Compirai settant'anni in un giorno poco distante dal "rumoroso" 2,7% delle regionali, e poco distante dal prossimo voto su sette referendum radicali.
Niente di nuovo, niente di insolito. Mediocri risultati elettorali, fatiche immense per tentare una spallata con l'altro strumento che la Costituzione mette a disposizione dei cittadini.
Settant'anni compiuti nel momento in cui parecchi sanno, e dicono pubblicamente, quello che Pannella avrebbe dovuto fare e non fare, quali errori, quali colpe, quali pasticci. Anche qui, niente di nuovo: un film gia' visto.
Ho ascoltato solo qualche momento della riunione del comitato di coordinamento. Mi e' bastato per aver voglia venti volte di essere li', per dare ragione a questo e torto a quello, per applaudire o per contestare. Soprattutto, per emozionarmi ancora una volta, in diretta, sentendo Pannella che non perde mai, neppure per un attimo, il filo; che prende in considerazione, magari per distruggerla, ogni singola parola pronunciata, che non manda sprecato, mai, alcun intervento; che, nel suo modo tutto particolare, rispetta ciascuno, che ha ancora attenzione e curiosita' per ogni cosa, perche' fa, ancora, politica con amore.
Emozioni radicali e pannelliane, per radio (emozioni che non traspaiono da un comunicato di fine riunione piattamente standard, ma non poteva essere che cosi').
Non che le critiche mi paiano tutte infondate. Anzi. Alle volte penso peggio del piu' duro dei critici. Quanta confusione, quante frustrazioni, quante scommesse troppo rischiose per essere ragionevolmente tentate, quanto spreco di energie e di denaro. Un linguaggio che alle volte fa venire voglia di fermarti: - Marco, usa parole semplici!
Leggo l'ultima lettera che ti ha indirizzato Teodori; elenca i tuoi errori e le tue omissioni; ti accusa di aver fatto "il deserto intorno a te di quella preziosa classe dirigente senza la quale e' difficile operare da movimento politico", ti esorta ad "assumerti la responsabilita' di guidare un movimento politico che non cominci e finisca nella tua persona".
Viene voglia di dargli ragione. Viene voglia di dare ragione a tutti, a chi ti accusa di esserti "avvicinato" a D'Alema combinando un pasticcio, come a chi ti ritiene responsabile di aver confuso le idee a tutti, o di aver preteso l'impossibile. Tante critiche piu' che ragionevoli, molte fatte con amore e per amore.
Durante uno dei tuoi interventi all'Ergife, poco piu' di una settimana fa, hai detto: "Io non ho commesso ERRORI, casomai ho delle COLPE". Ecco. A me pare che in questa frase ci sia abbastanza verita' per mitigare di parecchio la voglia di dar ragione ai Teodori, e ad altri.
Sembra il massimo della spocchia, non ammettere errori; non e' bello, di certo non e' politicamente corretto. Eppure mi e' parso, ascoltando, che non facesse una piega. Casomai la colpa di tentare, di rischiare molto, di scommettere sempre per il famoso possibile contro l'altrettanto famoso probabile. Poi, una scommessa rischiosa, una volta persa, e' facilmente identificabile come errore, certo.
Non la faccio lunga: le scarse idee, gia' piu' che confuse, mi si scompigliano ulteriormente. Tanti auguri, e tanti ringraziamenti, Marco.
Grazie per non aver mai seguito il manuale del perfetto rivoluzionario, per non essere mai preda dell'ovvieta' radicale.
Grazie per aver tentato ogni cosa, infischiandotene dei totem e dei tabu', infischiandotene dell'impopolarita', incurante della tua "immagine".
Grazie per il tuo linguaggio, complesso, difficile, talvolta irritante, che esprime concetti complessi, e ricchi.
Grazie perche' i referendum sono stati ancora una volta venti, per aver detto che sarebbero stati meglio cinquanta; quando tutti, io pure, pensavano che "pochi sarebbero stati piu' ragionevoli". Si e' visto.
Grazie per aver inventato ogni volta uno strumento nuovo e biodegradabile, per non aver fossilizzato l'attivita' del movimento radicale in un eterno partito come gli altri partiti, per i quali l'esistenza e' indipendente dal leader e dove c'e' tanta democrazia interna, posto per tutti. Forse fra un po' nascera' un nuovo soggetto politico radicale, spero che sia ancora una volta uno strumento contingente, e nient'altro.
Grazie per avermi insegnato a diffidare senza odiare, a capire qualcosa del paese e della politica.
Grazie per avermi fornito gli strumenti per tentare analisi e critiche, critiche anche a Pannella, se occorre.
Un abbraccio, e un buon, lungo, lavoro.
Antonio