tratto da "il messaggero" del 5 aprile 2000
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Nuovo attacco della stampa tedesca: inglesi i congiurati
»Prodi? E' debole, vogliono silurarlo
di PAOLO CACACE
ROMA - Acque super-agitate a Bruxelles per Romano Prodi. Non bastavano
l'attacco dello Spiegel e l'esito non proprio felice dell'incontro africano
con Gheddafi. Ieri è entrata in azione l'autorevole e sempre cauta Frankfurter
Allgemeine Zeitung a sparare a zero sul presidente della Commissione Ue.
Secondo il quotidiano tedesco il "trono" di Prodi vacilla, a Bruxelles
imperversa la lotta di potere al punto che molti ipotizzano un imminente
"regicidio".
»Sono sempre di più i governi che assumono l'iniziativa - scrive il giornale
di Francoforte - alcuni commissari stanno apparentemente pensando di
convincere Prodi a rientrare in Italia e di scegliere tra le loro fila il
successore. Ad avere ambizione di arrivare alla presidenza ci sarebbero i due
commissari inglesi, Chris Patten e Neil Kinnock . La Frankfurter afferma che
Francia e Germania sono insoddisfatte soprattutto per l'attribuzione delle
"europoltrone" che avvantaggerebbe Londra e Madrid.
Se la reazione alle accuse dello Spiegel erano state contenute, questa volta
Prodi è andato su tutte le furie. Il portavoce Jonathan Faull ha smentito il
giornale tedesco: »Sono evidenti sciocchezze e provocazioni. Non è vero che il
vicepresidente Kinnock o il commissario Patten vogliano la partenza di Prodi .
Quindi ha estratto dalla tasca un foglietto per confutare la tesi secondo cui
- nella scelta dei direttori generali - il presidente favorirebbe gli inglesi.
Faull fa notare che sono stati finora nominati 11 tedeschi, 8 inglesi, 7
italiani e 7 francesi.
Ma la smentita più "pesante" arriva da Berlino. »A Bruxelles sorgono le voci
più disparate. Non c'è assolutamente alcun motivo per mettere in discussione
la posizione di Prodi , afferma il portavoce del ministero degli Esteri,
Michaelis.
Fioccano le smentite anche sul versante italiano. »Sono voci infondate. Prodi
è impegnato in un grande progetto che punta ad una grande Europa. Vuole
consentire all'Europa di prendere decisioni non all'unanimità, sottraendo alla
tentazione dei prepotenti e anche dei potenti di indicare la strada . Ma c'è
anche chi non risparmia al Professore (e a D'Alema) aspre critiche per
l'incontro con Gheddafi.
»Prodi e D'Alema - osserva Emma Bonino - sono stati rivali nel corteggiare il
colonnello libico, ci hanno offerto al Cairo lo spettacolo avvilente di due
leader democratici che sgomitano nottetempo davanti ad una tenda per
conquistare la simpatia di un dittatore golpista . Prodi replica che con
Gheddafi »ci vuole pazienza . Ma obiettivamente il tentativo di "agganciare"
il colonnello si è rivelato infruttuoso. Ed è probabile che - al di là dei
presunti complotti - i commissari inglesi, da sempre ostili all'apertura Ue
verso Tripoli - si faranno sentire.
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--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem