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Conferenza Rivoluzione liberale
Bazzichi Marco - 18 aprile 2000
REGIONALI 2000
Devo ammettere che l'ultima campagna elettorale ha coerentemente dispiegato le premesse dell'inverno scorso. E' stata un'esperienza molto interessante, direi un esperimento, come a questo punto si rivela la parabola di Emma Bonino come lista (non certo come statura personale), un esperimento che secondo me conferma l'immutabilita' delle italiche e radicali sorti. Personalmente ho il leggerissimo rammarico di aver seguito i radicali, questa volta, ai margini, dopo aver cercato, dal 27 marzo 1994 al 24 gennaio 2000 di cercare un minimo (giusto un minimo, eh) di invertire la tendenza che si andava delineando. Ma quale tendenza?

Devo dire, e mi scoccia Dio sa quanto, che, come vita politica e come senso di partecipazione sociale e umana, i "boniniani" o, se preferiamo, coloro che vorrebbero farsi veramente eredi della tradizione antifascista, hanno sviluppato al proprio interno tutti gli identici meccanismi conformi a quelli di tutti gli altri partiti e soggetti politici italiani in generale. Perche'?

a) Non si sono mai fermati un attimo a riflettere sulla natura di queste elezioni, comunque amministrative, inadatte a quelle riforme che i candidati avrebbero voluto offrire agli elettori.

b) Ci si e' illusi che queste elezioni avrebbero dato origine a chissa' quali mirabolanti regioni-stato all'americana, quando invece si trattava solo di una semplice e francamente remota possibilita', sovrapponendo quello che avremmo voluto a questo che non sarebbe successo.

c) I "boniniani" hanno assunto un'assoluta conformita' ai militanti di tutti gli altri partiti:

-dispiegazione sul territorio in maniera amministrativo-totalitarizzante. In che senso? Liberi da qualsiasi vincolo di struttura territoriale, radicali e boniniani non sono mai riusciti, non c'hanno pensato, o non hanno voluto, evitare di coprire l'intero terreno di appartenenza: sono nati i siti e i raggruppamenti dei "radicali fiorentini", il "coordinamento elettorale toscano", "i radicali abruzzesi", i "radicali di Ascoli" anziche' "i radicali di Milano", andando a riprodurre, potenzialmente, i modi e le forme di tutti gli altri partiti.

-totale confusione tra "locale" e "amministrativo".

-totale ignoranza del ventennale richiamo di Marco Pannella al bipartitismo all'americana e alla riforma anglosassone.

-totale rifiuto di fare politica nel proprio collegio

-totale rifiuto della strada

-illusione di fare la rivoluzione a colpi di comunicati stampa

-perdita delle traveggole alla comparsa di due righe di comunicato stampa a pag.340 della sotto-cronaca locale in fondo a destra accanto all'intervista alla vecchietta che compie 100 anni.

-illusione ventennale di essere i detentori della Verita' e della Ragione, che il popolo mai capira'

-attesa messianica di qualche Demiurgo Liberale

-totale contraddizione e illogicita' tra fini (liberali, democratici, anglosassoni) e mezzi (illeberali, antidemocratici e puramente italiani)

-totale mancanza di autocritica

-cancellazione della critica tramite "vaffanculo" e "che cazzo dici" a chi, da 4 mesi, prediceva il 2%.

Cosa invece si puo' imparare?

a) i voti hanno due target di spostamento: il contatto quotidiano e i mass-media.

-I mass-media appaiono ancora totalmente ingovernabili, ed e' forse questo il senso dei tentativi e degli esperimenti di Marco Pannella.

I mass-media spostano il consenso solo a grandissmi livelli, il tg1 e il tg5 delle 20, per intenderci. Il programma di politica piu' seguito, "Porta a Porta" conta un milione di spettatori, la stessa Radio Radicale 600 mila. Spiacenti, ma i milioni di elettori sono 43.

Tutto quello che viene dopo e' inutile: non c'e' rigo di giornale, non c'e' articolo ne' trasmissione che sposti il consenso.

-il contatto quotidiano si basa sulla fiducia (come la mafia), l'amicizia e il clientelarismo. Tornando sulla strada e nelle piazze (quale utopia!) si puo' intravedere la benche' minima possibilita' di dignita' democratica.

b)Totale disparita' tra i sondaggi e i voti espressi. Io non credo che fossero sbagliati i sondaggi, credo piuttosto che gli italiani, ancora una volta, hanno deciso all'ultimissimo momento cosa votare (e certamente non chi) e di dare il voto in maniera "utile".

E ora? Ora c'e' da stare calmi e aspettarsi un altro vaffa...

 
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