In uscita presumibile il 31 marzo 2000D. La prima decisione che prenderebbe qualora venisse eletta.
R. Liberare le scrivanie dei funzionari dalle mille scartoffie, che noi siamo costretti a compilare e firmare, mille e mille volte, trasformando gli uffici pubblici in agenzie nelle quali è possibile prenotare una visita medica oppure vedersi notificato un atto con la stessa facilità con la quale si può volare da New York a Roma. Nel quadro di questo riordino, come garante dei cittadini, fondamentale è la figura del difensore civico regionale: istituzione importante per valutare la correttezza dell'applicazione degli atti regionali. Dopo la morte di Giorgio Battistacci, avvenuta anni fa, non è stato più nominato. La maggioranza e le opposizioni su questo che cosa hanno fatto?
D. Quanto spende per la campagna elettorale? Chi sono i suoi finanziatori?
R. La campagna sul mio nome viene gestita interamente dalla sede nazionale della Lista Bonino: per me come per gli altri radicali, candidati presidenti in tutte le Regioni, è pronto a partire un mailing a tutti i capo- famiglia italiani consistente in una lettera di presentazione del programma della lista e delle ottime ragioni per votare noi. Il budget non sforerà sicuramente il tetto previsto dalla legge per ciascun candidato. Riguardo a manifesti personalizzati, mi paiono una spesa improduttiva, visto che vengono coperti in un batter d'occhio dal "pennello selvaggio" di altri schieramenti.
D. Il nuovo sistema elettorale: cosa sceglie tra maggioritario e proporzionale?
R. Ma il maggioritario, senza ombra di dubbio! Il proporzionale è il padre dei tempi biblici della politica, tempi sprecati a prendere decisioni che non arrivano mai, perché tutto il tempo viene dedicato a puntellare gli sfarinamenti delle coalizioni. Poi, per accontentare questa o quella componente della maggioranza, le scelte diventano annacquate e incoerenti e la modernizzazione del sistema viene di fatto impedita.
L'elezione maggioritaria all'anglosassone permette invece: 1) rapidità di scelte 2) assunzione di responsabilità di chi governa. Così il cambiamento visibile, la modernizzazione che ne seguirebbe, favorirebbero la ripresa del mercato del lavoro
Se così non sarà, se il maggioritario non passerà, si consegneranno i cittadini, più di quanto non sia ora, alla disaffezione verso la cosa pubblica, alla rassegnazione quando va bene, e quando va male al cinismo.
D. Ricostruzione: una valutazione di quanto fatto e gli impegni per il futuro
R. Mi pare che ci sia stata fin dall'inizio una sottovalutazione dei tempi della ricostruzione, che ha portato a compiere una serie di scelte sbagliate. Le case di legno da più parti oggi invocate, sarebbero state un'ottima soluzione iniziale: ora, dopo tre anni di promesse non mantenute, suonano come una presa in giro per allungare ulteriormente i tempi. Riguardo il percorso già compiuto, ricordo che anche la maggioranza ,nella stessa commissione d'inchiesta ha ammesso la anomalia della concentrazione dei progetti in pochi studi professionali. Anche a tal fine sarebbe auspicabile l'istituzione in ogni comune di un albo pretorio telematico, per ottenere in tempo reale tutte le notizie relative, fra l'altro, a bandi di concorso, gare d'appalto ecc .Sicuramente l'informazione e l'accesso, sarebbero più semplici e trasparenti. Adesso comunque si proceda secondo le leggi già esistenti, visto che la macchinosa parte burocratica dovrebbe ormai essere alle nostre spalle.
D. Regione leggera: come pensa di riorganizzare la macchina anche alla luce delle privatizzazioni degli enti strumentali chieste dal mondo delle imprese
R. Le privatizzazioni degli enti strumentali hanno senso in quanto funzionali alla liberazione di energie sul mercato e alla moltiplicazione di risorse a vantaggio degli utenti. La regione si dovrebbe trasformare da ente erogatore a soggetto coordinatore. L'erogazione di servizi dovrebbe invece essere svolta da agenzie di diritto privato capaci di offrirli a prezzi concorrenziali. La regione così avrebbe il tempo di prendere delle decisioni, soprattutto di delegificare, riducendo drasticamente gli adempimenti burocratici, semplificando al massimo le procedure, rendendo disponibile in tempi certi il maggiore numero di informazioni utili ai soggetti economici. Noi sogniamo non processioni di cittadini verso gli uffici, ma cittadini - imprenditori a casa, davanti al computer, collegati agli uffici della regione che virtualmente gli girano intorno per via telematica. Affrontando il tema specifico degli enti strumentali prendo in considerazione l'ambito sanitario in cui attualmente operano ben cinque unità sanita
rie. A questo proposito propongo la drastica riduzione del numero delle USL per arrivare a una unica azienda sanitaria - da affiancare alle due aziende ospedaliere - che gestisca il piano sanitario regionale e introduca principi di trasparenza ed economicità della gestione amministrativa. Ridurre il numero delle USL significa ridimensionare il peso degli uffici amministrativi per trasferire maggiori risorse ai servizi al malato e all'organizzazione di una rete unica di prenotazione a livello regionale per ridurre i tempi di attesa degli esami.
D. Le infrastrutture sono un punto dolente del territorio regionale. Quali sono le soluzione per far uscire l'Umbria dall'isolamento?
R. La Regione deve fare un sforzo enorme per arrivare al 2003 in grado di gestire la rete ferroviaria regionale con le competenze che le saranno trasferite dallo Stato. Obiettivo prioritario è la crescita dell'uso della ferrovia abbinata all'uso dei veicoli pubblici nei centri cittadini. In questo senso l'aumento delle fermate nelle piccole stazioni per i treni regionali, materiale rotabile più confortevole e veloce, l'utilizzo degli edifici delle FF.SS. come centri ricreativi possono rilanciare l'uso del treno.
Va valorizzato al massimo il marketing turistico, riguardo il quale si potrebbe bandire un concorso di idee, volto a far conoscere ovunque nel mondo la nostra regione. Occorre in primo luogo far sì che l'Umbria resti "attrattiva per i visitatori, dirigendo gli sforzi alla tutela dell'ambiente naturale nonché del patrimonio artistico. E' inoltre importante che l'aeroporto di Sant'Egidio venga potenziato al massimo, sia per un'utenza turistica che commerciale.
D. Col federalismo fiscale, si impegna a non aumentare la pressione tributaria?
R. Noi siamo favorevoli ad un uso responsabile dell'autonomia fiscale. Eventuali incrementi di gettito vanno ricercati prioritariamente nella dinamica dello sviluppo economico, che è il vero obiettivo della politica fiscale regionale. Va valorizzato il controllo diretto dei cittadini sulla spesa regionale e sulla pressione tributaria locale. Bisogna dire che attualmente l'autonomia fiscale - spesso strombazzata - è in realtà molto modesta. E' dunque necessaria una forte azione di lobby per trasferire alle Regioni - insieme a nuove competenze - anche capacità impositiva. Solo in questo modo esse potranno finalmente essere responsabili delle politiche che attuano. Vale la pena ricordare che le Regioni sono corpi autonomi dello Stato. Come tali, è scorretto definirle - come comunemente accade - in termini puramente amministrativi. Le regioni hanno un potere legislativo che non è loro delegato, ma viene direttamente dalla Costituzione (art 117). Correggere l'immagine di Regione come soggetto dedito alla "pura
amministrazione" è tuttavia molto poco. L'Europa ha adottato il principio di sussidiarietà come regola di attribuzione e divisione delle competenze tra Stati e Unione. L'utilizzo dello stesso principio, accettato dai quindici stati membri, con riferimento all'Italia ci porterebbe dall'attuale regionalismo a un federalismo vero. In questo contesto va inserita una riforma dell'autonomia fiscale, diversa da quella odierna che consiste nel semplice trasferimento di quote di gettito erariale, con scarsa o nulla possibilità di manovra di aliquote. In particolare proponiamo: 1) l'introduzione di una nuova contabilità regionale trasparente e comprensibile, in grado di permettere il controllo dei risultati; 2) L'introduzione del referendum sulle emissioni del debito pubblico regionale in modo che gli elettori sappiano e possano esprimersi su come sono raccolti e utilizzati i fondi pubblici.
D. La nomina degli assessori esterni è possibile grazie a una legge regionale. In caso di elezione ne approfitterà oppure premierà i consiglieri della coalizione che si sono cimentati nella competizione elettorale?
R. Sì agli assessori di sicura competenza e, perché no, esterni.
D. In Umbria esistono due fondazioni: il teatro Stabile e la Fus. Ha ancora senso finanziarle visto che i comuni si organizzano da soli gli spettacoli?
R. La sovrapposizione delle competenze è figlia della mancanza di coordinamento. Anche qui la telematica aiuterebbe. Comunque il nostro approccio nei confronti delle fondazioni è diverso. Siamo favorevoli a fondazioni in cui la partecipazione dei soggetti privati sia prevalente, altrimenti finiscono per essere nicchie di rinforzo della partitocrazia.
D. E' possibile, considerato che le giunte precedenti non ci sono riuscite, stilare un calendario delle manifestazioni evitando la sovrapposizione dei grandi eventi?
R. Anche qui la parola "calda" è coordinamento. E nello stilare i calendari occorre ricordarsi che non esistono solo manifestazioni gestite dagli enti, ma anche da privati.
D. Quali gli impegni per il rilancio dello sport umbro?
R. Trasferimento delle risorse ai Comuni con la garanzia di possibilità di accesso agli impianti per tutte le società sportive, (piccole o grandi) e non, come invece avviene ora, un sistema di agevolazioni di fatto a polisportive che sono riconducibili ai partiti.
D. Perché un cittadino umbro dovrebbe votarla?
R. Perché sono non ideologica, denuncio la truffa della "scelta di campo" come preminente sul progetto politico, perché chi vota me vota Emma Bonino.
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