PANNELLA: L'ON. BERLUSCONI, SE PROPRIO NON PUO' IMPEDIRSI DI DIRE GENIALITA' QUOTIDIANE, FAREBBE MEGLIO AD AMMONIRE GLI IGNARI ITALIANI CHE C'E' SEMMAI IL RISCHIO, PER LUI INSOPPORTABILE, CHE VOTARE LA SINISTRA SIGNIFICHI VOTARE BONINO! BONINO CON LA QUALE NON C'E' TANTA TRIPPA PER I GATTI QUANTA NE TROVANO CON LE BICAMERALI O CON I 40 PARTITI DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO E DELLA PROPORZIONALE.Roma, 11 aprile 2000
"L'on. Berlusconi ammonisce i poveri, ignari italiani: 'Achtung, votare Bonino è votare la sinistra'. Il guaio è che mentre votare radicale, per tutti, amici e avversari, vuol dire votare radicale, votare Bonino vuol dire votare Bonino, idee, attese, proposte che sono e restano ben chiare a tutti, ben quelle, nessuno sa cosa possa voler dire politicamente votare Berlusconi. Se non votare per l'uomo che ha come storia unicamente quella di saper in tutti i modi arricchirsi, fino a divenire l'uomo più ricco d'Italia proprio quando fa politica e non impresa, sotto i Komunisti e quindi almeno un pochino anche grazie a loro. Se non votare per Bossi, tra i tanti altri.
Considerata l'occasione di questo monito, sarebbe forse stato più logico che Berlusconi ammonisse: votare Sinistra è votare Bonino, è votare per la riforma maggioritaria contro lo schieramento proporzionalista del quale sono ormai il capo a difesa di una quarantina di partiti almeno, quelli del finanziamento pubblico, di Cossutta e di Bertinotti, di Bossi e di Rauti, di Castagnetti e Casini, di Buttiglione e di Pivetti (come afferma Rocco, che se ne intende, Dio li fa e poi li accoppia). Votare Sinistra è come votare la Bonino dei referendum, anche quelli antisociali che io Berlusconi non ho in alcun modo appoggiato e appoggio, lasciando sola perfino la Confindustria di Fossa e Callieri. Insomma, votare Bonino è votare una storia, che può rafforzarsi o spegnersi; mentre votare Berlusconi è votare un uomo senza storia civile e politica, con un po' di cronaca clamorosa tanto quanto senza interesse e altri utili che i propri, privati.
Questi giorni e il tempo diranno cosa comportino l'intervista di D'Alema e le nostre risposte. Ma Berlusconi, lui più di ogni altro, dovrebbe essere più prudente. Chi non riesce nemmeno lui ad assoldare e ingannare, se non è necessariamente incorruttibile e non ingannabile, ben poco ci manca.
Che per il 21 maggio ci si ritrovi insieme, metaforicamente sullo stesso palco, per annientare il Mattarellum e fare un bel passo verso un vero maggioritario americano, boniniani e dalemiani riformatori dell'Ulivo e del Polo, contro l'invincibile armata berlusconian-democristian-comunista-fascista proporzionalista e del finanziamento pubblico, sarebbe un bel vedere.
Poi ognuno voterà, per il resto, come crede: i radicali sette sì. Intanto, il 16 aprile si voterà anche per rilanciare i 14 referendum abbattuti dalla Corte Costituzionale, e altri, e i sei obiettivi radicali ricordati da Emma in occasione della felice proposta di D'Alema , che tanto dispiace a Silvio Berlusconi, erede non solo della politica del tandem Fanfani-Almirante, ma anche della parte peggiore della Quercia del 1994".