da La Repubblicaö
Toscani e i poster elettorali
ôI politici non capisconoö Rottura tra il fotografo e lo staff di Martini ôMi hanno chiesto le immagini e poi volevano
metterci il bollo della coalizioneö
di Maria Cristina Carratù
EÆ primavera, e sui muri, come ormai a ogni primavera, sbocciano i manifesti elettorali. Eccoli, i candidati alla
prossima tornata, tentare di sfidare il dilagante astensionismo e il monopolio del web, sorridendo da qualche poster
colorato. Solo il 17 aprile si saprà che risultato avrà ottenuto questa sfida, almeno all'apparenza un po' di
retroguardia. Secondo uno dei guru della comunicazione pubblicitaria Oliviero Toscani, in realtà i vecchi, collosi
manifesti elettorali, che sembrano tanto dÆantan sarebbero ancora attualissimi: »Un messaggio basilare, molto più
della tv che ormai, è inutile ripeterlo, è solo spazzatura »Sarebbero : perché invece, dice Toscani, così come
vengono di solito confezionati, »non hanno più alcun senso . E in effetti, che cosa mai vorranno dire al possibile
elettore ormai ultranavigato e decisamente diffidente, quegli sguardi, quei sorrisi, che cercano ingenuamente di
sembrare rassicuranti, quei vestiti che sperano di apparire di volta in volta, a ! seconda del partito o del
candidato, »normali o casual, borghesi o alternativi? Le urne lo decreteranno ma Toscani è già sicuro: »I politici
non capiscono un tubo, non c'è speranza. E' inutile che cerchino di fare qualcosa di decente, tanto non ci
riescono, non hanno la minima Idea di cosa voglia dire comunicare nel mondo di oggiä. Lui sostiene, in realtà ci
aveva provato a introdurre una ventata di novità nel dilettantismo dilagante. »Ma sono stato sconfitto . Lui la
racconta così: »Tre mesi fa ero negli Usa mi chiama lo staff del candidato di Toscana Democratica Claudio Martini.
Che vorranno? mi chiedo. Vogliono farmi collaborare alla campagna elettorale. Benissimo, dico io. Per me, e per i
ragazzi che lavorano con me a Fabrica, sarebbe stata una cosa nuova, un impegno con la politica che ci
eccitava.Per me, avrebbe potuto perfino essere una forma di militanza... . Anche per questo, oltre che per la
ricaduta di immagine sul suo laboratorio che ne sarebbe derivata, Toscani decide di lavorare gratis. Lo staff di
Martini, che si è già affidato per l'immagine della sua campagna a Guelfo Guelfi, propone a Fabrica di pensare a
qualcosa che parta dalle foto di una famosa mostra di Toscani Casting Livorno: I'immagine della città più
multietnica dÆItalia resa attraverso migliaia di volti. »Finalmente una buona idea da un politico, la ricerca di un
messaggio che rifletta la vitalità di una regione, la sua anima , esclama Toscani . »Io racconta »prendo le mie
foto, le impagino, ci faccio i primi lay out e mando le prime proposte . Ma... »Un giorno mi telefona Guelfi: tutto
ok, dice, però ci vanno messi i bolli. Che bolli? dico io. Come che bolli, quelli di Toscana Democratica . Guelfi si
riferisce al simbolo della coalizione del centro sinistra, un bel tondo grande e grosso con un sole stilizzato e un
ramo dÆulivo. »Macché bollo sbotta Toscani, »che c'entra con l'immagine della vita che propongo io , »quel bollo lì
ci ha già fatto vincere le elezioni repIica Guelfi. Ma Toscani n! on molla: »Non siamo mica un'agenzia qualunque,
da chiederci una cosa per poi rimetterci le mani. Il nostro avrebbe dovuto essere un progetto compiuto, da non
toccare . Ma Guelfi insiste, ai due capi del telefono le voci si alzano finché Toscani lancia la sua invettiva: »Ma si
tenetevi il vostro bollo, tanto siete solo dei piccolo borghesi! . A Guelfi, che è stato anche un militante
dell'estrema sinistra saltano i nervi. La telefonata si conclude con i due che si mandano a quel paese. E Toscani
conclude il suo rapporto con Toscana Democratica. »Voterò per i radicali annuncia. Non una conversione del
tutto, visto che già stava curando uno spot per la Bonino. Guelfi la racconta diversa: »Intanto gli avevamo chiesto
solo una collaborazione. E poi, è mai possIbile che potessimo fare a meno del nostro simbolo? . La parola
all'elettore.