Il presidente del Tribunale di primo grado, nel caso Olaf, ritiene che il rispetto dei diritti dei deputati non sia garantito dalla decisione del PE e sospende la sua esecuzione
Lussemburgo, 02/05/2000 (Agence Europe)
La decisione del Parlamento europeo del 18 novembre 1999 che modifica il regolamento del Parlamento stesso per permettere le indagini dell'Olaf (Ufficio di lotta contro le frodi) al suo interno è stata in parte sospesa, a seguito di un'ordinanza del presidente del Tribunale di primo grado. 71 deputati europei, primo tra i quali il socialdemocratico tedesco Willi Rothley, avevano sporto denuncia contro la decisione del PE, contestando le modalità delle indagini che l'Olaf sarebbe stato autorizzato ad effettuare nei confronti dei parlamentari.
L'ordinanza del 2 maggi, che non pregiudica assolutamente la decisione sul merito (che sarà formulata successivamente dal Tribunale) prevede che, in attesa di una soluzione del caso sul merito, il Parlamento europeo non potrà autorizzare gli agenti dell'Olaf ad avere accesso agli uffici dei deputati europei, se non con il consenso di questi ultimi.
Ricordiamo che il Parlamento si era pronunciato il 18 novembre scorso in plenaria (vedi EUROPE del 20 novembre 1999, p.15) sulla modifica del suo regolamento, necessaria per permettere al nuovo Ufficio di lotta contro le frodi di fare il suo lavoro, questo, conformemente all'accordo interistituzionale, concluso tra Parlamento, Consiglio e Commissione, che prevede che ogni istituzione adotti un regime comune comprendente le disposizioni atte ad agevolare lo svolgimento corretto delle indagini dell'Olaf (un regolamento che prevede che l'Olaf puo' effettuare indagini all'interno delle istituzioni era stato adottato il 25 maggio 1999). Dopo questa votazione, in plenaria alcuni deputati avevano, prima, tentato di ottenere il rinvio della votazione, poi, di contestarne il risultato. In fin dei conti, il socialdemocratico tedesco Willy Rothley e altri 70 deputati hanno contestato il 20 gennaio la legalità della decisione del Parlamento e ne hanno chiesto l'annullamento, nonché il rinvio dell'esecuzione, per garanti
re la protezione dei diritti dei membri del Parlamento (vedi in particolare EUROPE del 21 gennaio, p.12, del 29 gennaio, p.11, e dei 21 e 22 febbraio, p.12).
I deputati (a schiacciante maggioranza, deputati tedeschi ed austriaci di diversi gruppi politici, nonché alcuni parlamentari della Lista Bonino e di Forza Italia) avevano affermato in particolare che le modalità previste dal regolamento modificato non davano garanzie circa possibili violazioni dell'immunità, di cui usufruisce ogni membro del Parlamento europeo, e dei diritti dei parlamentari europei. Il presidente del Tribunale, indica un comunicato stampa del Tribunale di primo grado, ha considerato ricevibile il ricorso per direttissima e:
- ha considerato che la decisione contestata non contenga alcuna garanzia specifica circa il rispetto dei diritti dei deputati quando l'Olaf esercita i propri poteri d'indagine e che gli agenti dell'Olaf potrebbero accedere agli uffici dei deputati del Parlamento, per ottenervi informazioni, anche in assenza e senza il consenso di questi. In mancanza di misure provvisorie, i deputati rischierebbero di subire un pregiudizio grave eirreparabile, ha ritenuto il presidente del Tribunale, che ha ordinato quindi di rinviare l'esecuzione delle disposizioni della decisione del Parlamento europeo che costringono i deputati a collaborare con l'Olaf, e che il Parlamento europeo informi al più presto i parlamentari interessati di "qualsiasi misura imminente dell'Ufficio nei loro confronti e autorizza gli agenti dell'Ufficio ad accedere agli uffici di questi parlamentari solo con il loro consenso";
- ha comparato l'interesse dei deputati che hanno presentato il ricorso e quello del Parlamento (sostenuto dal Consiglio e dalla Commissione) "a mantenere la decisione controversa". Il comunicato precisa che il presidente del Tribunale ritiene che, mentre "la Comunità ha incontestabilmente interesse" a prevenire e lottare contro le frodi, è peraltro suo interesse che i deputati europei possano svolgere le loro attività avendo la garanzia che non si recherà pregiudizio alla loro indipendenza