Il leader della Lista Bonino a PasquinoLa Repubblica, edizione regionale Emilia Romagna
5 aprile 2000
di Sergio Stanzani
Ha regione Pasquino: la campagna per le regionali non ha finora riservato sorprese. Ci ha sorpreso piuttosto che Pasquino, nel suo editoriale, abbia del tutto rimosso che solo una forza politica nazionale si è data l'obiettivo di cogliere in pieno la politicità di queste amministrative: la Lista Emma Bonino. "Entrambi i candidati" mancano di "un progetto istituzionale della regione prossima ventura" scrive Pasquino (per lui i candidati sono solo due: io non esisto). Le risposte di Canè, di Errani o di La Forgia, confermano che né a destra né a sinistra né al centro si valuta la questione istituzionale per quel che è: un passaggio politico cruciale, che avrà riflessi decisivi nella vita concreta dei cittadini. Il 16 aprile, gli italiani affideranno ai prossimi Consigli regionali poteri costituenti. Occorre impedire che il nuovo Consiglio sia ancora sede della partitocrazia e dell'egemonia amministrativa e burocratica: che si riproduca e trionfi, negli statuti che le regioni si daranno, l'inganno di un sistema
"bipolare" falsamente maggioritario. Occorre assicurare che il consiglio sia pronto ad affrontare le prospettive di un nuovo e diverso assetto strutturale, e non meramente funzionale, dell'istituto regionale. La Regione può diventare una Regione-Stato, con Presidenti-Governatori e Consiglieri-Deputati eletti dal e per il territorio con sistema maggioritario uninominale ad un turno; sede di effettive capacità di iniziativa politica e di governo delle esigenze economiche e sociali. Solo assicurando queste condizioni sarà doveroso e legittimo rivendicare all'istituto regionale più risorse, più potere, più controllo. Il modello del federalismo liberale e della democrazia diretta, praticato da secoli negli Stati Uniti e in Svizzera, può essere scelto anche in Italia, anche in Emilia Romagna. E' l'alternativa democratica alle federazioni di nazionalismi, protagoniste, dall'Unione Sovietica alla Jugoslavia di Tito, alla Serbia di Milosevic, delle tragedie europee anche di questi ultimi anni e che vorremmo apparten
essero al secolo che è ormai passato. Il voto alla Lista Bonino è un voto non solo utile ma necessario. La nostra è la storia di iniziative concrete: per i diritti dei cittadini. Divorzio, aborto, obiezione di coscienza, sessualità, ambiente, giustizia, antiproibizionismo: oggi, diritto all'informazione, liberazione del mercato, del lavoro e dell'impresa, federalismo. A partire dal voto delle regionali può iniziare un processo rivoluzionario, di rinnovamento profondo dello Stato. La democrazia nel tempo di Internet, della globalizzazione, sarà una democrazia tanto più nuova quanto più fondata su principi antichi solidi, sperimentati. Nella nuova economia, le risorse di scambio sono la comunicazione e i contenuti. Occorre la libera circolazione dei beni materiali, ma anche dei cittadini, delle informazioni e delle idee, oltre ad infrastrutture di rete, a servizi di interconnessione, alla formazione professionale, alla diffusione degli strumenti informatici. Soprattutto occorre libertà di mercato, d'impresa, d
i lavoro, di ricerca, di investimento, con regole semplici, trasparenti, efficaci. Non si può parlare di nuova economia senza parlare anche soprattutto di "nuova politica". Per Errani, per Canè, e per le loro coalizioni non è così. Entrambi condividono una visione bipolare: per Canè il cardine è l'impianto proporzionale (ma con "una robusta dose di governabilità"; cosa vorrà dire?). Per Errani ci vuole ci vuole il modello elettorale unico, e il tavolo della concertazione. Noi vogliamo non il bipolarismo, con 16 o 44 partiti, ma un sistema di maggioranza e opposizione, dove chi vince governa e chi perde controlla e prepara l'alternativa. Non un sistema dove è lo Stato che delega o decentra funzioni burocratico-amministrative ad organi che ai livelli inferiori ripetono lo stesso modello, lo stesso prepotere. Occorre una netta inversione di tendenza vogliamo un sistema nel quale è il cittadino che, secondo il principio di sussidiarietà, attribuisce anzitutto ai livelli più bassi dell'ordinamento, ai Comuni, all
e Regioni. Allo Stato federale, che li unisce, restano meno poteri, ma esercitati in modo più diretto ed efficace. Gli eletti non sono più espressione proporzionalistica di un assetto consociativo e corporativo dell'impresa e del lavoro; ma deputati che interpretano e difendono l'interesse generale del tessuto sociale e produttivo del territorio, del collegio uninominale di ciascuno. Il nostro progetto politico è dunque chiaro, e noi lo perseguiamo con forza e determinazione. Le schede elettorali del 16 aprile e del 21 maggio per i referendum sono le armi di cui i cittadini dispongono per avviare un processo effettivo di rinnovamento. La presenza delle Liste Bonino nei Consigli è garanzia di un'opposizione vera, leale, intransigente, ambiziosa di costituire un'alternativa di governo. Credo che sempre più cittadini possano su questo farci fiducia.