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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Antonio - 28 marzo 2000
Piemonte - Breve e approssimata sintesi dell'intervento di Emma Bonino in conferenza stampa a Torino: - L'intero Paese ha bisogno di uno scossone liberale, perchè per ora si cammina con una palla al piede: la proliferazione di troppi partiti.
I sistemi maggioritari hanno a che fare con due partiti e possono evitare questa intermediazione tra tanti partiti. Ma portiamo il discorso alla regione Piemonte.

Prima questione: il Piemonte è una regione in declino; dalla crescita del Pil lo vediamo chiaramente, ma lo vediamo anche dal fallimento delle politiche del passato. Per esempio, negli ultimi anni, 2500 miliardi di spesa pubblica sono stati distruibuiti a pioggia, cioè non si sono distribuiti in settori particolari. Manca un investimento nelle sovrastrutture e nei settori trainanti. Adesso tutti parlano di nuova economia, ma l'elemento base è la libertà imprenditoriale, non il vincolo burocratico.

Guardiamo cosa succede con l'iniziativa di Forza Italia: Si vuole creare un "portalesud.it" e un "portalenord.it". E' un'iniziativa di tipo demagogico, oppure sciocca.

L'iniziativa di Visco, invece, è costruire un fantomatico portale italiano, realizzare cioè il governo che da' gratis dei portali, legandoli al ministero del Tesoro.

In Piemonte, la nuova economia rischia di non decollare perché mancano i soggetti della nuova economia, mancano le strutture e gli spazi flessibili e cablati. Non esiste qualcosa che renda questo settore attraente.

Mancano, altresì, i sostegni in generale alla New Economy. Per esempio, il Consorzio per il sistema informativo in questa regione, si configura come una impresa di monopolio per tutta la pubblica amministrazione: 150 miliardi di fatturato, che la potrebbe portare in borsa, ma che si configura come un burosauro parapolitico che si muove in un mercato reso prigioniero e che solo sottrae ad imprese private qualunque cosa, toglie domanda e quindi piccole imprese produttrici di software non possono esistere.

Altra questione è che continua a prevalere la logica di chi è già dentro il lavoro. In realtà la politica del lavoro e quella della occupabilità sono confuse una con l'altra. Non si guarda alla autoimprenditorialità e non si finisce neanche a fornire una tutela adeguata ai disoccupati.

Per il problema italiano del collocamento, sono necessarie delle agenzie private di collocamento che siano realmente in azione.

Se questa è l'analisi, veniamo a delle proposte:

- Una regione come il Piemonte, che già per la sua posizione geografica rischia di essere un cul de sac, non ha investito per nessuna rete. Deve farlo.

- Priorità dei fondi su alcuni settori. Le risorse vanno destinate ai giovani, valorizzando quelle che restano. Bisogna evitare i finanziamenti a pioggia, fare delle scelte su settori promotori.

- Il settore automobilistico: Al di là della questione General Motors - Fiat, il Piemonte deve essere un negozio per il mondo intero. L'unico committente non può essere l'indotto della Fiat, perchè oggi possiamo essere l'indotto del mondo intero.

- La formazione: Che la politica si concentri su alcune cose, e non rimanga presente in tutte.

- La riforma delle spese mostruose, soprattutto rivedendo la pubblica

amministrazione, da dove può arrivare un grande risparmio.

In generale c'è bisogno di avere un dato di leadership come visione e progettualità nel futuro. Questo si può fare, specialmente in un contesto Europeo che fornisce modelli da adottare dopo averli modificati.

Il declino del Piemonte deve essere arrestato, è ampiamente tempo di correre ai ripari.

 
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