Cari radicali, venerd notte, e impiego l'intervallo fra la fine di un
discorso di Marco Pannella e l'inizio di "Ordet" di Dreyer in televisione
(edizione originale, in danese: serata impegnativa), per mandarvi un saluto
affettuoso. Ho ascoltato per due giorni i vostri discorsi a Radio Radicale,
bench con le infinite interruzioni imposte dalle regole di quest'albergo.
Li ho ascoltati sperando di cavarne un'idea meno confusa circa quello che
pensate e fate. Comunit militanti come la vostra presumono, anche senza
volere, una informazione e una partecipazione costanti, senza le quali si
perde il filo. Anch'io l'ho perso, e me ne accorgo non solo dalla
difficolt a seguire certe parole ripetute nella discussione, di cui
intuisco che abbiano per voi un significato speciale. Me ne accorgo anche
dai molti nomi per me nuovi degli intervenuti, e questo un buon segno.
Del resto io sono troppo fuori mano per prender parte con idee utili a una
discussione politica. Piuttosto che idee, ho una sensazione pressoch
tetra, e forse questa una vera differenza con voi. Bench voi siate
momentaneamente rattristati da quella che Emma ha chiamato una disfatta -
sempre meglio esagerare, quando si tratta di se stessi- mi sembrate insomma
pi· fiduciosi rispetto ai sentimenti profondi che provano gli italiani. La
stessa nozione di Terzo Stato, che avete adottato con risultati senz'altro
stimolanti, mi sembra investita nel discorso di Marco e dei pi· fra voi di
un forte credito, cosicch ci sarebbe bisogno soprattutto di permettere
alle aspirazioni autentiche del Terzo Stato di prevalere sulla direzione
distorta dei partiti che oggi cos vastamente lo rappresentano. La stessa
vostra fiducia illesa nei referendum come strumento di vere e proprie
riforme strutturali, di un complessivo programma liberale, molto distante
dalla mia sensazione che oggi possano passare attraverso pronunciamenti
popolari diretti i desideri e gli obiettivi pi· caudillisti e vendicativi.
Questa differenza di stato d'animo, per cos dire, fa s che io senta nel
risultato elettorale una pi· piena rivelazione della animosit profonda e
risentita che attraversa l'Italia (alla lettera: cio in modo davvero
"trasversale", a cominciare dalla paura e il risentimento per
l'immigrazione e l'insicurezza, ma anche per i costumi privati e le libert
civili). La vostra analisi minuziosa degli episodi che, nel giro di pochi
giorni, avrebbero provocato uno spostamento elettorale sufficiente a
cambiar segno al risultato vostro e di tutti, forse fondata e penetrante,
ma tiene lontani e per cos dire consola dalla convinzione che abbiano
agito correnti assai pi· lunghe e profonde. Un'intervista di D'Alema a
Repubblica, peraltro apprezzabile e da voi stessi apprezzata se non, come
ha spiegato Marco, auspicata, avrebbe avuto l'imprevisto effetto di
togliere un 4 per cento ai vostri candidati e con ci di sancire
indirettamente la sconfitta del centro-sinistra: se fosse cos , l'errore di
valutazione che vi rimproverate sarebbe stato madornale, ma al tempo stesso
venialissimo e pressoch casuale. Una scommessa perduta in una situazione
attaccata a un filo. Era davvero cos attaccata a un filo? Mi chiedo queste
cose ascoltando la vostra appassionata discussione. Per , per dire la
verit , sono stato ad ascoltarvi per amicizia. L'amicizia si sente di pi·
in tempo di disfatte errori e dimissioni. Ho provato a capire dalla radio
come state, come vi sentite, come state invecchiando. Se Emma si montata
la testa: no, mi pare. Se Stanzani sempre cos combattivo, nevvero. Con
chi ce l'abbia Rita, visto che ce l'ha con qualcuno. Se sia innamorato, e
di chi, Cicciomessere, l'uomo che si fece monaco in Agor , e ci sembrava
solo un po' strano, e col senno di poi si rivela anticipatore di parecchi
anni su Soru e compagni. Se la campagna sulla pena di morte rischi di
essere indebolita dalle difficolt del momento. Se il mio amico Danilo
Quinto sia uscito vivo dalla campagna di Puglia, e se uscir vivo dalla
prossima sottoscrizione. E cos via. E soprattutto chi sia Daniele
Capezzone, e perch si parli tanto di lui. Di Marco sento che non ha smesso
di fumare, n tutto il resto, e di tutto il resto mi rallegro. Ecco, volevo
solo salutarvi, Adriano Sofri.