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Conferenza Rivoluzione liberale
De Maio Francesco - 23 aprile 2000
L'assemblea tenutasi in questi giorni mi vedeva iscritto a parlare nella lista dei "non invitati" ma non ho avuto modo di fare il mio brevissimo intervento in quanto e' stata esaurita solo la lista degli "iscritti a parlare invitati".

Profittando di questa conferenza, molto brevemente...

Quello a cui abbiamo assistito, in questi giorni e qui (in assemblea), si riassume semplicemente dicendo che abbiamo partecipato, con una non sempre sufficiente capacita' di comprensione e comprensibilita', al gioco, al tentativo di rappresentare la nostra diversita' (dell'essere radicali) all'interno di una realta' politica, e non solo, che nonostante tutto ci vede protagonisti "altri". Il prezzo pagato, in termini di voti, a causa delle scelte politiche tese a difendere e a sottolineare la nostra alterita', e' il prezzo da pagare in questo contesto italiano per far si che, poi, comunque, la pretesa di quei diritti altri diventi o possa diventare conquista da parte dei cittadini italiani o almeno che, tale pretesa, non si confonda "scomparendo" all'interno di una realta' politica che tende sostanzialmente a prendere voti (vedi an o asinello). Trovare un interlocutore (Dalema) con cui semplicemente dialogare, in questo tipo di realta' informativa e politica, e' indubbiamente piu' prezioso di qualunque risult

ato elettorale, o, meglio, vale il rischio, eventuale, del non essere compresi nell'immediato. Superfluo dire che, evidentemente, tale comportamento politico pare porci su un piano di un'ambiguita' assoluta rispetto alle esigenze e ai comportamenti di un qualunque altro partito italiano il cui scopo e' monotematico: prendere voti per occupare illegalmente potere.

Ma un argomento uscito fuori, letteralmente "riesumato", dalla storia recente del nostro partito, e' l'argomento messo sul tavolo da Rita Bernardini: la distribuzione del finanziamento pubblico nei tre paesi (nord, centro, sud) vincitori del "concorso". Mi rendo conto che questo potrebbe rischiare d'essere considerato un argomento "ridicolo", apparentemente inutile. Allora mi chiedo se sia piu' ridicolo io, che metto o rimetto sul tavolo questo argomento, se sia piu' ridicolo l'argomento stesso (errore di un passato prossimo che non fa piu' parte delle esigenze odierne) o ancora piu' ridicolo l'intervento di Rita, che, non so perche', improvvisamente ripropone il tema. Forse sono tre cose ugualmente ridicole. Ma allora mi chiedo, come mai nessun altro compagno (del sud, del centro, del nord), soprattutto all'interno di questo congresso, ha risposto o ripreso tale argomento, semmai, sottolineandole l'importanza o, di contro, la ridicolaggine, l'erroneita' o l'inutilita' evidente? Mi preme sottolineare, che la

mia insistenza non ha mai trovato riscontri a livello ufficiale (se non inutili rassicurazioni se pur ufficiali!!!! Mi siete tutti testimoni), e nemmeno (ma questo e' infinitamente piu' grave) a livello di impegno personale da parte dei miei compagni, anche di quelli della Provincia di Avellino, di Salerno, di Napoli, di Caserta o di Benevento. Non ha trovato riscontri o accenni nemmeno in quest'assemblea pur essendo stato sbandierato con tanta veemenza da Rita. Spero che la "ridicolaggine" delle mie pretese, che costituiscono ormai una reale "alterita' " rispetto ai miei stessi compagni, sia tollerata e non ignorata in modo che anch'io (nell'interesse non mio ma dello stesso partito) possa trovare uno spazio reale in cui dialogare sulla opportunita' di non tradire gli impegni presi o l'inopportunita' di fare quel che si deve. Il tema centrale di oggi pare essere il maggioritario, ma, sotto sotto, il tema del finanziamento pubblico, come ha ribadito qualcuno in quest'assemblea, potrebbe essere ancora piu'

scottante e piu' imbarazzante, potrebbe essere, da una certa prospettiva, il tema centrale.

 
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