in vista per "repubblica"?
tratto da "repubblica" del 16 aprile 2000
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Dalla nave del Cavaliere a Parisi rivelazione in tv
Bocciati e promossi dello show elettorale
La barzelletta di Berlusconi sull'Aids ha fatto il giro del mondo.
Pannella-Bonino, coppia onnipresente. La bella Monica
di CONCITA DE GREGORIO
ROMA - A Berlusconi bisogna riconoscere che da grande uomo di spettacolo ha
trovato uno spunto, un'idea, ha dato una cifra stilistica anche alla più
indistinta e deprimente campagna elettorale del dopoguerra. Non fosse stato
per la barzelletta sui malati di Aids e per la jella in crociera non ci
sarebbe scappato nemmeno un moto di sdegno o un sorriso. Niente, proprio
assolutamente nulla se non gli abituali insulti incrociati che partono in
sordina ("inaffidabili", "voltafaccia") e culminano negli infamanti
"comunisti", "fascisti" della vigilia. Non un grande show, ma nei giudizi si
deve tener conto che l'anno prossimo potrebbe andare peggio.
La Nave. Berlusconi la concepisce col duplice scopo di nobilitare il lusso
cafone da crociera e di stancarsi poco coi comizi. Va malissimo. La crociera
parte tra fulmini e uragani, a lui viene la febbre, il suo portavoce cade
dalle scalette e si frattura un polso, un'auto nella stiva viene schiacciata
da attrezzi meccanici, si parla di jella, si addobbano le cabine di corni
rossi, per risollevare il morale il leader comincia a raccontare barzellette,
comincia con quella sul malato di Aids. Quando è chiaro che sta andando a
picco, partono gli sberleffi: Mastella affitta un gozzo a Sorrento, i radicali
partono in barcone. La battaglia navale fa ridere. Affondata.
Berlusconi. Avvilito, punta ad enfatizzare l'autostima. Dice che in Europa
nessuno ha fatto meglio di lui, in America solo Bill Gates. Promette di
liberare il paese dai comunisti, alla domanda: quali comunisti? indica
Cossutta, "che nel dopoguerra gestiva bande armate". Cossutta chiede 100
miliardi di risarcimento. Avvisa che le redazioni dei giornali sono soviet.
Come il lustrascarpe economista peruviano Alejandro Toledo, un altro che si è
fatto da sé, profetizza che sarà vittima di brogli elettorali. Erano elezioni
regionali: l'impegno c'è, ma siamo fuori tema.
Bruno Vespa. Vero guru della campagna elettorale, Stakanov e martire della par
condicio televisiva, resterà nell'emipireo degli archivi Rai per le obiezioni
taglienti. Quest'anno ha contestato il Cavaliere dicendo, giorni dopo
l'intervista: "Ritengo che il Berlusconi imprenditore tv taglierebbe qualcosa
al Berlusconi in tv". Lo ritiene, ma non ha tagliato. Onore al coraggio,
riconferma a Porta a Porta.
Le barzellette. Il malato di Aids che deve fare sabbiature per abituarsi a
stare sotto terra (Berlusconi) è finita sui giornali di tutto il mondo. Come
effetto secondario, ha scatenato una simpatica gara tra leader: Cossiga ha
raccontato quella del soldato che - come D'Alema e i suoi alleati - dice "ho
fatto venti prigionieri", "allora torna", "non posso, i prigionieri non mi
lasciano venire". La si cita perché, anche considerata la sua diffusione nelle
scuole elementari, è risultata la più sagace.
Cossiga. Gioca da casa, promette di fondare il partito dei "Quattro gatti",
vota Storace, dice che Prodi porta jella, è indicato dai giornali come l'uomo
più potente d'Italia, si diverte pazzamente. Ogni giudizio, per esperienza, è
inutile: li ha già avuti tutti, ha riso ogni volta di più.
Fini. Desaparecido, costretto a frequentare comizi periferici e a sentirsi
dire da D'Alema: "Ormai è quello che porta il caffè a Berlusconi". Ricomparso
in tv per un non memorabile scontro con Veltroni. Anche depresso per la
perdita di leadership, giudizio sospeso: troppe assenze.
D'Alema. 66 tappe e 115 iniziative in 50 province, il presidente del Consiglio
è sceso in guerra elettorale, dice, "per legittima difesa". una teoria,
molto criticata. Lui la difende portando esempi celebri: tutti alla sua
altezza, da capi di Stato a candidati Nobel in su. Gioca e perde in Borsa, il
Wall street journal fa notare che forse non dovrebbe. Mai afflitto da falsa
modestia, contestava i giudizi dei professori fin da piccolo. Fin da piccolo,
i professori inascoltati gli consigliavano: troppo brusco, prudenza.
Monica Ciccolini. Ha coperto Roma di manifesti, a migliaia e abusivi. Bellezza
da fotoromanzo, ribattezzata Cicciolina Cicciolini. Promette da ogni poster di
essere "Pronta all'azione". Purtoppo è stata molto fraintesa. Autopromossa.
Veltroni. Reduce da un lungo viaggio nella sofferenza, ha fatto della campagna
la sua Africa. Congo e Mozambico a ogni comizio, missionari in sciopero della
fame eletti a testimonial. Cerca di recuperare la crisi d'indentità del popolo
della sinistra, tornando all'origine dei valori forti. I temi sono da
rispettare e lo sforzo encomiabile, ma anche per lui va detto che erano
elezioni regionali. Buona l'intenzione, ma fuori tema: si raccomanda di
insistere anche in sedi più appropriate.
Internet. Idolo della campagna elettorale. New economy eletta a totem
salvifico mentre Microsoft affondava i titoli di Borsa. Internet, che come si
augura il direttore generale della Rai un bel giorno farà sparire tutti i
giornalisti, resta per ora un posto dove solo i giornalisti, appunto, vanno a
cercare biografie di candidati, di solito vivaci come epitaffi. Col web si può
fare di più. Politici in debito formativo.
Pannella-Bonino. Autorità mondiali nel gioco delle tre carte, i radicali hanno
cercato di convincere Berlusconi a comprare radio radicale in cambio del loro
appoggio politico, un onesto cambio merci poi fallito. Berlusconi racconta che
Pannella gli ha anche chiesto un posto istituzionale per sé e il ministero
degli Esteri per la Bonino, ma dev'essere rancoroso per via del fracasso. Ora,
su invito di D'Alema, sembrano intenzionati ad avviare il dialogo col
centrosinistra, ma non a desistere sui loro candidati. Grandissimi
intrattenitori, sono una garanzia di audience. Promossi dal pubblico.
Parisi. Uomo rivelazione della stagione, il professore sardo ha sbigottito la
platea sbeffeggiando Berlusconi in tv. Non se lo aspettava nessuno, neanche
lui. Promosso dalla critica.
Bossi. Non si è quasi visto. Anche a Teano ha mandato Maroni. Solo Berlusconi
ci ha trattato di persona, per quel patto segreto che hanno firmato assieme.
Dal vivo si è distinto per aver chiamato Pannella Culosevic, un tocco di
folklore in una campagna altrimenti impeccabile. Molto sottotono, può fare di
più.
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--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem