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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 24 marzo 2000
Da il Numero 11 di "Oggi"

DOMANDE DI OGGI

Indro Montanelli risponde al direttore

GUAI A CHI MI TOCCA IL MIO CARO NEMICO PANNELLA

CARO INDRO, NELLO ZOO DELLA POLITICA ITALIANA SONO RIMASTI POCHI ANIMALI INTERESSANTI. TRA I PIU STANI E IMPREVEDIBILI QUELLI CHIAMATI "RADICALI". L'ULTIMA CHE HANNO COMBINATO, ANZI, SCOMBINATO, E L'ALLEANZA CON SILVIO BERLUSCONI. MA NE FANNO E NE HANNO FATTE DI TUTTI COLORI, AL PUNTO CHE NON SI CAPISCE DI CHE COLORE SONO. TU LI CONOSCI INDRO, CE LI PUOI SPIEGARE?

Emma Bonino la conosco appena. Ma seguendone sui giornali il cosiddetto iter politico, ovvero cursus honorum, mi sono fatta di lei l'idea di una persona che a qualunque causa si dedichi, ci si dedica fino in fondo, senza risparmio di tempo e di energie, insomma (e nel senso migliore della parola) una "pasionaria", come venivano definite le poche donne leader della rivoluzione spagnola: la comunista Dolores Ibàrruri e l'anarchica Federica Montseny. Nata 150 anni prima, avrebbe potuto essere lei la fondatrice dell'Esercito della Salvezza; più tardi l'annunciatrice e campionessa del femminismo: una persona cioè per la quale la vita è una Crociata, e se non lo è, è una vita inutile e quindi sbagliata. Credo che nel sodalizio con Marco Pannella, la forza organizzativa e traente sia lei, onnipresente e instancabile. In quale casella ideologica la si possa infilare, non lo so, e penso che non lo sappia nemmeno lei. Cioè penso che essa sia pronta a tingersi, come il camaleonte, di qualsiasi colore, purché serva a ra

ggiungere il potere. Non per il potere, ma come strumento per servire la Causa. Quale causa? E qui che casca l'asino, cioè casco io. Cosa vuole in realtà la Bonino (fermiamoci, per un momento, a lei)? Che non voglia il potere per il potere, lo ha dimostrato la trattativa con Berlusconi e il suo fallimento. Se fosse stato solo per assicurarsi una fetta di potere, Berlusconi, che mira soltanto a quello e che sicuramente lo conquisterà alle prossime elezioni, gliel'avrebbe garantita (salvo, a scopo raggiunto mettere i radicali nell'impossibilità di esercitarlo). Egli era nel vero quando diceva ai suoi recalcitranti alleati: "Questa è un'operazione di pura aritmetica elettorale". Ma per la Bonino no. Quella fetta essa la voleva per qualcosa cioè per realizzare il suo sogno di liberalizzazione totalitaria in cui mi sembra di riconoscere quello dei vecchi "angeli neri" dell'anarchismo individualista tosco-romagnolo, che anche a me è rimasto sempre nel cuore. Come sogno, sia chiaro.

PANNELLA HA SEMPRE AVUTO POCHI VOTI (SALVO CHE ALLE ULTIME ELEZIONI EUROPEE), MA SE LO TOCCHI SI RIVOLTA MEZZA ITALIA. E UN UOMO DOTATO DI CARISMA, DICONO IN MOLTI. ANCHE TU RICONOSCI IL SUO FASCINO?

Certamente. Anzi, la mia giornata si divide sempre in due fasi: quella del litigio (soltanto interiore, intendiamoci: in piazza e in pubblico non metto più piede da un pezzo) con Pannella, e quella della riconciliazione con lui. Maledico la sorte che mi ha fatto contemporaneo (o giù di li) di Pannella. Ma guai se Pannella mi venisse a mancare. Ecco perché in quella mezza Italia che, come tu dici, se toccassero Pannella si rivolterebbe, puoi includere comodamente anche me. Anzi, vuoi proprio sapere quale sarebbe, anzi quale è il mio vero sogno segreto? E questo: Pannella in galera, e io sul podio di un'orchestra che invoca la sua liberazione facendo dentro di me voti che nessuno mi ascolti. Questo sarebbe il finale più appropriato alla mia lunga e contraddittoria carriera di giornalista. Credo che svolgerei molto bene il mio compito, e che lo stesso Pannella (felice di stare in galera, unico posto in cui potrebbe digiunare davvero) ne sarebbe interamente soddisfatto. Purtroppo l'uomo ha troppe benemerenze per

finire lì: il contributo per il divorzio e la regolamentazione dell'aborto, cioè le due più grandi conquiste laiche di questo dopo guerra portano il suo nome. Gli ci manca solo la battaglia per l'eutanasia. E io mi chiedo che cosa aspetta per ingaggiarla.

SEI MAI STATO TENTATO DI SCHIERARTI CON LORO? IN MOLTE DELLE LORO QUALITA, E IN ALCUNI DEI LORO DIFETTI TI CI RICONOSCO...

Bè, la tentazione di schierarmi con loro qualche volta l'ho avuta. Vi ho resistito per due ragioni. Anzitutto per allergia agli schieramenti, cioè per una specie di pannellismo insito nel mio sangue: eppoi perché il pannelismo si chiama anche ed è, radicalismo. E io, nel rifiuto del radicalismo, sono anche più radicale di Pannella. Si tratta, lo so, di una contraddizione, ma di cui non posso liberarmi perché fa parte del mio gene. Io sono per uno Stato non autoritario, ma autorevole (c'è differenza, anzi assoluta incompatibilità fra le due qualifiche: le istituzioni e le persone autorevoli non hanno bisogno, per farsi rispettare, di ricorrere a mezzi autoritari) che, invece di avere paura dei Pannella e di considerarli un pericolo, ne sfrutti l'immaginazione e la creatività. Lo Stato inglese ha sopportato per un secolo gli Shaw e i Russell (nonché i Marx e gli Engeles) che lo tenevano continuamente sotto accusa, e anzi ha sempre fatto di loro il proprio ornamento. Purtroppo lo Stato italiano non sarà mai in

condizione di fare altrettanto: ci vogliono secoli per costruire uno Stato e un popolo, e noi non disponiamo che di pochi e arruffati decenni. Comunque, e per riassumere la questione: non mi vedrai mai schierato con Pannella; ma lo sarò sempre contro coloro che si schierano contro di lui.

 
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