Roma, 4 maggio 2000"Nel gran polverone sollevato dal caso Contri, il giudice costituzionale la cui nomina risulta inficiata da un vizio di legittimità (la Contri non avrebbe avuto i titoli, il 4 novembre 1996, per poter esser nominata giudice costituzionale, non avendo svolto per 20 anni consecutivi, come previsto dalla legge, la professione di avvocato) il senatore della Lista Pannella Pietro Milio ha inviato oggi una lettera al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte Costituzionale e al Segretario Generale della Corte Costituzionale nel tentativo di avere le deliberazioni della Corte Costituzionale relative alla validità dei titoli di ammissione dei giudici.
Secondo l'art. 11del Regolamento Generale della Corte Costituzionale, tali deliberazioni dovrebbero essere depositate nella cancelleria della Corte. Ma da telefonate effettuate presso la cancelleria e la segreteria generale, pare nessuno sappia nulla a riguardo.
"Spero che almeno a queste lettere" ha dichiarato il Senatore "possa giungere una risposta. Qualsiasi istanza sul caso Contri sembra infatti improbabile. Il mese scorso, avevo presentato un'interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio, che controfirma i decreti di nomina dei giudici costituzionali, per fare chiarezza sul caso Contri. Il Presidente del Senato Nicola Mancino, mi aveva risposto che l'interrogazione era inammissibile, perché "la questione investiva da un lato l'autonomia di scelta e di valutazione del soggetto titolare del potere di nomina, nel caso di specie il Capo dello Stato, e dall'altro, l'esclusiva competenza della Corte Costituzionale a conoscere dei titoli di ammissione dei propri membri". Mi auguro che adesso che sono stati investiti il presidente della Repubblica che firma il decreto di nomina e il Presidente della Corte Costituzionale oltre al Segretario generale della stessa, si possa venire a conoscenza degli accertamenti della validità dei titoli di ammissione della Co
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