Dichiarazione di Emma Bonino:
Roma, 30 marzo 2000 - Nella confusa vicenda del "Porta a porta" registrato ieri e non ancora trasmesso, c'è un solo elemento di chiarezza: Bruno Vespa si candida con sempre maggiore forza a fare da ufficio propaganda delle Democrazie Cristiane riunite, di tutto quanto -da Forza Italia al PPI, passando per il CCD e il CDU- vuole far riprecipitare il paese nella palude proporzionalista, clericale e centrista. Ci ha provato ancora una volta ieri sera, tentando di assicurare al tandem Castagnetti-Berlusconi il "traino" dei milioni di spettatori che hanno seguito la partita di calcio. E continuerà a farlo, usando il denaro dei contribuenti per pregiudicare a beneficio dei suoi nuovi e vecchissimi padrini la regolarità anche di questa campagna elettorale.
Per il resto, è letteralmente indifendibile la posizione di tutti i protagonisti della vicenda.
Borrelli sembra esclusivamente preoccupato di passare ad altri la patata bollente; la Buttiglione è la personificazione stessa della condizione grottesca e illegale di questo servizio pubblico (in quale paese del mondo sarebbe consentito alla sorella di un leader politico di essere la responsabile delle tribune elettorali della tv di Stato?); il Polo è tutto proteso a fare di "Porta a porta" una zona franca per le proprie scorrerie extra par condicio; l'Ulivo sembra esclusivamente preoccupato di garantirsi calendari di proprio gradimento (per intenderci, sostituendo Castagnetti con Veltroni, Vespa avrebbe subito il "via libera" dei DS); mentre la dirigenza Rai sceglie, ancora una volta, la strada pilatesca del rinvio e del "tirare a campare".
Vedremo cosa deciderà oggi, sull'intera vicenda, la Commissione di vigilanza. Nel frattempo, "Porta a porta" e Bruno Vespa possono continuare a muoversi letteralmente da "fuori-legge", cioè al di fuori di qualunque regola, di qualunque controllo, di qualunque netta assunzione di responsabilità.
Di tutto questo, comunque, torneremo ad investire l'autorità giudiziaria, e vedremo se la Procura della Repubblica di Roma confermerà il suo pluridecennale ruolo di copertura
-quando non di aperta istigazione- dell'illegalità della Rai.