi giorni per denunciare, in termini più generali, »casi non corretti . La notizia ha scosso il dietro le quinte del primo faccia a faccia tra i cinque candidati alla presidenza organizzato ieri a Jesi da Confindustria Marche, all'auditorium della Banca delle Marche. Davanti a una platea di 350 imprenditori giunti da tutta la regione - l'incontro si chiamava "Industria, sfide per lo sviluppo" - i cinque hanno cercato di dare una risposta alle proposte formulate dal presidente di Confidustria Adolfo Guzzini. Par condicio rispettata al secondo. Dieci minuti dieci a testa, e guai a sgarrare, per rispondere al decalogo di priorità per la politi
ca economica individuate dagli industriali, che si augurano vengano recepite dalla prossima Giunta regionale. »I contenuti delle richieste di Confindustria - ha esordito Enrico Buoncompagni - sono del tutto condivisibili. L'analisi è stata severa ma fatta con animo costruttivo. Le Marche sono in ritardo. Manca la necessaria flessibilità e il clima nella regione non è favorevole all'impresa. Sussidiarietà dell'intervento pubblico, delegificazione e fiscalità come fattore di sostegno alle imprese sono le chiavi dello sviluppo . Subito dopo è stata la volta della candidata del Pri Luciana Sbarbati: »Con coerenza - ha ricordato - correremo da soli - Riteniamo, infatti, che una compagine troppo dilatata, dall'estrema sinistra al centro, non possa ben governare. Per restare dentro la competizione globale occorre creare un terreno favorevole alle imprese. Un sistema che soddisfi i bisogni dell'industria, dello sviluppo e dell'occupazione. Senza dimenticare la valorizzazione delle risorse umane e tecnologiche senza
le quali saremmo tagliati fuori . E' toccato poi a Crivellini, della Lista Bonino: »Dopo le battaglie civili - ha sottolineato - la Lista Bonino si mobilita oggi per quei cambiamenti nell'economia che il paese attende. Bisogna liberare il mercato dallo statalismo che lo opprime. Ci batteremo per un nuovo statuto regionale, per le liberalizzazioni, per l'informatizzazione, e per realizzare le infrastrutture indispensabili per lo sviluppo dell'economia marchigiana. Occorrono più libertà e meno vincoli . Il candidato del Centrodestra Maurizio Bertucci ha puntato sul federalismo e sul liberismo »che devono diventare la molla dello sviluppoanche in questa regione. Vogliamo aumentare il valore dell'azienda regione Marche e creare un ponte di collegamento con le regioni orientali. Oggi le associazioni di categoria sono tagliate fuori da ogni decisione politica. Occorre, invece, una Consulta permanente per l'economia. Noi vogliamo dare nuovo slancio alle imprese, agevolando quelle intenzionate ad andare in borsa, p
er favorire l'aumento dell' occupazione . Il presidente uscente della Regione, Vito D'Ambrosio, è intervenuto per ultimo: »Condivido la sfida del documento - ha annunciato D'Ambrosio - di Confindustria. La politica, come le industrie devono mettersi in gioco e affrontare la globalizzazione del mercato. Da parte nostra abbiamo attivato moltissimi lavori stradali per adeguare le infrastrutture viarie. Stanziamenti per circa mille miliardi sono stati ottenuti per le Marche. Nel biennio '97/'99 le imprese hanno avuto finanziamenti per 500 miliardi. Non abbiamo mai interrotto la concertazione con le parti sociali. L'economia marchigiana vuole diventare sistema, noi contribuiremo a crearlo .