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Partito Radicale Stefano - 21 marzo 2000
INTERVISTA A MARCELLO CRIVELLINI
Il Corriere Adriatico di oggi dedica l'intera seconda pagina ad una ampia intervista a Marcello Crivellini, candidato alla presidenza della regione Marche

Le proposte del candidato della Lista Bonino

"VOGLIAMO UNA UNA REGIONE NUOVA"

Crivellini: "Ora sembra la brutta copia di un ministero"

Una Regione nuova, che non assomigli a una brutta copia di un ministero. Marcello Crivellini, candidato alla presidenza della Regione dalla Lista Bonino propone una 'svolta" basata sulle riforme e su un amministrazione pubblica che sia piu' vicina alle esigenze dei marchigiani.

Professor Crivellini, Berlusconi dopo il mancato accordo continua a prendere di mira i radicali e rispolvera la vecchia storia della Bonino protesi di Pannella...

"Fino a novembre scorso, Berlusconi pensava che la lista Bonino fosse una meteora e diceva che la Bonino era una protesi di Pannella. Poi i suoi sondaggi l'hanno fatto ricredere. Ci sono state grandi avances, dove lui, a testimonianza del fortissimo interesse, si e' speso anche in prima persona. Poi quando questo accordo non c'e' stato, allora ha ricominciato a tirare fuori la storia della protesi. Se si ricostruisce questo percorso, si vede che invece e' Berlusconi ad essere prigioniero delle protesi che si e' scelto. Lui si e' tagliato una mano, una gamba e si e' innestato una protesi Casini, una protesi Buttiglione. Protesi della vecchia concezione della politica proporzionalistica, che gli hanno impedito l'accordo con noi. Come in un film di fantascienza, queste protesi di vecchia concezione hanno iniziato a soffocarlo politicamente. Tutti i giornali del mondo dicono che Emma Bonino e' stata il miglior cominissario europeo, questo e' un fatto".

Ma qual'e' stato il vero motivo della rottura? Ci sono di mezzo i soliti posti di potere?

"Noi radicali non abbiamo chiesto nessuna poltrona. Berlusconi pero' non poteva dichiarare di volere delle Regioni istituzionalmente diverse da quello che sono adesso. Le Regioni, cosi' come sono, sembrano brutte copie dei ministeri, hanno cioe' una burocrazia centralistica. Ora la nuova legge dice che le Regioni devono fare nuovi statuti e stabilire nuove regole. Noi vogliamo delle Regioni all'americana: Regioni-Stato con un Presidente-Governatore, dove si fa politica e non si e' frenati dalle mediazioni con l'ultimo dei partitini. Attraverso un sistema elettorale nuovo, che cambia il rapporto tra cittadini e politica, i candidati legati al territorio vincono o vanno a casa".

Cio' spiega la vostra partecipazione 'inusuale" alle amministrative?

"Siamo stati sempre presenti alle politiche ed alle europee. Questa volta le Regioni sono un fatto politicamente rilevante. Non tanto per la battaglia tra destra e sinistra, quanto per l'affermazione tra uno stato moderno e uno vecchio"

A livello locale, lei intravede uno schieramento con cui intavolare un discorso?

"ll centrosinistra e' per una politica burocratica che non decide e non governa. La vecchia giunta ha fatto una non politica. Il centrodestra si e' attrezzato per perdere, e condivide questa concezione centralistica di Regione. Poi e' vero che all'interno delle coalizioni ci sono personalita' di tutto rispetto. Se si fosse presentato Galeazzi, il sindaco di Ancona, che e' di un partito diverso dal mio, non so se avrei accettato la candidatura dei radicali. Penso che Galeazzi sia una delle poche persone con un certo grado di autonomia, che fa vedere i frutti del suo impegno. In questi anni che sono stato all'Inrca, se ho avuto un amico istituzionale questo e' stato Galeazzi. E la prima preoccupazione del centrosinistra e' stata quella di farlo fuori immediatamente. Ci fosse stata la possibilità di fare una lista assieme al sindaco di Ancona o gente come lui, avrei guardato poco gli schieramenti".

Insomma i due "poli" non attraggono i radicali?

"Sono l'uno speculare dell'altro, si appoggiano fra loro e non fanno differenza. Noi speravamo nel Polo. E mezzo Polo era favorevole. Alleanza nazionale e buona parte di Forza Italia. La mia candidatura per il Polo sarebbe stata un po' piu' forte di quella di Bertucci. Con Emma e Marco ci siamo ritrovati a Roma a discutere di queste cose, Pannella ha lavorato molto per raggiungere l'accordo e a un certo punto pensavamo che ce la facesse. Quando pero' abbiamo dichiarato cosa volevamo per le Regioni, c'e' stato il fuoco di sbarramento".

Ma nessuno l'ha cercato?

"Con il centrosinistra non ho avuto contatti. Nessuno mi ha cercato ne io ho cercato nessuno. Ma anche con il centrodestra ci sono stati pochissimi contatti, persino nel momento del possibile accordo. Solo qualche discorso con singoli esponenti che mi hanno manifestato il loro apprezzamento o la speranza che io facessi il candidato".

Conferma l'immagine di un panorama politico simile a una maionese impazzita? Nell'ambito di questa polemica Bertucci ha dichiarato che in fondo lei e' stato nominato commissario dell'Inrca dal Governo Berlusconi. Cosa risponde?

"Credo che abbia interpretato male una dichiarazione che non era rivolta a lui. Era un, giudizio sul complesso dei partiti e della politica così com'e'. Ma Bertucci l'ha interpretato come se fosse lui il cuoco che ha sbagliato la maionese. L'allora ministro della sanità Costa, del Governo Berlusconi, mi ha telefonato a casa insistendo affinche' accettassi l'incarico in un istituto di cui ignoravo l'esistenza. Ho detto si, ma dopo venti giorni ero gia' depresso. Era un ente che negli ultimi anni era stato abbandonato. Si era indecisi se chiuderlo o meno. Era il fanalino di coda degli istituti a carattere scientifico. Ho lavorato, credo di aver raggiunto dei risultati. Immagine moderna, attrezzature nuove. Abbiamo recuperato 60 miliardi che erano fermi dal 1982. Non sono un genio, sono una persona normale. Non ci voleva molto per darsi da fare".

La lista Bonino spera in uno o due consiglieri...

"Io non mi pongo il problema. Noi radicali siamo abituati a fare politica sulle idee, con pochissimi mezzi, ma siamo convinti che si puo' governare anche dall'opposizione. Sulla fame nel mondo, quando ero in parlamento, in dieci o dodici abbiamo fatto delle battaglie storiche. Quando la cooperazione allo sviluppo era totalmente sgangherata, il primo lavoro lo facemmo io e un certo Signorino. Organizzammo i dati e un convegno da dove poi nacque la nuova legge sulla cooperazione. Io, comunque, preferirei vincere e fare il presidente. Sono abituato a dire cosa voglio e in quanto tempo lo voglio. E il tempo e' una cosa piu' preziosa dei finanziamenti. Allora voglio so-prattutto l'autostrada. Poi collegamenti con Roma e il potenziamento della ferrovia. Se fossi eletto, non starei fermo un minuto fino a che non si creasse un processo di cambiamento. Per l'Inrca, ho deciso di andare a dormire nei container dell'ospedale per utilizzare meglio il tempo. I miei uffici erano a villa Gusso, ma in quei locali abbiamo cre

ato un centro diurno Alzheimer. Sono abituato a cercare risultati pratici. Se fossi eletto farei riunioni di giunta in giro per le Marche. Sposterei gli uffici della Regione in mezzo ai terremotati, non venendo via finché il problema non fosse risolto. Ma se non saro' eletto, sono sicuro di riuscire a governare anche dall'opposizione. Spero che in consiglio regionale ci siano anche negli altri schieramenti persone autonome, disponibili a realizzare insieme iniziative per le Marche.

Ma le Marche, nonostante tutto, tirano...

"Nelle Marche, c'e' un fatto aggiuntivo e di diversità rispetto a molte altre regioni. Una capacità di intraprendere e di lavorare che ha dell'incredibile. Lo dicono i numeri. A questa vivacità si contrappongono istituzioni - in particolare la Regione - statiche e burocratiche, che ormai rischiano di soffocare il desiderio e lo stimolo per il rischio. A causa delle infrastrutture per esempio".

Le infrastrutture...

"Prendiamo il collegamento con Roma. Annibale 2200 anni fa ha superato le Alpi con gli elefanti, una innovazione tecnologica di allora. Possibile che oggi la Regione Marche non riesce a superare gli Appennini per arrivare a Roma? Qui non ci vuole il genio della politica, basterebbe un'amministrazione minimamente dinamica con gente minimamente capace di governare. Il porto di Ancona e' un girone dell'inferno. Il sistema aeroportuale non e' dei migliori...".

Sanità e invecchiamento. Quale ricetta?

"Nei paesi industrializzati, il problema sanità deriva dal tasso di invecchiamento della popolazione. Una persona anziana equivale, dal punto di vista sanitario, a sei o sette giovani, perché ha bisogno di piu' prestazioni. Nel mondo, la popolazione equivalente sanitaria negli ultimi 10-15 anni e' molto aumentata, quindi sono aumentati i costi. Le Marche sono una regione con un alto tasso di invecchiamento e qualità dell'ambiente buona. Ma nella sanità c'e' stata una totale assenza di governo. All'inizio di questa legislatura c'era una certa situazione sanitaria, che si e' evoluta naturalmente. E' totalmente mancata un'azione di guida fondamentale. E' stata la sanità a governare la Regione, non il contrario. E questo stato di cose si e' tradotto in un debito e un deficit impressionante. Il debito pregresso mi preoccupa di meno, in parte lo pagherà lo Stato. I cittadini marchigiani pero' inizieranno la nuova legislatura con 750-800 miliardi di debito tra debito vecchio e deficit prodotto. Fatto un conto rapid

o, 500.000 lire a testa. Chi lo paga? Non hanno voluto fare nessuna scelta. Perché a chiudere quell'ambulatorio li succede chissa' che cosa. La distribuzione degli impianti e' rimasta quella storica. Bisogna fare prima di tutto un'operazione verita sui conti della sanita'. Poi fare un'azione di governo per ampliare, potenziare ed eventualmente diminuire la' dove c'e' bisogno. E ci si scontrera' con burocrazie sindacali, pubblico impiego e parastato. Ma se ci si muove in favore del miglioramento dei servizi per la popolazione, all'inizio occorreranno sacrifici ma poi saranno tutti piu' contenti".

Il Piano sanitario pero' e' stato fatto...

"Il Piano sanitario regionale e' un librone alto così e pieno di parole, ma privo di numeri. Ci sono alcune tabelle da cui si capisce che bisognerebbe ridurre qualche letto da qualche parte. Ma un pia-no sanitario dovrebbe essere breve, con poche parole e molti nu-meri: il primo anno si fa questo, il secondo quest'altro... Alcune Regioni l'hanno fatto, iniziando a mettere il deficit sotto controllo. Bisogna pensare molto in termmi di sistema e di rete. La spesa sani-taria e' concentrata sui grandi ospedali...".

Per governare meglio cosa e'indispensabile?

"Occorre una rivoluzione informatica e tecnologica allo scopo non solo di modernizzare gli uffici della Regione, ma anche di stravolgerli. Debbono cambiare impostazione tutti gli uffici della pubblica amministrazione. Non stanno li per riprodursi, occorre organizzarli in funzione delle imprese e dei cittadini. Abbiamo la fortuna di avere qui ad Ancona la Aethra, una delle aziende leader in Europa. La videoconferenza, per esempio, potrebbe essere usata negli uffici, tra Comune e Comune, o per dare alle aziende la possibilita' di avere uno sportello telematico".

Dal punto di vista pubblicitario le cose per voi radicali vanno bene, siete addirittura dispendiosi...

"Noi siamo gli unici, credo, ad aver dichiarato quanto abbiamo speso e dove abbiamo preso i soldi. Abbiamo speso cinquanta miliardi circa per la campagna delle europee, dei referendum e la campagna Emma for President. Abbiamo tirato fuori un sacco di soldi, ed abbiamo venduto i gioielli di famiglia".

L'aiuto di Berlusconi non c'e' stato?

"Neanche una lira. E' stato Berlusconi a prendere un sacco di soldi da noi. Abbiamo dato a Mediaset sette miliardi, anticipati prima degli spot. Poi abbiamo pagato 14 miliardi di tasse. Per fare cio', abbiamo venduto per 13 miliardi Agorà, un gioiellino telematico, e il 20% di Radio radicale per altri 25 miliardi. Emma ha detto a Berlusconi: abbiamo speso miliardi per i referendum, visto che li appoggi anche tu, tira fuori qualcosa, ma non per darlo a noi".

Pagare per apparire sulle televisioni appartenenti a un leader politico, anche per voi non si pone il problema del conflitto d'interesse?

"In qualche modo si pone. Voi sapete che noi siamo stati sempre molto attenti all'informazione. La Rai dovrebbe essere un servizio pubblico, invece e' un servizio privato, gratuito e a uso storico della maggioranza. Quindi il centrosinistra e' speculare a Mediaset per il centrodestra".

Passiamo al problema occupazione. Come si puo' dare un aiuto che vada oltre i "sussidi"?

"Noi abbiamo sempre detto di essere contrari al lavoro socialmente utile, all'uso spropositato della Cassa integrazione. Gli interventi settoriali drogano il mercato. Si creano dei serbatoi elettorali e sociali. In Inghilterra, Blair si e' ben guardato dal cambiare alcune cose che aveva fatto la Thatcher. La stessa cosa Clinton ha fatto in America. Li succede che dalla sera alla mattina 5.000 persone sono licenziate, pero' dopo tre giorni trovano un altro lavoro. In Inghilterra e Stati Uniti c'e' la disoccupazione minore del mondo, quella fisiologica. Perché c'e' un mercato del lavoro molto libero. L'assegno di disoccupazione, con certe regole, deve essere piu' consistente, ma eliminiamo tutte le altre cose. In Italia abbiamo dei meccanismi rigidi di organizzazione del lavoro, che poi si rivelano controproducenti".

I radicali sono sempre stati controcorrente. Ci vuole coraggio, ma e' anche piu' facile evitare compromessi...

"Si ha le mani pulite se uno se le sporca e poi si lava. Se uno rimane sempre fuori... Noi vogliamo andare al governo, confrontarci anche mediante compromessi. Il compromesso non e' sempre una cosa negativa se fatto in maniera trasparente. Noi non vogliamo fare i duri e i puri. Nei primi anni '90 appoggiammo il governo Amato, quando fece la manovra economica che ha raddrizzato l'Italia. Una forza politica ha il dovere di mirare a governare. E se non ci sono le condizioni, si puo' governare anche dall'opposizione. Ma io francamente vorrei andare al governo".

 
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