Cosa stiamo aspettando?Se penso a quella dozzina di "compagni" fiorentini, aretini o senesi che, ad esempio, leggono da anni in conferenza, senza scrivere. Cosa aspettano?
Cosa attende questa sorta di etnia antifascista dal secondo dopoguerra a oggi, se non la riforma all'anglassone dei collegi territoriali e il bipartitismo all'americana?
Cosa puo' darci, al Massimo (D'Alema), questo sistema di potere, che in quanto tale, si autoconserva ed e' destinato solo alla propria autoconservazione?
Non puo' forse darci, al Massimo, una legge elettorale?
Non vengono forse a trattare per una legge?
Ma il sistema, la parola "sistema", non evoca forse altro che un'insieme di leggi e/o di meccanismi?
La parola "sistema", come nell'ordinamento mafioso, non evoca forse una questione di stile, di comportamento?
Se il bipolarismo -come non e'- fosse un passaggio verso il bipartitismo, perche' Pannella, da solo, predica da sempre il sistema bipartitico come MODELLO, come dato tecnico, da fondere alla suddivisione in collegi uninominali del territorio nazionale.
La rivoluzione liberale, se deve essere il moto di un soggetto politico che ruota attorno a se stesso e a un punto fisso; chi puo' assumerla in Italia? O, almeno, chi ha piu' probabilita'?
Massimo D'Alema gia' segretario del PDS e presidente del Consiglio di QUESTA politica?
O un drappello di idealisti senza struttura di partito di cui curarsi?
La rivoluzione potrebbe passare da Campobasso senza aspettare...aspettare cosa?