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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 19 aprile 2000
REFERENDUM. LISTA BONINO. E' UFFICIALE: LA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA HA ABOLITO LA CAMPAGNA REFERENDARIA. UN ALTRO CAPITOLO DEL "CASO ITALIA".

Dichiarazione di Daniele Capezzone, responsabile informazione della Lista Bonino:

Roma, 19 aprile 2000 - E' ufficiale: con il calendario di tribune referendarie deciso ieri, la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai ha deliberato la sostanziale abolizione della prossima campagna referendaria: pochissime tribune, collocate negli anfratti più oscuri dei palinsesti televisivi, e scientificamente concepite per impedire che i cittadini siano raggiunti dall'informazione sui quesiti e possano esercitare con piena consapevolezza il proprio diritto di voto.

Comunque, il quadro è chiaro: prima la sentenza della Corte Costituzionale, che, contro la Costituzione, ha illegalmente mandato al macero più di 10 milioni di firme autenticate e certificate di cittadini italiani; poi la decisione del Governo e del Parlamento di non "ripulire" le liste elettorali, consegnando a morti e fantasmi la decisione sui sette quesiti residui e alzando il quorum, di fatto, al 55%; adesso, la decisione della Vigilanza, che, secondo tradizione, ha saputo vigilare solo sulla violazione del diritto dei cittadini ad essere correttamente e completamente informati.

Dinanzi a tutto questo, quando siamo ormai giunti alla piena vanificazione di ogni dettame costituzionale, di ogni certezza del diritto, di ogni rispetto delle più elementari norme iscritte nel nostro diritto positivo, ribadiamo la nostra determinazione di confermare ed aggravare, anche in sedi di giustizia internazionale e comunitaria, nonché presso le altre istituzioni garanti del rispetto delle Convenzioni internazionali recepite nell'ordinamento italiano, tutte le iniziative politiche e giudiziarie necessarie alla denuncia del "caso Italia", alla sconfitta di quella che si conferma una vera e propria realtà criminale, e alla condanna di tutti i responsabili. Se è vero che il nostro paese ha conquistato, in sede europea, un poco lusinghiero primato di condanne per ciò che produce in materia di giustizia, di "processo giudiziario", altrettanto -se non peggio- avverrà nel momento in cui le istituzioni internazionali saranno chiamate a pronunciarsi su quanto continua ad accadere in Italia sul fronte del "pro

cesso politico", sul ruolo dell'informazione nella vita democratica del paese, sullo stato delle libertà e dei diritti politici e umani dei cittadini.

 
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