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Conferenza Rivoluzione liberale
Vernaglione Piero - 13 aprile 2000
Questo atteggiamento del "fare fiducia" mi comincia a rompere le scatole :) .Diventa stucchevole in circostanze delicate come le elezioni. Accogliere sempre le aperture di qualsiasi interlocutore politico, anche quando si sa che non vi può essere alcun terreno solido di intesa, non fa altro che opacizzare presso gli elettori l'immagine della lista. E' il caso dell'apertura di D'Alema: è soltanto sul maggioritario, e sappiamo benissimo che il suo maggioritario al dunque sarà annacquato con doppi turni, diritti di tribuna, spazi proporzionalistici e così via. Allora perché avere un atteggiamento di disponibilità (apparso a tratti di simpateticità) che dall'opinione pubblica (che nella gran parte segue superficialmente le vicende politiche) è percepito come un accordo, uno schierarsi a sinistra ecc.? Presso il piccolo campione rappresentato dalle mie frequentazioni amicali e di lavoro stiamo perdendo diversi voti. Oltre che sui contenuti, potremmo essere un po' più evangelici anche sulla tattica politica, si si
, no no?

(E dopo le elezioni sarebbe il caso di discutere anche le modalità del mancato accordo con il Polo; non che l'accordo si dovesse fare, anch'io ero contrario, ma il fatto è che anche in quel caso a mio avviso si trattava con l'intima convinzione di non fare l'accordo; è sicuro che stare sui media per una settimana significa sic et simpliciter aumentare i propri consensi?).

 
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